Martedì
Quei fastidiosi gemiti rimbombavano tuttora nelle mie orecchie. Sì, esatto. Fastidiosi era proprio l'aggettivo che il mio cervello mi aveva prospettato a seguito dello squallore a cui avevo appena assistito. Io e Megan, dopo esserci assicurati che Thompson e la sua conquista si fossero arresi alla stanchezza derivante da una notte di fuoco, riuscimmo a defilarci con la consapevolezza – ahimè – di aver fallito ancora una volta. Non riuscii nemmeno a dire una parola. Quelle immagini continuavano a tormentarmi, a malapena incrociavo lo sguardo di Megan.
«Cos'è, adesso sei sconvolto? Un tipo come te dovrebbe essere abituato a un tale spettacolo...»
Mi voltai verso di lei. Quel commento suonò come una stilettata in pieno petto. «Avanti, andiamo a dormire. Domani ci attende una lunga giornata», mi limitai a rispondere. Non avevo affatto voglia di parlare dell'accaduto.
Megan alzò le spalle e, senza aggiungere altro, si diresse in bagno. In quel frangente, ne approfittai per spogliarmi in tutta fretta dei vestiti e indossare il mio pigiama invernale preferito, di un intenso blu scuro. Rassettai con ben poca cura la cravatta, la camicia e i pantaloni a questa abbinata, quindi scostai la coperta e mi rannicchiai sul fianco destro; avrei dato le spalle a Megan. Cercando di non perdermi troppo in lugubri pensieri, attesi quella presenza che, mai come in quel momento, mi era del tutto indesiderata. Avrei tanto voluto stare solo, sapevo di dover riflettere su me stesso e, più in generale, sulla mia vita.
Un flebile rumore di passi mi fece desistere dal sollevare la testa dal cuscino. Non avevo la forza di guardarla, di osservare il cieco disprezzo che, sicuramente, mi avrebbe rifilato. Già mi sentivo sin troppo colpevole.
Riuscii a percepire un sonoro sospiro, che sentii infrangermi il collo. Poi, dopo qualche secondo, una piccola mano si posò sulla mia spalla. Sussultai a quel tocco inaspettato.«Malcom, ascolta... c'è forse qualcosa che non va?»
Quella domanda mi sembrò davvero assurda.
«Cosa c'è?» ripeté, con maggiore convinzione.
Scossi il capo. «Non c'è niente», le risposi, perentorio.
«Come niente?»
Come posseduto da una forza misteriosa, mi voltai verso di lei. Inutile ribadirlo: immersa nella penombra era stupenda. «Non c'è niente», ripetei. «Okay?»
Megan mi guardò intensamente. «C'è qualcosa, invece. Hai gli occhi lucidi.»
Non riuscii proprio a risponderle. Avevo un groppo in gola. E sapevo benissimo perché.
Del tutto inaspettatamente, la mano di Megan mi sfiorò la guancia leggermente ispida. Sussultai. «Sai perché sono scappata, oggi pomeriggio?»
«Perché?» riuscii ad articolare, stavo disperatamente cercando di reprimere l'impulso di piangere.
«Mi duole ammetterlo, però... sei un tipo interessante, Malcom.»
Il suo sguardo, d'improvviso, si tinse di una timidezza che non avevo mai visto in lei. «Per certi versi, mi hai ricordato una persona a me molto cara», sussurrò.
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...