Capitolo XIII - Stagnation*

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«Mamma, papà, è quello giusto. Lo so per certo. È un ragazzo così alla mano, sensibile e simpatico! Così colto e affascinante. Studia lettere, sapete? E poi, avete visto com'è vestito? È semplicemente divino!»

Il padre sbuffò. La madre, invece, la prese sul ridere, probabilmente intenerita dall'atteggiamento della figlia.

«E poi, udite udite, non segue il calcio!» sputò ancora Marta, euforica.

«Dì un po', stai forse offendendo il tuo vecchio?» scattò allora il padre, con un tono vagamente pungente.

«Ma papà, non devi essere geloso di lui!» lo schernì Marta.

Uno schiocco improvviso fece pensare ad Alex che lei gli avesse appena rifilato un bacio sulla guancia.

«Divino di qua, divino di là. Non fai altro che ripeterci questa cosa da mesi», replicò il genitore, più morbido.

«Che posso farci se lui è così...»

«Così?» riprese la mamma.

«Così di classe!» esclamò Marta. «Davvero, sono seria», continuò, la voce parve tremarle un poco. «Lo so che ci conosciamo da poco, ma sento che insieme a lui farò un viaggio fantastico. E che sarà molto, molto lungo.»

«Non ti starai sbilanciando un po' troppo?» riprese il padre.

«Non credo. Certe cose si sentono a pelle. E l'affinità che ho con Alex è spaventosa.»

Alex sorrise come uno stupido. Ogni volta che ripensava a quelle parole sentiva un'emozione così forte. Forse la più forte che avesse mai provato. In quel periodo, lui e Marta stavano insieme da appena un anno e lei aveva tanto insistito perché conoscesse i suoi genitori. Alex aveva accettato di buon grado quella proposta – anche se in parte la giudicava prematura –, covando però una certa ansia.
«Vedrai, gli piacerai di sicuro», lo aveva rassicurato Marta, felice.

E se così non fosse? aveva pensato lui, senza esprimerle a cuore aperto quel pensiero. Vederla entusiasta era tutto ciò che desiderava e non riusciva proprio a spegnere le sue speranze.
E quando il fatidico giorno delle presentazioni arrivò, lui aveva indossato il suo completo migliore – malgrado l'eleganza fosse già un suo marchio di fabbrica – e, con garbo e gentilezza, aveva tentato di nascondere agli occhi dei genitori di Marta tutta la tensione che aveva accumulato durante la settimana.
Questi l'avevano accolto con sincero entusiasmo, malgrado il papà fosse rimasto un po' più sulle sue, perlomeno all'inizio.
E quando Alex si era allontanato per un paio di minuti assecondando il bisogno di andare in bagno, Marta aveva parlato di lui ai genitori sperticandosi in quel profluvio di lodi.
Non appena stava per rientrare nel soggiorno di casa Visconti, si era fermato sulla soglia nascondendosi dietro la porta e aveva sentito ogni cosa.

Le parole di Marta e il suo tono di voce, entusiastico e non meno emozionato, lo avevano colpito profondamente. Forse qualcun altro si sarebbe spaventato a morte a seguito di quelle dichiarazioni così forti, ma non lui. Aveva sempre desiderato donare e ricevere amore, e finalmente aveva trovato la sua metà.
Qualcuno con cui parlare di tutto e vivere esperienze anche al di fuori dell'ordinario, qualcuno con cui scoprirsi uomo ogni giorno.
Sotto tutti gli aspetti.
Malgrado non gliel'avesse ancora confessato, era terribilmente innamorato di lei. E il semplice fatto che Marta ricambiasse il suo sentimento lo aveva commosso a tal punto che, se fosse stato tutto solo in camera sua, avrebbe versato ben più di qualche lacrima. E sarebbero state lacrime di pura e incontenibile felicità.

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