«Allora? Come sto?» domandai con fare bonario, guardandomi dall'alto in basso attraverso lo specchio di un costosissimo negozio di abbigliamento cui eravamo appena entrati io e la mia fida assistente. Ero un figurino, dovevo ammetterlo.
«Sei uno schianto, non c'è che dire», mi rispose Benedetta, borsetta di strass alla mano e vestito da sera color mare che le fasciava il corpo alla perfezione. Era davvero carina, dovevo ammettere anche questo.
«Non ti sembra di esagerare un po'?» le chiesi, a mo' di scherzo. Uno dei miei difetti più grandi consisteva proprio nell'essere pieno, anzi, stracolmo, di vanità: sapevo di avere un certo ascendente sulle donne e sapevo anche come usarlo a mio esclusivo vantaggio. Curare il mio aspetto esteriore mi faceva sentire più sicuro di me stesso, mi permetteva di rendere meglio persino sul lavoro. Mi permetteva di catalizzare l'attenzione di qualsiasi spettatrice. Mi permetteva di sentirmi un re pure senza corona.
«Fidati, quando ti chiameranno sul palco non sfigurerai, anzi.»
Scossi la testa, fingendo noncuranza. Il mio ego mi aveva appena trascinato sulla Luna. «E tu pensi che possano proclamare vincitore proprio me? Certo che le tue convinzioni sono proprio dure a morire.»
Lei mi fece un sorrisetto. «Esattamente. Sono sicura che ti chiameranno. Il tuo elaborato è una bomba.»
Sorrisi ancora. «Se lo dici tu.»
«A che ora parte l'aereo?»
Sollevai il lembo della camicia abbinata alla giacca elegante. «Tra mezz'ora», esalai. «Che dici, andiamo a prenderci un caffè?»
«Buona idea.»
Come dei serpenti, ci incanalammo attraverso un cunicolo per evitare la folla, quindi uscimmo dal negozio e ci avviamo nei pressi del Mc Café. Era una giornata calda e assolata, milioni di passanti troneggiavano sui marciapiedi e altrettante macchine sostavano sulla carreggiata. Attraversammo sulle strisce pedonali ed entrammo nel locale, piuttosto piccolo ma non meno accogliente.
Mi sembrava quasi impossibile che stessi per prendere il volo per Montreux. Contro ogni mia previsione, avevo trovato il coraggio di inviare il mio scritto alla redazione afferente al Concorso Annuale di Giornalismo soltanto poche ore prima della scadenza del bando, come fossi stato colto da una smania strana, ma non per questo ingiustificata. Nell'ultimo mese, io e la donna misteriosa c'eravamo sentiti talmente spesso da risvegliare in me quel turbinio di sentimenti che credevo morti per sempre. Persino quel coraggio di rischiare che per tanto e tanto tempo mi era mancato. «Sto seriamente cominciando ad affezionarmi a te», avevo trovato il coraggio di confessarle qualche sera prima. «Perché non ci vediamo? Muoio dalla voglia di sapere chi sei. Credo di non poter continuare ancora per molto con questa storia. Ho bisogno di vederti.»
«Lo desideri davvero?»
«Più di ogni altra cosa. Desidero conoscerti. Conoscere ogni parte di te. Anzi, non lo desidero... lo pretendo.» Mi stupii del mio stesso ardire, ma quella speranza mi eccitava ed emozionava allo stesso tempo. Durante quelle serate non facevamo altro che confidarci l'un l'altra sui nostri rispettivi problemi (anche se lei, al solito, si sbottonava quel poco che bastava a non lasciar trapelare nulla che mi facesse pensare a una donna già conosciuta), senza contare la condivisione delle tante aspettative che nascevano da quelle conversazioni spontanee, misteriose e non meno divertenti. Talvolta flirtavamo persino, e in quei momenti specifici mi accorgevo, tra l'altro, che l'approccio tenuto con lei non apparteneva al buon vecchio casanova di turno, bensì a un semplice uomo interessato a fare colpo su una donna che, di fatto, ammirava già dalla testa ai piedi. Il suo approccio con me, d'altra parte, non era assolutamente da femme fatale, eppure con una semplice parola riusciva a stimolare la mia fantasia suscitando in me sempre più curiosità. Mi intrigava da morire, ma non era la solita gatta morta. Mi strappava sempre una risata, ma le sue battutine erano tutt'altro che stupide. In buona sostanza, ci sapeva davvero fare, aveva uno charme tutto suo. E, senza neanche accorgermene, mi ero lasciato influenzare da quel tipo di corteggiamento che, forse, avevo adottato soltanto con Melissa.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...