Martedì
Avevamo trascorso una piacevole mattinata. Io e la Rossi ci eravamo abbandonati a un'affascinante perlustrazione della Galleria fiorentina a suon di battutine e sguardi di fuoco. Perlomeno da parte mia. Notai con sorpresa che la mia collega, il più delle volte, distoglieva l'attenzione da quelle (semi)false avances con ammirevole costanza, parlando di argomenti ben lontani da quelli propinati dal mio cervello.
Una parte di me, quasi cominciò a pensare che stessi davvero esercitando un certo ascendente su di lei. Io volevo tuttora servirmi della mia arte di casanova, affinarla, lasciare che quelle provocazioni la confondessero oltre misura. In poche parole, volevo vendicarmi di quanto accaduto poche ore prima, ma, al tempo stesso, volevo intrigarla, farle capire cos'avesse perso sin dall'inizio. Un forte conflitto interiore, tra l'altro irrisolto, aleggiava in me. Ma il mio desiderio per lei era talmente intenso, che soltanto ripensare all'accecante sensualità che Megan mi aveva dimostrato su di quel letto, provocava in me un folle brivido. Quello dell'eccitazione. Il mio orgoglio, solitamente, resisteva a ogni sorta di richiamo, ma a quello primordiale non poteva esserci scampo. Non avevo un rapporto sessuale da almeno una settimana, e a questo non ero affatto abituato. Gli effetti dell'astinenza cominciavano a farsi sentire, e tenermi vicino a quella diavolessa mi faceva un male tremendo. Contenere l'irrefrenabile impulso che mi coglieva quando ero al suo fianco era sempre più difficile. Mi sorpresi altrettanto a pensare, però, che quei giorni di riposo forzato fossero trascorsi a gran velocità.«Che ne dici di quel ristorantino laggiù? Mi sembra ottimo per placare la fame che attanaglia il nostro stomaco.»
«Ma non i nostri bollenti spiriti», esalai, regalandole l'ennesima occhiata sfacciata.
«A quelli penseremo più tardi», rispose Megan, stando al gioco.
«Ci conto.» Motteggiai parzialmente l'evidente falsità che celava quell'asserzione. Sarebbe stato molto più semplice se lei fosse stata, almeno un poco, attratta fisicamente dal sottoscritto. Quella mattina, malgrado il suo insulso giochetto, non mi era parso di notare un reale interesse verso il mio corpo, che, diciamocelo, non era poi troppo scolpito a regola d'arte – anche se, di contro, dimostrava di mantenere una buona tonicità. Era tutto nella norma, tanto per capirci. Le altre donne, a ben guardare, avevamo amato sfacciatamente quel corpo, vi avevano tracciato i percorsi immaginari più strampalati che riuscissero a creare, vi avevano stampato i baci meno casti che potessero propinargli. E io, come appurato ormai da anni, avevo un ego profondamente smisurato. E la Rossi, sin dal primo momento, aveva tentato di spegnerlo del tutto. Per non parlare di quella Summer – in arte Stefanie. Non avrei mai dimenticato quell'orribile esperienza, tra l'altro non avevo più testato la mia forza virile da quella sera. Avevo commesso l'irreparabile errore di rifiutare Melanie nel momento del bisogno, del riscatto, del rimbambimento totale cui ero caduto. E ora, ne stavo pagando care le conseguenze.
«Cosa preferisci? Costata di maiale o bistecca alla fiorentina?» le chiesi, non appena prendemmo posto.
«La seconda, ti ringrazio», mi rispose Megan, senza troppi giri di parole.
La scrutai dall'alto in basso; lo facevo spesso con le persone, quando i dubbi attanagliavano la mia mente. «Qualcosa non va?»
«Perché me lo chiedi?» Indurì la sua espressione.
Sul momento, non replicai. Mi sembrava pensierosa. Distaccata. In un mondo tutto suo. «Sicura di stare bene?» reiterai, volevo che lei mi dicesse che non mi stavo sbagliando.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...