Ci credi?

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-Cazzo, non vedi che sta male?!.- Sento urlare Oliv alla mia destra, ma il mal di pancia peggiora e, così, mi rannicchio sempre di più al petto di Jamie, mugolando per il dolore.

-Lo vedo! La porto a casa.- Brontola Jamie, trasportandomi da qualche parte, facendo attenzione a non farmi del male.

Oddio, adesso vomito un'altra volta. Se cerco di aprire gli occhi le luci a intermittenza mi fanno girare la testa.

-No! Portala a casa mia, i miei genitori sono fuori città.- Esclama Oliv, imprecando verso qualcuno, che sembra essersi avvicinato a lei.

-Fottiti Dylan, non mi parlare proprio.- Sussurra, sperando che io non la senta, facendo trapelare dalla sua voce tutta la sua rabbia.

Un altro conato! Adesso svengo veramente. Non berrò mai più in vita mia. Mai più.

Da questo momento in poi non ricordo più niente, se non che mi ritrovo sopra un letto con lenzuola profumate alla vaniglia e con un opprimente peso sul mio ventre e sul mio fianco destro.

Comincio ad aprire gli occhi, molto lentamente, chiudendoli, però, di scatto per la luce della stanza, che mi crea un mal di testa incredibile.

Li riapro, dando un'occhiata intorno a me. Un braccio è, letteralmente, posato sulla mia pancia e c'è qualcuno addormentato su un fianco, facendo combaciare i nostri corpi.

È Jamie, maledizione.

I suoi capelli sono sparsi sul cuscino, la bocca è semichiusa e l'anellino al naso brilla alla luce del sole.

Indossa ancora la cannottiera e i jeans strappati.

Sorrido nel vederlo così rilassato e a suo agio. Noto i suoi lineamenti spigolosi e attraenti, che fanno girare la testa a qualsiasi ragazza al primo fottuto sguardo.

Sospiro, passando la mano tra suoi capelli spettinati e sulle sue labbra morbide. Poi volto la testa verso quella che sembra una sveglia e sobbalzo.

Merda, merda, merda! Sono le nove! La scuola ormai è andata a farsi fottere...

Lascio ricadere la testa sul cuscino, tenendomi la fronte per la fitta di mal di testa, che mi ha appena colpita.

Devo alzarmi e andare da Oliv, sempre che non sia uscita per andare a scuola.

Sollevo le lenzuola e tolgo la mano di Jamie, con delicatezza, da sopra la mia pancia. Schiudo le gambe per scavalcarlo, mettendomi a cavalcioni su di lui, sperando di non svegliarlo.

Sto per passare l'altra gamba al di là del suo corpo, quando Jamie mi afferra il polso, sorridendo con gli occhi aperti.

Sbuffo.

-Sei stato sveglio tutto il tempo?.- Domando, alzando gli occhi al cielo.

Jamie sghignazza, allentando la presa sul mio polso.

-Tesoro, sono sveglio dalle cinque. Mi sono fatto due docce per evitare di saltarti addosso, mentre dormivi.- Afferma, leccandosi le labbra.

Mi allarmo. Perchè mi dovrebbe saltare addosso?!

Faccio scattare la mia testa verso il corpo e mi accorgo, mio malgrado, di portare solo mutande e reggiseno.

Oh mio Dio...

-Dov'è la mia roba?.- Urlo, battendo le mani sul materasso.

-Ci hai vomitato sopra ieri notte, ricordi?.- Risponde con una certa smorfia sulla faccia.

Mi mordo il labbro.

Ehm...non ricordo niente della scorsa sera. O, meglio, ricordo fino a quando mi ha preso in collo, portandomi, evidentemente, su questo letto. E adesso so che siamo a casa di Oliv, perchè riconosco l'ambiente e il particolare profumo di vaniglia, che caratterizza la sua casa.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora