Mi era sempre stato difficile capire se, nel quotidiano, fossi più propenso ad affezionarmi a un concetto, a una qualsiasi idea, a un qualsivoglia progetto, che non alla sua stessa realizzazione. Un film mentale poteva considerarsi di buona fattura se non brillante, persino esaltante. Un film mentale poteva essere comandato – e distorto – a proprio piacimento, la realtà, invece... poteva apparire catastrofica. Disarmante.
La realtà richiedeva l'assunzione di determinate responsabilità; le responsabilità, a loro volta, chiamavano a sé consapevolezza. Quella consapevolezza di sentimenti a cui non era possibile sfuggire. Sospirai piano e richiusi la porta della mia stanza d'albergo. Per quanto cercassi di negarlo, mi ero affezionato tanto a Benedetta. Alla donna misteriosa. All'idea di ricevere quelle chiamate notturne, al concetto che vi stava alla base: ovvero quello di non riuscire più a percepire quel logorante senso di solitudine, che per tanti anni scandiva le mie giornate. Ah, la donna misteriosa! Quanti miracoli aveva compiuto in così poco tempo! Quella donna aveva riacceso in me un'antica fiamma, una scintilla che credevo morta da tempo. Quella donna mi aveva strappato ai consueti pensieri malinconici che, di tanto in tanto, si prendevano la briga di venire a farmi visita. Quella donna che avevo desiderato così ardentemente, e non soltanto come compagna di una notte. Per l'ennesima volta, quel pensiero mi fece paura. Avevo provato desiderio per una donna che aveva la metà dei miei anni, e questo non mi era mai successo. Ma la cosa più sconvolgente non era certo quella. La donna misteriosa e Benedetta erano la stessa persona, e io ancora faticavo a crederlo. Percorsi il lungo corridoio che portava agli ascensori e sperai segretamente di non incontrarla. Non avrei saputo sostenere il suo sguardo; non in quel momento, almeno. Non avrei saputo cosa dirle, tantomeno come comportarmi. In poche parole, mi sarei sentito un pesce fuor d'acqua.Feci un bel respiro. Dovevo stare calmo e non pensare troppo. D'altronde, durante la serata non avevo fatto altro. Cosa provavo per Benedetta? Credevo davvero si trattasse di una semplice amicizia? Alla luce di quanto successo, potevo ancora definirla tale? Mi passai entrambe le mani nei capelli. Dio, mi sentivo così confuso! Il caos regnava, dentro di me. Come diavolo ne sarei uscito? E, soprattutto, cos'avrei dovuto fare quando io e Benedetta ci saremmo ritrovati vicini vicini sull'aereo? Premetti il tasto 0 e l'ascensore mi guidò verso il piano terra. Per un momento, mi voltai verso lo specchio alle mie spalle. Avevo due occhiaie da far paura, e a nulla valeva l'essermi vestito come mio solito: giaccia elegante marrone scuro, pantaloni classici, cravatta nera, scarpe stringate. E sguardo da morto. Guardai l'orologio. Tra meno di venti minuti, la sala adibita alla colazione sarebbe stata chiusa, potevo soltanto sperare che Benedetta avesse già terminato di rifocillarsi. Imprecai a mezza voce. Stavo temporeggiando e non era da me. Di solito andavo sempre dritto al punto, sapevo benissimo discernere cosa mi piacesse e cosa no, mi conoscevo perfettamente. Non scappavo come un coniglio spaventato.
Benedetta, a quanto pareva, aveva minato ogni mia certezza. Sapevo soltanto che dovevo riprendere in mano la situazione e non lasciarmi coinvolgere in qualcosa che fosse più grande del sottoscritto. A pochi passi dalla sala, non potei fare a meno di notare l'accozzaglia di piante ornamentali che infestavano ogni angolo della hall, assieme a una caterva di divani e poltroncine in ecopelle che poggiavano su una pavimentazione decorata da rombi circoscritti in dei quadrati.Tornai con lo sguardo verso la porta incriminata, anch'essa adornata da curiosi motivi geometrici, quindi feci un altro passo e la spalancai. Strabuzzai gli occhi. Di tutte le persone che potevo incontrare, guarda caso c'era proprio Megan Rossi. Quando lei alzò lo sguardo, io scostai prontamente il mio e, avviandomi verso il lato sinistro della sala, raccattai una brioche e una confezione di marmellata all'albicocca. Mi sedetti e mangiai un boccone. Non avevo intenzione di sostenere il suo sguardo, tantomeno perdermi in riflessioni ulteriori. Avevo già abbastanza problemi.
Peccato che la sfacciata di turno avesse deciso di raggiungermi seduta stante.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...