Capitolo IX - Se Perdo Te

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Continuò ad accarezzarla con la punta delle dita e parte del palmo con una delicatezza e un timore senza pari. Le sfiorava le curve dei fianchi e della schiena senza scostare lo sguardo dalla sua figura, era come ipnotizzato. Il suo cuore batteva così forte da lasciarlo senza fiato. Ripensare a tutte le sensazioni che aveva provato nell'unirsi fisicamente con Megan lo trascinava in una condizione idilliaca, di beatitudine assoluta. Il piacere che provava in quei momenti era talmente intenso da stordirlo. Sospirò piano. Sapeva che, con il tempo, si sarebbe del tutto abituato a quel genere di intimità, ma la verità era una sola: fare l'amore con lei non gli sembrava reale. Gli sembrava troppo straordinario e, anzi, al netto dei suoi trentasei anni, quasi si sentiva come un adolescente che, per la prima volta in vita sua, si apprestava a scoprire il sesso e i suoi misteri. Dopo l'amore, aveva continuato a stringerla forte tra le braccia, l'aveva baciata ancora una volta sulle labbra per poi abbandonarsi con lei tra le grinfie del buon Morfeo. Non l'aveva mollata un attimo, però. 

Sorrise. Una parte di lui temeva di svegliarla, o forse... di svegliarsi. Non voleva destarsi da quel sogno, non voleva che Megan etichettasse tutto come un errore. Esatto: temeva più di ogni altra cosa che lei tornasse a chiudersi a riccio e a negargli quell'affetto che per troppo tempo aveva sperato di ricevere. Se soltanto avesse visto in lei anche solo un minimo riflesso di quegli stessi dubbi che tanto lo attanagliavano, molto probabilmente si sarebbe di nuovo sentito al punto di partenza, vittima di un amore a senso unico che, alla lunga, non avrebbe più potuto sopportare. Si incupì tutt'a un tratto. Poteva forse vivere all'insegna di un rapporto in cui le certezze che stava cercando da mesi parevano non presentarsi mai? Poteva davvero continuare a convincersi del fatto che tutto stesse andando secondo i piani?

Una sgradevole sensazione di fastidio prese piede dentro di lui. Poi, però, ripensò al piacere travolgente che aveva provato in quegli ultimi istanti nei quali, stremato e appagato, aveva chiamato a gran voce la sua Megan, finendo per baciarla con infinita passione e altrettanta disperazione. Lei, però, non l'aveva affatto guardato negli occhi, accucciandosi nell'immediato sulla sua spalla emettendo i consueti sospiri post-orgasmo. E lui (poco prima che la sonnolenza avesse la meglio), malgrado si sentisse fisicamente soddisfatto e fosse stato accecato dalla commozione, non aveva avuto il coraggio di proferire parola, di chiederle se anche lei avesse provato il suo stesso piacere, le sue stesse sensazioni. Aveva avuto paura di incrociare il suo sguardo, di non vedere nei suoi occhi quel bagliore che, inevitabilmente, si presentava ogni singola volta che aveva sperimentato l'unione sessuale con le sue ex fidanzate. Certo, alla fin fine per lui non erano state altro che mere scopate, non aveva mai detto ti amo a nessuna di loro, per quanto fosse attratto, in egual misura, dal fisico e dal carattere di entrambe. Tutto questo, però, lo aveva appurato soltanto quando aveva conosciuto Megan. Per lei provava un viscerale attaccamento, con lei si era ritrovato a constatare che stesse facendo davvero l'amore, non del semplice sesso. Ammetteva, però, di percepire comunque un misterioso senso di incompletezza durante quei momenti di intimità con la moglie. Ma d'altronde, avevano appena cominciato a scoprirsi meglio fisicamente ed erano, quindi, alle battute iniziali; e, in cuor suo, Gilberto sperava, con i giusti tempi, di toccare con mano quei livelli di confidenza che sarebbero dovuti esistere in una coppia sposata, di essere testimone di quel senso di abbandono totale che si mescolava, però, alla cieca e incontrollabile voglia di regalare più piacere possibile all'altro per elevare a dismisura la propria soddisfazione, senza vergognarsi di chiedere né chiedersi a vicenda cosa desiderassero davvero. In sostanza, Gilberto sentiva l'esigenza di farsi conoscere e, allo stesso tempo, ravvisare le necessità di Megan, nonché renderla partecipe di tutto quello che riguardava la sfera sessuale, psicologica ed emotiva che lo caratterizzava come persona. D'altronde, era o no suo marito?

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