Venerdì
La volevo. Qui e ora. Non mi importava un fico secco dei giudizi della gente, volevo soltanto tornare quello che ero. Un casanova incallito alla costante ricerca di un orgasmo, di un'emozione fisica del tutto trascendente dalla razionalità della mente, che mi prospettava solo e soltanto guai. Riprendere il controllo di me stesso aveva ormai la priorità. Su tutto il resto. Al diavolo i sentimentalismi, al diavolo un qualsiasi genere di sentimento paragonabile a una colossale stronzata. Dovevo divertirmi, perdermi nei meandri di uno squallido ma rinvigorente rapporto sessuale con quella donna. Per l'ennesima volta, squadrai il bel sederino della bionda che, appellandosi a un'ostentata concentrazione, stava apprestandosi a fotocopiare gli ultimi numeri del Ciak Magazine. Sapevo quanto adorasse lasciarsi guardare, e sospettavo che sapesse già da un pezzo che mi trovavo dietro di lei.
Sogghignai. Schiena dritta, spalle larghe, petto infuori. Dovevo farmi avanti. Con un sorrisetto impertinente, mi avvicinai a lei.«Risparmiati la fatica, caro Malcom», esordì lei, inviperita.
«Avanti, non ti nascondere dietro a un falso perbenismo. Sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu. Ho visto come mi guardavi, poco fa. È vero, soltanto ieri mi avresti dato un sonoro – e immeritato – calcio nei gioiellini e, magari, gettato per direttissima nelle fiamme degli inferi, ma d'altra parte... non ti hanno mai detto che l'attesa aumenta il desiderio? E, a tal proposito...» Con aria furtiva, presi a sfiorarle il morbido collo con il pollice e l'indice. «Credo proprio che noi due abbiamo aspettato abbastanza, cara Melanie.»
«Immeritato, eh? Sicuro che, invece, non ti saresti meritato ben più di un sonoro calcio negli zebedei, caro il mio Malcom?» replicò, serafica. Poi, con un velato sarcasmo, accennò all'altra donna, che, in religioso silenzio, aveva assistito a tutta la scena.
«Signorina Rossi!» esordii, un sorriso compiaciuto mi attraversò le labbra. «Cos'è, vuole unirsi a noi, forse? Desidera un caffè? Magari un tè? Oppure...» strinsi gli occhi, le labbra incurvate all'insù, «desidera un qualcosa d'altro?»
«Sono a posto così, la ringrazio», mi rispose Megan, scoccandomi un sorriso più falso delle banconote del monopoli.
Per qualche istante, mi guardai intorno. La saletta adibita alle stampe era sempre impeccabile, completamente tirata a lucido. Il luminoso parquet, le quattro pareti tinteggiate di bianco. E due donne mozzafiato impresse sullo sfondo.
Entrambe a braccia conserte, entrambe con un sorrisetto beffardo a incorniciare i loro volti allungati. Il mio viso si contrasse in un sorriso di circostanza. Mi sa che avevo toppato anche stavolta.
E pure oggi, nessun orgasmo all'orizzonte, ridacchiò con aria mordace la mia coscienza, che tentai inutilmente di zittire. La pura, ineluttabile e semplice verità era una sola. Non riuscivo proprio a staccare gli occhi da quella Megan, la sua sola presenza riusciva a stordirmi in un modo allucinante. La serica massa di capelli mori le ricadeva parzialmente sulle spalle, un vestitino corto di colore nero con scollo a V le fasciava alla perfezione le generose forme che ben volentieri mi sarei prodigato ad adorare. Sarei persino stato capace di rimanere lì, completamente immobile al centro di quella stanza, e contemplarla per ore. Senza fare una beata cippa. Immerso nel silenzio, magari.
Rimbrottai me stesso ancora una volta. Fino a pochi minuti fa, desideravo ricevere attenzioni da parte di Melanie, che avevo rifiutato soltanto il giorno prima, mentre ora... comprendevo che, oltre ogni ragionevole dubbio, desideravo solo e soltanto la Rossi. La mia collega di lavoro. La mia pretenziosa collega di lavoro.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...