Orsacchiotto.

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Torno alla festa ancora un po' frastornata dalla breve chiaccherata con Jamie e non riesco a non pensare alle sue parole. Questa volta è toccato a me fare la stronza, anche se, sinceramente, era la prima volta che non se lo meritava.

Però...non potevo continuare a scusarlo. Basta.

Stringo gli occhi per controllare dove sia finito Tyler e , non appena rivolgo la testa verso l'ala est della stanza, lo ritrovo ubriaco marcio con le mani incollate al seno di una ragazza e la sua bocca, che sbava sul suo collo. Orrore. 

In realtà non è che mi freghi molto di quello che sta facendo...per me può anche portarsela a letto.

Decido di dirigermi verso il bancone delle bibite e, come una di quelle ragazze depresse per essere single o per essere stata tradita, prendo in mano un bicchiere pieno di punch corretto e lo butto giù in un sorso.

L'avessi mai fatto! Sento la mia gola andare letteralmente a fuoco e il sapore è orribile, misto tra alcool per le ferite e il detersivo per pavimenti alla pesca di mia madre...in più inizia già a girarmi la testa. Ben fatto Ginevra, adesso, come una sfigata, sverrai in mezzo a tutta questa gente, qualcuno ti farà una foto e la posterà sul sito della scuola. Perfetto.

Un po' traballante, quindi, spingo l'enorme porta della sala e mi reco nel corridoio desolato.

Inizialmente mi appoggio al muro per cercare di non cadere, poi mi accorgo di avere ai piedi due trampoli,che sicuramente non migliorano il mio equilibrio, dunque me li tolgo e scelgo di portarli in mano.

Cammino ed arrivo nel bagno delle donne. Mi getto al lavabo e mi dò una bella sciacquata alla faccia. Alzo la testa verso lo specchio e osservo il mio eyeliner scivolare sulle mie guance. Non mi importa. Ho una faccia da deficiente. Non mi importa. Ho le lacrime agli occhi. Non mi importa.

Sai cosa c'è? C'è il fatto che nei film ho sempre preso in giro le ragazze che si lagnavano e piangevano per il proprio ragazzo stronzo e maschilista, che correvano in bagno a crogiolarsi nel dolore, che scrivevano nei loro  diari segreti su quanto fossero innamorate del ragazzo più sexy, ma idiota della scuola..e..e poi eccomi qua. Sono la reincarnazione di ciò che non volevo diventare. Una ragazzina sempre con i fazzoletti in mano e le lacrime sull'orlo del precipizio.

Con i palmi della mano mi tolgo un po' di nero dalle guance. Addirizzo la schiena e mi reco fuori, con l'intenzione di tornarmene a casa, anche se mi sa che dovrò farlo a piedi...l'auto non ho intenzione di prenderla e neppure un autobus.

Apro l'enorme porta antipanico della scuola e sospiro. Il buio mi colpisce gli occhi, anche se c'è qualche lampione acceso. 

Scendo lentamente gli scalini, con ancora le scarpe in mano, e sto per mettere piede sull'asfalto di fronte alla scuola, quando la solita stretta al polso mi obbliga a voltarmi di scatto, facendomi sobbalzare il cuore.

-Dove credi di andare, biondina?-

No...non può essere. Anche qui?

-Jamie..ho una parola carina per te, vuoi ascoltarla?- Chiedo, senza pensare a ciò che dico. 

Il bicchiere di punch e vodka deve avermi dato alla testa.

-Sentiamo...-

-Fottiti.- Rispondo, scoppiando a ridere e voltandomi per andarmene.

-Speravo tu me lo dicessi.- Mi urla, facendomi bloccare sui miei passi.

Lo sento avvicinarsi dietro di me, sento la sua acqua di colonia, trasportata verso le mie narici dalla leggera brezza,che tira.

-Gin..- Mi accarezza il collo con le punta delle sue lunghe dita ed io piego leggermente la testa.

-Gin..tu, tu mi fai impazzire.- Afferma, soffiandomi, poi , sul collo, continuando sempre ad accarezzarmelo.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora