Mamma aveva già capito che Jamie sarebbe rimasto a mangiare da noi, così ha preparato la tavola con un posto in più.
Mio padre osserva Jamie con cipiglio, scoccandomi via via occhiate di avvertimento.
Roteo gli occhi, intimandogli di finirla.
-Spero ti piaccia la pizza, Jamie.- Mia madre spezza il silenzio imbarazzante, mentre Alexys urla qualcosa di offensivo a Sophie, che di tutto punto le tira i capelli.
Jamie guarda con divertimento le mie due gemelline, spostando il suo sguardo carico di orgoglio su di me.
Arrossisco e abbasso gli occhi.
È imbarazzante starsene seduti a tavola con i genitori e il fidanzato. Temo di poter dire qualche cretinata.
-Certo signora Brant! A chi non piace?.- Jamie si passa la mano inanellata tra i capelli, distendendo le gambe sotto il tavolo.
Oh...sembra trovarsi a suo agio.
-Quindi...fra due settimane lasci in pace mia figlia? Ehm...cioè fra due settimane parti?.-
Strabuzzo gli occhi, impettendomi.
-Papàa! Smettila!.- Mi nascondo il volto tra le mani, mentre Jamie ridacchia, facendo tintinnare le posate sul tavolo.
Mio padre fa spallucce, beccandosi un'occhiataccia da mia madre.
-Sì, signore. Parto fra due settimane per New York...-
-Purtroppo.- Aggiunge in seguito, facendomi desiderare di abbracciarlo seduta stante.
-Vi resterai per molto?.-
Ma dai! Proprio di questo argomento dobbiamo parlare? Già il solo pensiero che lui se ne vada mi fa stare male, se poi chiaccheriamo anche come se nulla fosse...
-Ci trasferiremo là.- La sua voce è calata di una nota e lo percepisco irrigidirsi.
Gli poso una mano sul ginocchio sotto al tavolo e Jamie volta di scatto la testa verso di me, sorridendomi.
-Tu sei l'amore della vita di Gin?.- Sophie si scosta i capelli dalla faccia, impiastricciandosi le ciocche bionde con quello che sembra pane molliccio.
Faccio una smorfia, deglutendo a fatica.
Jamie scoppia a ridere e i miei genitori lo seguono a ruota. Solo io non trovo questa cosa divertente?
-Ehm...- Jamie si picchietta il mento con le dita, valutando le risposte.
Spalanco gli occhi, dandogli una leggera bottarella sulla coscia.
Lo vedo sghignazzare.-Giochi ancora a football, caro?.- Mia madre, saggiamente, cambia argomento, alzandosi per andare a prendere le prime pizze sfornate.
Jamie si schiarisce la voce.
-Sì, gli dedico meno tempo rispetto a prima, ma continuo ad essere il quarterback.-
Il mio sexy quarterback, aggiungerei io.
-Perchè? Ritieni che lo sport sia poco importante, figliolo?.- Ed ecco che mio padre parte all'attacco, cominciando, probabilmente, la sua ramanzina sulla priorità che lo sport ha su tutto.
Mio padre fu, da giovane, un grande appassionato di tennis e lui stesso giocava, e anche molto bene. Tuttavia, a causa di una brutta caduta, dovette interrompere gli allenamenti, portandolo ad interessarsi anche agli altri sport, ma comunque la passione gli è rimasta tutt'oggi.
-No, no signore. Ritengo che lo sport sia fondamentale, ma ultimamente sono interessato ad altri tipi di attività fisica.-
Ci manca poco che soffochi con l'acqua, che mi va di traverso. Tossisco più e più volte, ripetendomi che non è possibile che Jamie abbia appena detto una cosa simile.
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Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell Bower
Fiksi Penggemar{Rating ROSSO} College Santa Monica. Primo anno per Ginevra Brant, terzo anno per Jamie Campbell Bower. Amici, alcool, feste, sesso e divertimento sfrenato sono il passato, ed anche il presente, di Jamie. Buoni voti,disciplina, libri, studio, una so...