Ultimo giorno.

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-O cielo! Ancora non posso credere che tu...che tu...- Balbetta mia madre, aiutandomi a caricare i bagagli sulla sua auto, sbuffando e piagnucolando al tempo stesso. -Hai appena diciotto anni e già ti trasferisci...cosa farai a trenta? Ginevra, amore della mamma, pensa a quello che stai facendo.-

Roteo gli occhi, dopo la cinquantesima volta che mia madre ripete la stessa identica cosa. I miei genitori hanno acconsentito a lasciarmi andare via da casa soltanto perchè a Miami abita mio zio, dalla parte di papà, che fa l'agente immobiliare e che mi terrà sott'occhio per tutto il tempo che sarò a Miami. Quindi non sarò veramente libera e sciolta dai miei genitori, ma avrò un adulto a perseguitarmi per il resto dell'anno...fantastico.

-Zio Sebastian vive a un isolato dall'appartamento, che io e Jamie abbiamo preso. Non ci succederà niente e zio ti aggiornerà praticamente sempre sui miei spostamenti. Ok?-

Mia madre continua a lamentarsi e a chiedersi in cosa può essersi sbagliata nel crescermi, quando Alexys e Sophie fanno la loro uscita trionfale dalla casa, correndoci incontro. L'una bionda e l'altra mora...nessuno le scambierebbe per gemelle.

-L'abbiamo fatto per te!- Urlano all'unisono, mettendomi davanti agli occhi un foglietto ripiegato, colorato e glitterato. Faccio una smorfia per i brillantini che si appiccicano alle dita e, poi, apro la busta. È un disegno della nostra famiglia. C'è papà con il suo giornale, la mamma con il mestolo in mano e la faccia sorridente, ci sono io con un libro in mano, mia sorella Cecily circondata da quelli che sembrano scarpe e trucchi e, infine, ci sono Jamie e John. Jamie è accanto a me e in mano ha qualcosa che non riesco a capire...

-Che cos'è questo?- Chiedo, indicando il disegnino che non riesco a comprendere. Penso sia un cuore, ma non avrebbe molto senso.

-Un cuore!- Cinguetta Sophie, mentre Alexys scuote la testa, avendo voluto, evidentemente, rispondere lei per prima. Se adesso iniziano a litigare, parto prima del previsto e senza valigie!

-Un cuore?- Chiede mamma, alzando un sopracciglio. -E perchè mai Jamie dovrebbe tenere in mano un cuore?- Borbotta, caricando l'ultimo bagaglio dentro l'auto, spingendo un po' troppo le borse che non vi entrano.

Sophie sospira e con un'occhiata fa capire ad Alexys che è meglio se lo spiega lei.

-Jamie ti ama?-

Rimango spiazzata dalla sua domanda, chiedendomi se davvero una bambina della sua età sa cosa significa la parola 'amare'.

-Sì, sono sicura di sì.- Rispondo, senza esitare. Ormai questa domanda non dovrebbe farmi più paura, dopo tutto quello che io e Jamie abbiamo passato insieme, lottando contro gli ostacoli e affrontando le difficoltà. Sì, abbiamo attraversato dei momenti negativi, arrivando persino a lasciarci, ma ciò che conta è che siamo arrivati fino alla fine insieme, no?

-Allora lui tiene il tuo cuore, e tu il suo.- Risponde genuina Alexys, facendo il segno di stringere qualcosa tra le mani. Io annuisco, sorridendo.

-E perchè nel disegno non ho niente tra le mani?-

-Perchè ti abbiamo fatto gli occhi a cuoricino. Non potevamo mica disegnarvi uguali, eh...-

Scoppio a ridere, influenzando anche mia madre, che da una settimana a questa parte è sempre stata cupa e meno gioiosa del solito...soprattutto da quando ha saputo della mia decisione di trasferirmi a Miami.

-Le mie bambine!- Esulta mamma, stringendoci in un soffocante abbraccio. -Non ve ne andrete, anche voi due, a diciotto anni come vostra sorella, vero?- Chiede, poi, rivolta alle gemelline. Io roteo, nuovamente, gli occhi e getto la testa all'indietro con gesto ironicamente disperato.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora