Alex si sentiva rodere dall'ansia. Mentre aspettava Gilberto, aveva fatto una puntata nella tabaccheria più vicina del quartiere per comprare il solito pacchetto di sigari cubani, quindi l'aveva tenuto tra le mani guardandone, di tanto in tanto, le solite avvertenze inerenti all'uso e consumo di tabacco. Non vi si era mai soffermato più del dovuto, in verità, ma stavolta quello che la scritta profetizzava fu per lui un colpo al cuore.
L'assunzione prolungata di nicotina contribuisce all'insorgenza dell'infertilità. Smetti subito.
L'uomo fece una smorfia. Non che non sapesse che fumare abitualmente condizionasse in modo irreversibile le funzionalità sessuali e corporee di qualsiasi individuo, eppure quel monito aumentò seduta stante i suoi sensi di colpa nei confronti di Marta. Se non avesse mai cominciato ad assumere quella scomoda abitudine, avrebbe forse potuto evitare la diagnosi che gli era stata fatta? Scosse la testa. Il suo era un problema organico che prescindeva dal fumo, ma qualcosa gli diceva che l'essere dipendenti dalla nicotina non avesse contribuito al suo benessere generale. A dire il vero, da quando lui e Marta avevano deciso di comune accordo di avere un bambino, Alex si era ripromesso di smettere del tutto con quello sporco affare, e a poco a poco ci stava riuscendo.
Certo, la sua era stata un'ardua prova di resistenza e per i primi due mesi aveva fallito miseramente. Poi, però, aveva pensato di farlo solo per Marta, cosicché i suoi tentativi assunsero un significato del tutto diverso. Con pazienza e perseveranza, nel corso del tempo aveva drasticamente diminuito il numero di sigari che solitamente fumava ogni giorno, fino ad arrivare al non accenderne nemmeno uno per due intere settimane. Molto spesso, per facilitare quel compito, aveva persino evitato di parlare con i suoi colleghi d'infanzia – da sempre fumatori incalliti –, isolandosi in ufficio con la scusa di dover lavorare duramente e senza pause per produrre il miglior articolo che avesse mai scritto. Soltanto con Gilberto aveva sopportato la scomoda presenza della sigaretta, anche se, per sua fortuna, l'amico era tornato a usufruirne molto raramente, preferendo di gran lunga tenersi occupato facendo sport.
Marta, dal canto suo, non sembrava essersi accorta del suo miglioramento, e lui gliel'aveva semplicemente taciuto. Avrebbe tanto voluto farle una sorpresa, dirglielo al momento più opportuno, ma alla fine era stato lui a ricevere la sorpresa delle sorprese. Così, tutti gli sforzi di Alex divennero vani e, se possibile, aveva ricominciato a fumare persino più di prima. Sì, senza il vizio del fumo poteva senz'altro vivere, dato che per ben due settimane era riuscito nell'intento di resistere alla tentazione. Ma ora che lo stress, la frustrazione, le continue insicurezze e paure la facevano da padrone, Alex non riusciva proprio a distaccarsene, e quel nobile proposito era finito nelle grinfie dell'oblio. Quel pacchettino che teneva tra le mani, però, lo faceva sentire colpevole. Sbagliato oltre ogni dire. Malgrado conoscesse tante coppie di fumatori, sposate e con figli, Alex non avrebbe mai voluto che i suoi, di figli, potessero ereditare da lui quella schiavitù. Anche per quel motivo si era proposto di smettere. Era convinto che, perlomeno nella maggioranza dei casi, il primo esempio di vita passava per i genitori, nonostante poi la vita stessa potesse metterci del suo. Ora, però... non trovava più alcun senso ai suoi ragionamenti, per quanto fossero giusti. Poteva smettere per se stesso, guadagnarci in salute e gettarsi tutto alle spalle, ma temeva che non sarebbe riuscito nell'impresa.
La motivazione forte, quella principale, era sfumata sotto ai suoi occhi e lui non trovava più motivo alcuno per portare avanti il suo vecchio proposito. Ciononostante, l'ansia continuava ad annientargli il petto e lo stomaco. La sola idea che Gilberto potesse scoprire la realtà dei fatti lo lasciava sgomento. Non riusciva ancora a dirlo ad alta voce. Non riusciva a dirsi che non avrebbe potuto, e non soltanto perché fosse dura accettare la realtà. Lui aveva sempre potuto ogni cosa. Lui aveva sempre ottenuto tutto quello che si era prefissato di fare, aveva raggiunto ogni singolo obiettivo. E adesso, per la prima volta in vita sua, si ritrovava a combattere con l'infausto destino, con un terribile senso di impotenza non del tutto difforme dalla morte. Non c'era nulla che potesse fare per cambiare la sua condizione. Non v'era riparo alcuno dalla crudele sentenza ricevuta.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...