Basta poco.

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-Ti sta fissando come un baccalà!.- Urla Oliv, masticando rumorosamente una chewing gum, mentre camminiamo in fila indiana, cercando di seguire la guida turistica.

Mi volto di scatto verso di lei, accigliandomi.

Ma di chi sta parlando?

-Chi?.- Mi guardo intorno, nella speranza di incontrare lo sguardo di Jamie.

Ieri, dopo essere rientrata in stanza, mi sono appisolata sul letto per qualche minuto, svegliandomi,poi, per scendere in sala dai professori. Da quell'incontro sul balcone non ho più visto nè sentito Jamie. E, sinceramente, non si trova nemmeno con il nostro gruppo, dato che, essendo più grande, è stato affidato ad un gruppo diverso.

Sbuffo, irritata.

-Io non vedo nessuno!.- Esclamo, abbassando, improvvisamente, la voce perchè ammonita da occhiate di fuoco da parte di alcuni professori.

Oliv rotea gli occhi.

-Lo stronzo patentato numero due, chi sennò?.-

Alzo un sopracciglio, posandole la mano sulla fronte per sentire, in modo scherzoso, se ha la febbre.

-Non è Dylan "lo stronzo patentato numero due"?.- Domando, sghignazzando.

Oliv si accende come una lampadina, scacciando la mia mano dalla sua fronte.

-Giusto! Mh...allora ti sta guardando lo stronzo patentato numero tre.- Detto questo comincia ad agitare la testa verso la sua destra, mandandomi maldestri segnali.

Tuttavia capisco quello che vuole dirmi, così sposto lo sguardo dietro di lei, incrociando lo sguardo di Tyler, che mi rivolge l'occhiolino e mima un bacio con le labbra.

Fingo un conato di vomito, tornando a guardare Oliv.

-Chi?! Tyler?!.- Faccio una smorfia, ricordando le sue mani sui miei fianchi alla festa di Jennifer.

-Già. Ti guarda e poi sghignazza con il suo branco di amici imbecilli.- Esclama, spostandosi i capelli sulla sinistra, sistemando la catenina d'argento che porta al collo.

Prorompo in una risatina sciocca, pensando a quanto sarebbe bello vedere Tyler mettere piede in una di quelle belle pozzanghere, che si sono formate dopo l'incredibile ondata di mal tempo di due giorni fa.

-Da me avrà solo una cosa.- Osservo la mia amica prestarmi particolare attenzione.

Sghignazzo.

-Cosa? Non mi dire "quella" cosa!.- Scherza, evitando proprio una di quelle pozzanghere.

Scuoto la testa.

-Macchè! Da me avrà solo un bel "fanculo".- Spiego, stupendomi ancora dell' incredibile malizia di Oliv.

Procediamo sulla strada, diretti verso alcune bancarelle, che vendono di tutto, dai cappelli di paglia alle calamite, dalle magliette con scritto "I LOVE PARIS" a piccole torre Eiffel.

-Guarda che carina, Oliv!.- Strattono la mia amica, mostrandole una catenina, che porta un ciondolo molto elaborato e caratteristico.

Oliv annuisce, mentre dietro di me sento qualcuno tossicchiare insistentemente.

Il cuore comincia la sua corsa impazzita, salendomi in gola.

Mi volto con calma, assumendo un'espressione disinteressata.

Lo sapevo, è lui.

Deglutisco, osservando il suo profilo, accarezzato da ciuffi biondi, che svolazzano per il vento.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora