Contrasto.

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Corro come una deficiente lungo il viale, evitanto di prendere in pieno i ragazzi che fanno skate. Lo zaino, completamente vuoto, sbatte sulle mie spalle, irritandomi, mentre il cellulare non fa altro che vibrare nella tasca dei miei jeans.

Finalmente leggo Vestiti da sposa-Chic e capisco che è il negozio, indicatomi da Cecily in un messaggio.

Una volta rientrati a scuola, con mia grande sorpresa, non c'era nessuno ad aspettare me e Jamie con braccia incrociate sul petto e sguardo assassino. Eravamo soli, nemmeno i gemelli puzzolenti si erano accomodati al loro banco.

-Perfetto!- Avevo detto, tirando un sospiro di sollievo, stravaccandomi su quelle sedie scomode al massimo.

Jamie mi aveva sorriso e aveva schioccato la lingua sul palato.

-Che ti avevo detto? Nessun problema con me.- E poi si era seduto accanto a me, picchiettando le dita sulla superficie lignea in attesa che la campanella segnasse la fine delle ore.

-Gin? Oddio, meno male!- Cecily mi corre incontro, zoppicando su quelle che sembrano essere scarpe bianche con tacco vertiginoso, riportandomi alla realtà.

Mi porto la mano sul cuore, cercando di rallentare i battiti cardiaci. Goccioline di sudore stanno già imperlando la mia schiena per l'incredibile corsa che ho fatto per arrivare fino a qui.

-Credevo ti fossi persa! Vieni dentro!- Squittisce, trascinandomi di peso oltre la soglia, spalancando le porte, che azionano il solito campanellino. In un batter d'occhio mi ritrovo di fronte mia madre, le mie gemelline e due donne che non conosco.

Mi schiarisco la voce, facendo un timido cenno con la mano. Mia madre mi fulmina con gli occhi, facendomi capire che sono sempre la solita ritardataria. Così prendo posto accanto alle mie sorelline e aspetto che Cecily si cambi.

Giocherello con l'orlo della maglietta, osservando una delle due donne che non conosco. L'una sorseggia quello che credo sia spumante...ah no...è champagne, mentre l'altra sembra fissare un abito da sposa, rosa fluo, appeso in vetrina. Chi è che indosserebbe un abito da sposa rosa fluorescente? Lei, evidentemente.

-Jamie non è venuto?- Mia madre si protende verso di me, tenendosi ben stretta in grembo la sua borsa di pelle, che ormai avrà cent'anni.

Io le faccio un gesto plateale, spalancando le braccia per guardarmi attorno. -Eh, no. Come vedi non c'è.- Ironizzo, beccandomi un altro sguardo da 'ti uccido appena siamo a casa'.

Rabbrividisco e passo altri dieci minuti a tirare, spiegazzare e sollevare l'orlo della maglietta, in preda alla noia più totale. Ma quanto ci mette ad indossare un cavolo di vestito?

-Oh!- Sento un coro di voci smielate ed eccitate, così alzo lo sguardo e assisto all'entrata in scena di mia sorella, seguita da altre due donne che hanno un metro da sarta intorno al collo e uno sguardo da vere professioniste.

Mi concentro sull'abito e sui suoi dettagli. Stranamente non è lungo, anzi arriva fino alla caviglia, lasciando scoperti i piedi. Ha un bustino stretto fino ai fianchi, dove poi si apre una gonna non troppo gonfia, bianca, ricamata con fiorellini di perle. Non mi sembra proprio il genere di vestito che sceglierebbe Cecily, proprio per niente.

Cecily ha si e no la stessa idea di 'moda' di Oliv, dunque più luccichio e pizzo c'è, meglio è.

Difatti l'espressione di mia sorella non è raggiante come me la sarei immaginata, anzi sembra proprio sorridere con evidente sforzo. Mia madre piega la bocca in una smorfia, dato che probabilmente sta pensando le stesse cose che sto pensando io. Alexys e Sophie, però, approvano, battendo le mani, anche se credo che lo facciano più per gioco che per altro.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora