Cacao amaro.

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Passo dalla cucina al soggiorno con i piedi scalzi, in attesa che la cioccolata calda al cacao amaro sia pronta. Sento le mattonelle fredde sotto di me e a mala pena il focolare del cammino riesce a riscaldare il freddo che sento dentro. Passo di fronte allo specchio del corridoio antistante al soggiorno e osservo la mia faccia. Adesso indosso gli occhiali da riposo, che mi danno un'aria alquanto sofisticata o, come dice Oliv, da professoressa. La crocchia spettinata, invece, afferma che non ho avuto alcuna voglia di pettinarmi i capelli. Sorrido al mio riflesso, pensando a tutte le volte in cui Jamie ha detto che mi trova bellissima ed attraente, mentre io vedo sempre la solita Gin; Piuttosto pallida, occhi azzurri, ma non quel bell'azzurro ghiaccio,penetrante, ma bensì un azzurro più profondo, caratterizzato da pagliuzze dorate, che io trovo fuori luogo. Non mi trovo bella, punto.

Sospiro e procedo verso la cucina per l'ennesima volta. Il profumo della cioccolata fusa è talmente intenso che il mio stomaco potrebbe prendere vita, uscire dal mio corpo e versare questo liquido marroncino nella tazza, da solo.

Non appena finisco di leccarmi le dita, sporcatesi della cioccolata, rimasta sul bordo del pentolino, il mio cellulare vibra.

Afferro il telefono e leggo i cinque messaggi su whatsapp di Oliv e un messaggio di Jamie. Oliv ripete che ha intenzione di partire per l'Europa per le vacanze di Natale e vuole portarmi con sè. Jamie, invece, mi ha scritto un poema. Probabilmente si sta chiedendo perché da un paio di giorni lo evito.

"Ginevra Brant, sei pregata di rispondere alle mie chiamate e ai miei messaggi! Ieri a scuola non mi hai minimamente considerato e, sì, me ne sono accorto. È inevitabile. Ti prego, ti prego, ti prego dimmi cosa ti succede. Posso venire da te? Anche adesso. Prendo la moto e tra meno di dieci minuti sono lì. So che vuoi vedermi, biondina, tanto quanto lo voglio io. O almeno lo spero."

Ma perché ogni volta che mi metto in testa di mettergli il broncio o cercare di evitarlo lui fa sempre qualcosa o dice qualcosa o scrive qualcosa che mi fa sciogliere il cuore? Non ho, però, voglia di starmene con lui, mentre lui non ha nessuna intenzione di raccontarmi tutto quello che sa o tutto quello che è successo in passato con Dylan.

Scelgo di non rispondere al messaggio, lasciando scivolare il mio cellulare nella tasca dei miei jeans.

Prendo con forza la tazza della cioccolata calda ancora scottante e corro in soggiorno, con la paura di potermi scottare le dita. Mi scaravento sul divano e afferro un'altra volta il telefono, titubante sul fatto di rispondere a Jamie o meno.

E cosa gli dico? "Vieni, perchè ho bisogno di te"? "Stammi alla larga fino a che non chiarisci alcuni punti su Dylan"? No. No.

A questo punto appare sul display il nome di Oliv e rispondo alla chiamata.

-Ei.- Saluto, con poca convinzione.

-Oddio, ma cos'è questa voce smorta?.- Oliv è sempre molto diretta, sì. Le piace andare dritta al punto, come sempre fin da quando la conosco.

-Sarà il raffreddore.- Mento, arrossendo di conseguenza, pur consapevole che Oliv non può vedermi.

-Bugiarda! Non hai mai preso un raffreddore in vita tua e questa mi sembra più una voce tipo "Sono triste per colpa di Jamie".- Afferma con tono sprezzante, facendomi capire ulteriormente quanto disprezza Jamie.

Alzo gli occhi al cielo.

-Sei fissata con lui! Non è sempre al centro dei miei pensieri.- Sbuffo con forza.

-A me sembra di sì. Comunque ti ho chiamata perché Kevan ha avuto la brillante idea di andare alla festa Gala della città, non ti pare meraviglioso?.- La voce di Oliv è ipereccitata e si sente  benissimo.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora