Capitolo VI - Here Comes The Sun*

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Non era stato facile spiegare a Megan che avrei fatto più tardi del previsto. D'altra parte, non mancavo di accorgermi che ogni qualvolta passavo del tempo con Benedetta, questo tempo volava. Volava via con leggerezza e con una velocità impressionante. Dopo aver pranzato insieme, ci eravamo rintanati nella mia macchina e le avevo mostrato il CD degli Uriah Heep. Ricordavo ancora l'espressione di pura meraviglia che mi aveva rifilato nel momento stesso in cui le avevo rivelato cosa stessi ascoltando quella mattina. Un'espressione gioiosa e non meno affascinata, che mi aveva accompagnato per tutto il tragitto verso casa Megan. Era proprio questo, quello che mi piaceva più di lei. Il suo modo di stupirsi per ogni singola cosa, anche la più piccola. Il suo modo di raccontarmi della sua folle passione per l'hard rock, il suo modo di canticchiare quei brani tutt'altro che delicati.

«Look At Yourself è un gran bel disco. Tra l'altro, è stato uno dei primi vinili che mi ha regalato papà. Lo ascoltavamo spesso insieme», mi aveva confidato.

In quel momento, avevo intravisto nei suoi occhi un forte velo di malinconia. Era stato istintivo, per me, regalarle seduta stante un sorriso incoraggiante e condividere con lei parte della mia infanzia. «Anch'io ascoltavo spesso dischi con papà. Ed era sempre un'esperienza esaltante. Tra l'altro, dopo l'ascolto, ne scriveva sempre le recensioni ed è stato in una di quelle occasioni che mi sono detto Ma sì, anch'io da grande voglio fare il giornalista! Ricordo ancora quando trovai il coraggio di dirglielo. Nemmeno ai tempi il mestiere era particolarmente redditizio, a dispetto di molti altri lavori che richiedevano numerose competenze tecnico-scientifiche.»

«E come ha reagito?»

«Meglio di quanto mi aspettassi. Mi ha comprato una bellissima macchina da scrivere e, da quel giorno in poi, non ho più smesso di lavorarci sopra.»

«Sai, a volte mi piace pensare che sia stata proprio la passione per la scrittura a farci incontrare», aveva replicato Benedetta, sorridendo appena.

«Dimentichi la musica», avevo risposto, indicando lo stereo.

«Hai ragione. La musica è stata la causa scatenante, in effetti.»

«Non potevo starmene zitto davanti a una maglietta dei Deep Purple

«E non le hai ancora viste tutte», aveva replicato lei, sorniona.

Mi era scappata una risatina e avevo scostato lo sguardo. Quando voleva, ci sapeva davvero fare. «Mi sta forse invitando a far parte del suo armamentario, signorina Carisi? Credo che il mio armadio, a questo proposito, sia fornito tanto quanto il suo, sa?» Ero tornato a guardarla e mi ero scontrato con uno sguardo talmente intenso, che per un istante avevo creduto che il mio cuore sarebbe uscito dal petto.

«La sto invitando a far parte della mia vita, signor Stone. Niente di più.»

Quel suo coraggio, ancora una volta, mi aveva spiazzato. Quelle timide ma risolute parole rimbombavano ancora nella mia testa, e la mia reazione era stata un tutto dire. Non ero riuscito a blaterare nulla, avevo semplicemente rimesso in moto la macchina e l'avevo portata a casa sua. La musica aveva riempito il silenzio dell'abitacolo, e allo stesso tempo aveva zittito la mia confusione interiore. Quella frase mi aveva fatto un certo effetto, non lo potevo negare.

Consultai l'orologio per l'ennesima volta. Le ventidue e trenta. Avevo fatto veramente tardi, ma tra una chiacchiera e l'altra era stato inevitabile intrattenermi con Benedetta almeno fino alle ventuno e trenta. Poi, dopo essere tornato a casa con il semplice pretesto di una doccia rigenerante, avevo cominciato a prepararmi mentalmente per l'incontro con Megan. Ispezionai meglio la zona circostante. La casa sorgeva su di una piccola collinetta e non sembrava poi troppo vicina alle altre. Il giardino che la circondava ospitava piantine di vario genere, nulla sembrava essere lasciato al caso. Mi avvicinai alla porta, illuminata da un piccolo lucernario che spiccava dall'alto, e solo in quel momento mi accorsi che sul campanello, assieme alla dicitura Megan Rossi, ve ne era un'altra, che però era stata più volte cassata con un pennarello indelebile. Scrollai le spalle, ma poco prima che suonassi alla porta, Megan l'aprì.

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