Fu con largo anticipo che Alex iniziò a raccogliere più informazioni possibili riguardo ai casi e alle procedure di affido. Da quando la sua Marta aveva acconsentito ad accogliere un bambino in casa loro, lui non stava più nella pelle e dedicava buona parte del suo tempo libero a leggere qualche saggio sull'argomento coinvolgendo, alcune volte, la stessa consorte.
In parte ammetteva di vederla preoccupata e non troppo entusiasta – non quanto lui, almeno –, ciononostante cercava comunque di pensare positivo. Non voleva rinunciare alla possibilità di essere completamente felice. E sotto sotto sperava che Marta, prima o poi, volesse considerare anche l'adozione come possibilità.Il peso del senso di colpa, però, gli gravava tuttora sulle spalle. Avrebbe tanto voluto confessare a Gilberto la verità, ma proprio quando si era deciso a farlo aveva saputo che avrebbe dovuto partire per Bologna e rimanervi per qualche settimana. Quanto ai genitori di Marta, era stato davvero difficile rivelargli che non sarebbero mai diventati nonni.
«Ho ritirato le analisi qualche mese fa», aveva detto Alex in tono sommesso qualche giorno dopo il suo compleanno. Marta, intanto, lo sosteneva per le spalle e gliele stringeva di tanto in tanto, come a dargli coraggio. «Io e Marta vorremmo tentare la via dell'affido. Non possiamo avere bambini.»
Dopo aver pronunciato quella frase a voce alta, gli ci era voluta tutta la forza del mondo per sostenere lo sguardo afflitto dei suoceri. I due l'avevano abbracciato senza pensarci e Alex aveva ricambiato la stretta aggrappandosi a quel sostegno che, da parte loro, non era mai mancato.
Non si erano profusi nel solito ci dispiace, piuttosto avevano sorriso appena per poi dire a entrambi: «il bambino che vi affideranno sarà molto fortunato.»
Quelle parole erano state come un balsamo per Alex. Non si era sentito giudicato, tantomeno compatito. Ancora una volta, si era sentito membro effettivo della famiglia e, una volta tornato a casa, aveva dispensato tutto il suo affetto alla moglie, felice di aver superato la difficile prova che gli aspettava.
Alex ripensò a Gilberto. Era contento che si stesse ricostruendo una vita e avesse trovato la strada per tornare a concentrarsi sul futuro. Ed era ancora più felice del fatto che l'indomani sarebbe tornato a Firenze, così avrebbe finalmente potuto dirgli tutto.
«Disturbo?» Marta bussò alla porta del suo studio e l'uomo la accolse con un sorriso.
«Entra», le fece, mettendo da parte le solite scartoffie.
La consorte posò la tazzina di caffè e il dolcificante sulla scrivania. Era già pronta per uscire e Alex non mancò di gettarle un'occhiata colma di interesse. «Finalmente l'hai indossata», commentò con un sorrisetto, riferendosi alla pregiata camicia di seta rosa con risvolti che le aveva regalato mesi prima. «Credevo che sarebbe rimasta nell'armadio per i prossimi dieci anni.»
Lei gli rifilò un pugno sul braccio. «Stupidino», gli rispose, nascondendo a stento un sorriso. «Stavo giusto aspettando l'occasione perfetta per indossarla.»
L'uomo l'attirò a sé, stringendole i fianchi. «Ah sì?»
«Pensavo di andare all'opera con te stasera. Che ne pensi?»
«Mmm... non hai mai apprezzato molto l'opera. A cosa devo l'onore?»
Lei fece spallucce. «Cos'è, non posso accontentare il mio uomo di tanto in tanto?»
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Oltre L'Orizzonte
Literatura Feminina[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...