Perché è questo l'amore

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UNA SETTIMANA DOPO.

Carico la playlist sul mio Ipod e inizio a correre. Probabilmente sono appena le sei del mattino, ma da poco  ho scoperto che correre mi fa bene, mi fa dimenticare per almeno un'ora i miei problemi.

Sono già al secondo giro dell'isolato, quando da lontano noto un ragazzo correrre nella mia stessa direzione. Inizialmente non ci faccio molto caso, poichè è normale che la mattina non ci sia solo io a correre, ma qualcosa nella sua corsa, nei suoi capelli...mi fa ricordare qualcuno.

A questo punto decido di fermarmi e scrutare questa persona.

Ha i capelli biondi, lunghi e indossa una tuta col cavallo basso, blu. Porta alle orecchie due cuffiette e sembra assorto nei suoi pensieri. Sta per svoltare l'angolo, quando si ferma improvvisamente sui suoi passi per fare stretching, voltandosi verso la mia direzione.

Jamie.

Cosa cazzo ci fa Jamie alle sei di mattina, nel mio isolato, a correre? Cerco di nascondermi il più possibile, dato che vorrei evitarlo, proprio come ho fatto per tutta la settimana a scuola. E' lui quello che ha voluto che rompessimo o che  facessimo una ''pausa'', quindi è lui che deve venire da me a chiarire.

Scelgo di dirigermi dalla parte opposta in cui si trova Jamie e, per togliermelo dalla testa, mi metto le cuffiette con la musica altissima.

Questa volta inizio a correre più velocemente, cercando di allontanarmi da lui sempre di più. Attraverso la strada e svolto in un vicolo stretto che porta al parco qui vicino. Sollevo la testa per vedere com'è il tempo e mi accorgo che probabilmente tra meno di un'ora comincerà a piovere.

Sono quasi al termine del vicolo, quando sento chiamare il mio nome.

No. Jamie.

Aumento ancora la velocità, nella speranza di uscire da questa stradina e arrivare nel parco.

-Gin, lo so che mi senti, fermati.- La sua voce roca e sensuale mi fa quasi cedere, ma non posso.

-Guarda che ti raggiungo lo stesso, fermati!.- Non sembra neanche avere il fiatone per tutta quella corsa, che deve aver fatto per raggiungermi.

Comunque non do ascolto a ciò che dice e procedo nella mia direzione. 

Arrivo, finalmente, all'imbocco del parco, quando Jamie mi si para davanti. Inizialmente rimango un po' perplessa, ma poi mi arrabbio, e come se lo faccio.

-Levati di torno!.- Urlo,puntandogli un indice contro.

-No, non me ne vado senza aver parlato con te.- Afferma Jamie, stringendo il polso della mia mano alzata.

-E di cosa vuoi parlare,eh? Sempre delle solite cose? Tu che non hai le palle per stare con me oppure hai in serbo la banale scusa ''ti faccio soffrire troppo''?.- I  miei occhi si riempiono di lacrime, ma non per la tristezza della situazione, ma per la rabbia.

-Io..io non so che dire.- Per la prima volta vedo lo sguardo di Jamie abbassarsi per l'imbarazzo.

Non gliela posso dare vinta ogni volta!

-Allora spostati.- Confermo, deglutendo con forza.

-Gin, non capisci..io non voglio che tu stia male.- Adesso ha afferrato entrambe le mie braccia, con tenerezza.

Il suo tocco mi fa attraversare da una  scarica di adrenalina nel corpo.

-Smettila di dire così, sono abbastanza grande per poter decidere, Jam!.- Lo guardo fisso negli occhi, nella speranza che lui capisca ciò che intendo dire.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora