L'aveva cercata dappertutto, con scarsi risultati. La sala adibita ai festeggiamenti non era molto grande, ciononostante non era riuscito a cavare un ragno dal buco. Scusarsi con Benedetta sarebbe stata un'utopia. Il party era finito ormai da un pezzo, eppure non aveva incrociato neppure Megan e Malcom. Se la staranno spassando per bene, pensò, disgustato. Per l'ennesima volta, Gilberto percorse il perimetro dell'edificio con una certa smania, ma non c'era traccia di Benedetta. Doveva farsene una ragione e tornarsene a casa. Sapeva di essersi comportato nel modo peggiore con lei, ma l'argomento Megan tirava fuori dei lati oscuri, di cui lui stesso non smetteva di sorprendersi. Si accasciò, sfinito, sul sedile della sua auto. Non poteva continuare così. Il dolore lo stava dilaniando; pensare di continuo a lei lo stava distruggendo. Non aveva mai sofferto così tanto per una donna, come non avrebbe mai trovato requie se si fosse concentrato sul fatto che, tra qualche mese, il divorzio sarebbe stato definitivo.
Nell'ultima settimana, aveva spesso considerato l'idea di partire per un lungo viaggio. Staccarsi da tutto e da tutti avrebbe potuto aiutarlo a ricominciare, o perlomeno a sentirsi parte integrante di un mondo a colori; quei colori con annesse sfumature che non vedeva più da molto tempo.
Ripensò alla serata appena trascorsa. Se non ci fosse stato Alex, probabilmente si sarebbe rintanato in un angolino del locale ingurgitando pinte di birra fino a perdere il senso della realtà. Ma a cosa sarebbe servito, se non a spegnere il cervello per qualche ora buscandosi, tra l'altro, un lancinante mal di testa?
Sollevò il polsino della camicia e consultò l'orologio da polso. Erano appena passate le due, e lui non era ancora tornato a casa, malgrado avesse promesso ad Alex che non avrebbe cincischiato nel cercare Benedetta. Verso mezzanotte e trenta, e quindi relativamente presto, l'amico aveva ricevuto una telefonata dalla sua Marta ed era scattato sull'attenti seduta stante, dato che sarebbe dovuto andare a prenderla, quindi aveva salutato Gilberto raccomandandogli di non pensare a niente, se non a godersi il resto della serata. Inutile dirlo: non appena Alex si era dileguato, la malinconia e la tristezza più nera avevano abbrancato Gilberto con ferocia, senza che avesse l'opportunità di sfuggire a quel pericoloso circolo vizioso da lui stesso alimentato. Chiuse gli occhi e provò a lasciarsi andare. Anelava la luce del giorno come quei gruppi di pescatori che, solcando l'orizzonte con le loro barche, aspettavano che l'alba spuntasse di nuovo e che fosse, anch'essa, testimone di una pesca vivace e fruttuosa.
*
Sulle prime, non si accorse che il suo cellulare stava trillando con una certa insistenza. Gilberto si stropicciò gli occhi e, ancora assonnato, lo afferrò dal cruscotto e rispose alla chiamata.
«Gil, ieri sera mi avevi detto che saresti tornato subito a casa! Si può sapere dove sei?» si sentì dire, le gambe ancora indolenzite.
Gilberto allontanò l'aggeggio dall'orecchio destro e si stiracchiò. «Vuoi farmi diventare sordo, per caso? E poi, ti stai forse allenando a recitare la parte del genitore apprensivo?» Gli scappò un silenzioso sbadiglio. «Ho trentasette anni, non cinque!»
«Be', ti confesso che non mi dispiacerebbe affatto diventare padre!» ribatté l'altro. «Ma non è questo il punto. Sono preoccupato per te, non vorrei che facessi qualche cavolata, tutto qui.»
Gilberto inarcò le sopracciglia, quindi gli scappò un sorriso. «Sarò pure un disperato, ma non ho mica perso le mie facoltà mentali! Comunque sia, mi sono addormentato senza preavviso qui in macchina, adesso metto in moto e me ne torno a casa.» Con scioltezza, inserì la chiave nel quadro e, dopo aver raccomandato Alex di non preoccuparsi più del dovuto, fece marcia indietro e si accinse a percorrere una stradina acciottolata e non meno dissestata. Mentre l'attraversava, azionò i tergicristalli. Malgrado uno spicchio di sole fosse riuscito a guadagnarsi il proprio spazio tra la fitta coltre di nubi che ammantava il cielo, la pioggia continuava a scandire incessantemente un ritmo dalla cadenza regolare e non meno rilassante. La piazza del centro cittadino non era poi così affollata, ma l'uomo era certo che, tra meno di due ore, si sarebbe riempita di turisti.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...