«Che dici se ci sediamo laggiù?» le chiesi, indicandole un posto più appartato nei pressi di un tavolo su cui poggiava un grande acquario pieno di pesci. «Oppure preferisci altrove?»
«Mi sembra giusto che stavolta sia tu a scegliere, no?»
Benedetta fece un timido sorriso, che ricambiai all'istante. «D'accordo, allora prendiamo posto che ho una fame che non ci vedo!» Il mio stomaco, in effetti, continuava a borbottare come se non mangiasse da mesi.
«Anche io, ma questa volta spero proprio di potermi gustare un pranzo come si deve in tutta tranquillità. Credo sia illegale doversi ordinare un misero panino perché poi, tra una mezz'ora esatta, bisogna tornare in ufficio.»
All'unisono, ci sedemmo al tavolo e aspettammo il cameriere. «Se ti stai riferendo a ieri, puoi stare tranquilla. Oggi pomeriggio non ci sarà nessuna riunione. Ergo: non abbiamo fretta. Contenta?»
Lei si limitò ad annuire e, di tanto in tanto, si guardava attorno, affascinata. «Non ero mai stata in questo ristorante, mi sembra molto grazioso. Queste tende di lusso, i tavolini decorati con graziose stampe ornamentali... Non avevo nemmeno notato tutti questi memorabilia* impressi sulle pareti.» Lo sguardo di Benedetta cadde su un paio di quadri autografati da attori famosi come Silvester Stallone, Leonardo di Caprio e Richard Gere. A un certo punto, scosse la testa e si abbandonò a una risata sommessa.
Inarcai le sopracciglia. «Cos'è, perché ridi?»
«Mia madre è super fissata con Richard Gere. Ha visto tutti i suoi film e ce li ha persino in DVD.»
«Tuo padre doveva esserne entusiasta, immagino.»
Benedetta stette al gioco. «Uh, lui era felice come una pasqua! Ogni singola domenica, si preparava alla serata più esaltante della sua vita!»
«Eh, cosa non si fa per amore...» commentai, scostando lo sguardo da lei. Per un istante, quella parola accese in me una strana sensazione. Forse perché non l'avevo più pronunciata, da quando... Scossi la testa. Amore. Sapevo più cos'era? Cos'era quell'amore che tutti sognavano? Quell'amore che tutti si ostinavano a rincorrere – spesso facendosi molto, ma molto male? Quell'amore che tutti battezzavano come l'ancora di salvezza per eccellenza? Non lo sapevo. Ormai da tempo non (ri)conoscevo il significato di quell'amore. Un sentimento a cui forse non credevo nemmeno più.
D'improvviso, percepii la mano calda di Benedetta sfiorare la mia. A quel contatto inaspettato, rialzai il capo e strabuzzai gli occhi. Proprio in quel momento, lei fece dietro-front e si mise a giocare con il tovagliolino di stoffa. Sembrava imbarazzata. «Scusami tanto, Malcom. Mi pareva che avessi la testa da tutt'altra parte, e così—»
«Ma figurati, non devi affatto scusarti! Hai fatto bene a richiamarmi, mi ero un attimo perso nel mio mondo. Stavo già pensando alle scartoffie del pomeriggio e mi stava salendo una certa preoccupazione.»
Lei mi guardò pensierosa, quindi scosse la testa. «Perché non sono sicura di crederti?» replicò, con tutta la calma del mondo. Mi concentrai sui suoi occhi verdi. «Ascolta, Malcom, ci conosciamo da un anno, ormai. Non vorrei suonarti indiscreta, ma, se lo desideri, non farti problemi a confidarti con me. Non voglio forzarti, sia chiaro. Ma sappi che ci sono.» Mi sorrise, incoraggiante. «Proprio come tu ci sei stato per me», aggiunse, in un secondo momento.
Continuai a scrutarla profondamente senza dire una parola, ma lei scostò – di nuovo – lo sguardo. Solo in quel momento me ne accorsi: quando la fissavo troppo a lungo, lei prendeva e scostava gli occhi dai miei. Ripensai alle parole di Christian: poteva aver fatto centro su di lei? Decisi di scacciare quell'assurda idea, quindi sorrisi anch'io. «È davvero molto gentile da parte tua. Ma non voglio assillarti con i miei problemi e acciacchi da ultraquarantenne. Parlami di te, piuttosto. Come procede il tuo lavoro? Stai continuando a trovarti bene?»
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...