Un passo in più.

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-Per fortuna sei qui! Io non riesco a controllarlo!.- Esclama Oliv, non appena mi apre la porta di casa sua.

Mi acciglio, confusa.

Cosa diavolo sta succedendo? Perchè Jamie è a casa di Oliv? E, soprattutto, perchè non riesce a controllarlo?

-Ma che...ma che sta succedendo? Dov'è?.- Domando, richiudendo dietro di me la porta, senza neanche fare attenzione a non sbatterla.

Sento dei rumori provenire dalla veranda di casa, come se qualcuno stesse cantando, storpiando di molto le parole.

-È fuori, a sedere, o meglio sdraiato, sulle scale che portano al giardino. Ha in mano una bottiglia di birra rotta.- Mi spiega Oliv, accompagnandomi verso la veranda.

Oddio, ma cosa l'ha spinto a ubriacarsi? Ma perchè è venuto da Oliv?

Appena apriamo la portafinestra un inconfondibile odore di alcool mi pervade e vedo un Jamie seduto, con la schiena appoggiata alla ringhiera delle scale di legno, e le gambe distese.

-Jamie!.- Soffoco un urlo, precipitandomi verso di lui.

Non posso fare a meno di pensare a quella notte in cui trovai Oliv, distesa sul marciapiede, confusa dal molto alcool.

-Youu belong to...to...to.- Jamie canticchia queste parole, fermandosi a ridacchiare e sbattere il fondo della bottiglia di birra, rotta.

-Oh mio Dio, Jamie? Jamie...cos'hai fatto?.- Dico con un sussurro, tirandogli dietro la testa i capelli, stranamente bagnati, rivelando il suo volto spigoloso e evidentemente marcato dall'alcool.

Lo scruto, cercando di capire a quale stadio di ebrezza lui sia.

-Ha urlato il tuo nome per tipo venti minuti! Era insopportabile...- Annuncia Oliv, mentre porta con sè un cuscino da porre dietro la testa di Jamie.

Le scocco un'occhiata infuriata.

-E mi hai chiamato solo adesso?.- Ringhio, continuando ad accarezzare la testa del mio ragazzo, che adesso sta fissando un punto impreciso davanti a sè.

-Macchè! Stavo guidando da casa di Kevan a casa mia, quando ho visto questa specie di zombie camminare sul ciglio della strada. Stava cantando a squarcia gola e teneva in mano due bottiglie di birra,- Dice Oliv, lasciandosi cadere accanto a me,- E sai che da casa dei genitori di Kevan a casa mia ci vogliono più di venti minuti e, dato che l'ho fatto montare, mi sono sorbita i suoi urli e le sue canzoni orribili!.- Per un attimo mi dimentico delle condizioni di Jamie e scoppio a ridere, immaginandomi la faccia di Oliv, mentre Jamie delirava.

-Ehi, non ridere. È stato orrendo!.- Afferma Oliv, che cerca di nascondere un sorriso.

Mi volto a guardare Jamie, che sta continuando a fissare un punto davanti ai suoi occhi.

-Jamie, perchè hai bevuto? Mi ascolti?.- Provo, invano, a farlo ragionare, ma credo che abbia bevuto troppo.

Cavolo, questa non ci voleva! I litigi in famiglia devono finire o lo distruggeranno, così come distruggeranno Dylan.

-Ginevra, Brant, Ginevra, Brant!.- Comincia a sghignazzare di nuovo, puntando i suoi occhi spalancati verso di me.

-Sono qui! Dai, ti aiuto a tirarti su.- Mi sollevo in piedi e, con l'aiuto di Oliv, lo sprono a mettersi in una posizione decente.

Jamie, seppur barcollando, riesce a stabilizzarsi sui suoi piedi.

Improvvisamente allunga un braccio e mi avvicina a sè con incredibile forza, facendomi appoggiare la testa sul suo petto.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora