Capitolo II - Think Of Me With Kindness*

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Consumare un'altra notte di pura passione non rientrava nei miei piani, ma ammettevo che, ogniqualvolta mi soffermavo a guardarla, un brivido di pura eccitazione si diramava, dalla schiena, sempre più in basso; e il tutto accadeva in meno di un secondo.
Sospettavo che Megan stesse puntando tutto sul sesso, sull'avvenenza fisica di cui riusciva a fregiarsi. I suoi atteggiamenti lasciavano quantomeno presagire scenari non proprio consoni a una bella chiacchierata, magari di fronte a un buon caffè.
Certo, eravamo appena stati a cena, ma la scelta del locale – Gram's House – non era stata così ottimale. La musica a palla non ci aveva permesso di discutere.
In verità, era stata proprio lei a chiamarmi per fissare un altro appuntamento. Sulle prime, mi convinsi che volesse parlarmi dell'altra notte, ma poi, visto l'atteggiamento che aveva tenuto nei miei riguardi, avevo capito subito che avrebbe volentieri rimandato la discussione a data da destinarsi.
O meglio, voleva prima fare altro. E poi, magari, passare al resto.

Doveva essere cambiata molto negli ultimi anni, o forse era rimasta sempre la stessa persona, ma io non l'avevo minimamente vista per quella che era davvero.
Dal non volersi mai mostrare troppo per timore che un uomo potesse fare chissà quali pensieri su di lei (queste erano state le sue parole sin dal primo istante in cui l'avevo conosciuta), aveva cominciato a indossare vestiti anche troppo succinti, che accentuavano quella sensualità innata e, per certi versi, subdola.
Durante la cena, seppur con molta difficoltà a causa del volume troppo alto della musica, avevo tentato di spiegarle che la notte scorsa mi ero lasciato trascinare, che non avevo più sfruttato il mio corpo per fini sessuali e che quindi, per ben tre anni, mi fossi esonerato dal vivere l'intimità con qualsiasi altra donna.

«Ho puntato tutto sul lavoro», le spiegai per l'ennesima volta usciti dal locale, mentre lei mi rifilava uno sguardo in cui stavolta percepii tenerezza.

«Sono disposta ad aspettare, Malcom.
Te l'ho detto. Non importa se non provi più le sensazioni di allora. Voglio solo che tu non ti faccia troppi scrupoli e che segua i dettami del tuo corpo. Io ti desidero, e so che anche per te è lo stesso.»
Mi sfiorò sensualmente il colletto della camicia e lo sguardo da subdola tentatrice ritornò, trionfante, a rivestire il suo viso.
La lasciai fare, se non altro per cercare di notare qualcosa di più, in quello sguardo da perfetta predatrice. Ancora una volta, però, mi sembrò di combattere con una perfetta estranea. Eppure, non riuscivo ad allontanarla, quell'estranea.
Per quanto volessi contraddirla, il mio corpo mi tradiva, e lo sentivo ribollire sotto i vestiti. Tornai a guardare Megan con occhio analitico.

Mi ero presto reso conto di quanto il suo matrimonio fosse stato infelice e, di sicuro, poco avvezzo a effusioni di natura intima – o almeno così aveva lasciato intendere.

«Non che lui non volesse, anzi. Ero io il problema», mi aveva confidato poco prima.

Da quelle parole, capii che Megan aveva un forte bisogno di sentirsi di nuovo donna, e per certi versi aveva trovato in me l'uomo che poteva risvegliare i suoi sensi, quell'uomo con cui poter attuare tutte le sue fantasie, anche le più spinte.

Ammetto che quelle parole attivarono un campanello d'allarme nella mia mente.
Non avevo mai avuto in testa idee "troppo particolari" inerenti al discorso sessualità, malgrado la mia indole fortemente passionale. Non amavo certe... pratiche, se così potevo definirle, soprattutto quelle estreme. Eppure, avevo la netta impressione che Megan non avrebbe disdegnato provarne alcune.
Non che trovassi poi così strana la cosa e che non pensassi che anche le donne meritassero il loro spazio, come di esprimere a cuore aperto i propri desideri. Quello che più mi stupiva era la sua ambivalenza, il modo con cui era riuscita a nascondere ai miei occhi la sua vera indole.
Io, dal canto mio, per quanto riguardava quell'argomento, per certi versi ritenuto ai più semi-goliardico, potevo al massimo limitarmi a sperimentare una caterva di posizioni interessanti per variare il menù – di una simile varietà ero un grande appassionato, dovevo ammetterlo –, ma di certo non avevo mai proposto chissà cosa a Melissa, tantomeno alle altre donne.

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