Martedì
Dentro quel taxi si respirava un'atmosfera intrisa di un qualcosa a cui, forse, non avrei saputo dare un nome neanche tra cent'anni. Megan, che teneva lo sguardo fisso verso il finestrino, non aveva più detto una sola parola. Dal momento in cui l'autista ci aveva accolto nella sua macchina, un silenzio assordante aveva continuato a ronzare nelle mie orecchie. Mi ritrovai a pensare alle favolose sensazioni che, poco prima, ci avevano investiti. Ero sicuro che Megan mi avesse baciato con un trasporto pregno di sicurezza e altrettanto desiderio. Io non l'avevo costretta ad assecondarla, avrebbe anche potuto rifilarmi un sonoro schiaffo in faccia e allora, e solo allora, mi sarei comportato come un collega di tutto rispetto. Eppure, avevo fatto una promessa. E puntualmente, l'avevo infranta. Ma d'altronde, Megan Rossi mi affascinava. Possedeva una sensualità innata. Mi aveva sedotto, quasi senza accorgersene. No, temevo proprio che non si trattasse solamente di...
Strinsi il pacchetto di sigarette tra le mani. Avrei sbattuto volentieri la mia testa contro un muro, se soltanto fosse servito a dimenticare. Quando l'autista ci fece cenno di scendere, mi affrettai a chiedere il conto e uscii dalla vettura. Di corsa, raggiunsi l'entrata dell'hotel, con Megan al seguito. Estrassi la tessera della stanza dalla tasca della mia giacca. «Tieni, comincia pure a salire. Ti raggiungo tra una mezz'oretta, d'accordo? Così... hai tutto il tempo per cambiarti», le dissi. A stento, la guardai negli occhi. Sembrava mortificata, ma forse era soltanto una mia impressione. Senza dire una parola, annuì con il capo e prese la card. Ci sfiorammo le mani, impercettibilmente. Ma le ritirammo subito, come scottati. Estrassi una sigaretta e, con rinomata disinvoltura, me la portai alla bocca. Dopo averla accesa, ne aspirai il fumo con tutta la rabbia che avevo in corpo. Sì, ce l'avevo con me stesso. Avevo ceduto all'impulso di baciarla, avevo lasciato che i miei stupidi ormoni si attivassero, come al solito, contro la mia ferrea volontà di non cascarci con tutte le scarpe.
Ma c'ero dentro. C'ero dentro fino al collo.
Quell'assurda consapevolezza mi fece venire un improvviso batticuore. Provavo qualcosa per quella donna? No, doveva essere uno scherzo. Io non provavo niente, per lei. Al di fuori di una semplice stima, di una mera attrazione fisica che si manifestava ogni singola volta che la sfioravo. Di un'ammirazione talmente cieca da sconvolgermi tutti i sensi. Ma non era certo questo, l'amore. E io lo sapevo molto bene. Eppure... non capivo per quale motivo rimuginassi così a lungo sulla reazione di Megan. Mi dispiaceva così tanto il suo rifiuto? Era davvero il mio ego a soffrirne? Oppure... oppure si trattava del mio cuore? Scossi la testa, quindi gettai la sigaretta verso la strada, con un gesto sprezzante. A passo cadenzato, rientrai in albergo. Il mio cuore aveva smesso di battere molto tempo fa. Io non ero altro che un corpo vivo, ma, al tempo stesso, morto e sepolto. In stato puramente vegetativo. No, io non credevo alla quiescenza. Non provavo emozioni, al di fuori di quelle corporee che, invece, si manifestavano ben volentieri. Recuperata la giusta convinzione, salii le scale e mi avviai in camera. Bussai alla porta un paio di volte. La stessa si aprì quasi all'istante, o meglio: la scoprii socchiusa. Megan l'aveva schiusa quel tanto che bastava a farmi entrare. Quando lo feci, mi paralizzai all'istante. La fioca luce dell'abat-jour illuminava la sua figura quel tanto che bastava a farla sembrare un angelo. Era girata di spalle, una lunga vestaglia di seta bianca le ricopriva il sinuoso corpo che, tutt'a un tratto, mi pareva scosso da qualche leggero tremore. Non comprendevo perché si trovasse proprio lì, immobile, al centro della stanza, che... che sembrava non avesse più pareti, come affermava la celebre canzone di Gino Paoli. Lei occultava tutto il resto; c'era solo e soltanto lei. Lei e quella flebile luce che rendeva l'atmosfera così intima, così familiare... tremendamente particolare.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...