-Jamie! Ehi! Aspetta!.-
Inizio a correre verso di lui, anche se sembra che a lui interessi ben poco.
-Dai, Jam. Per favore, aspetta.- Ho il fiatone per la corsa e la testa confusa dall'alcool e dall'esperienza di questa sera.
Riesco solo a pensare alla sua espressione triste e delusa. I suoi enormi occhi chiudersi, comprensivi.
Tuttavia Jamie, finalmente, si volta e mi rivolge uno sguardo indagatore, alzando le spalle con le mani dentro le tasche.
-Scusami...io...io.- Non riesco a parlare, anzi, non so proprio cosa dire.
È sera tardi e mi ritrovo a piedi scalzi,con le scarpe penzolanti sulla mia mano, un vestito alquanto succinto e capelli spettinati di fronte a colui che potrebbe benissimo passare per un modello della "Hollister" o dell' "Abercrombie & Fitch". Mi sento una completa imbecille.
-Senti, mi dispiace per essermi infervorita così tanto...è solo che certe volte non sopporto che le persone giudichino Oliv senza veramente conoscerla...lei è come una sorella per me.- Dico a denti stretti, intrecciando le dita tra le scarpe, mordendomi nervosamente un labbro.
Il suo silenzio mi fa male. Quanto tempo vuole farmi star così? Okay, me la sono presa un po' troppo per la vicenda su Oliv e, okay, Oliv non è proprio una santarellina, ma...tutte le mie emozioni di fronte a Jamie si moltiplicano di intensità.
Se sono arrabbiata per qualche motivo lui è l'unico a farmi rilassare in modo divino, oppure è l'unico a farmi imbestialire ancora di più. Se sono felice per qualcosa lui può, al tempo stesso, farmi sentire al settimo cielo o farmi rattristare in meno di due secondi.
Non so perchè, ma ha questo potere su di me. Dite sia questo l'amore? Dite, forse, che siamo ancora troppo giovani per parlare di amore vero?
-Ok.- Sussurra, togliendosi la mano dalla tasca, per strofinarsi la faccia.
Ok?! Tutto qua?
-Mh..- Resto in attesa.
-Cioè...ehm...va bene. Capisco.- Si gratta la nuca con la mano, visibilmente imbarazzato.
E adesso cosa gli prende?
-Capisci!? Jamie, non hai nient'altro da dirmi?.- Mi acciglio, facendo oscillare le scarpe sulle mie dita.
Jamie guarda me e poi le mie scarpe col tacco.
-Dovresti metterle per rientrare in casa, il viottolo è stracolmo di sassolini.- Asserisce, puntando il suo indice verso le calzature.
Alzo un sopracciglio.
Questo cosa c'entra? Sta forse sviando il discorso?
-Jamie, ti sto facendo le mie scuse e tu...tu pensi ai sassolini?.- Sbraito, barcollando un po' sul posto.
-Gin! Ma cosa ti devo dire? "Accetto le tue scuse, grazie e alla prossima"?.- Ribatte, ironizzando sulle sue stesse parole.
-Bhè, per lo meno dì qualcosa di sensato! Che ne so, tipo mh...non lo so neanche io.- Dico, diminuendo il tono di voce sulle ultime parole, rendendomi conto di quanto io sia stupida.
Mi porto le mani verso la faccia e inizio a ridere. A ridere come una psicopatica, direi.
-Oddio! L'alcool più i miei estrogeni più il tuo testosterone non crea un bell'effetto in me.- Sospiro, quasi sul punto di iniziare a ridere nuovamente.
Jamie si tiene, stranamente, a distanza.
-Io non voglio litigare con te.- Afferma, alla fine.
Alzo lo sguardo verso di lui.
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Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell Bower
Fanfiction{Rating ROSSO} College Santa Monica. Primo anno per Ginevra Brant, terzo anno per Jamie Campbell Bower. Amici, alcool, feste, sesso e divertimento sfrenato sono il passato, ed anche il presente, di Jamie. Buoni voti,disciplina, libri, studio, una so...