Il viaggio di ritorno non ci aveva soltanto riportato all'ovile, ma anche alla realtà. Avevamo trascorso due giorni bellissimi, tant'è che ancora faticavo a credere a quanto successo. Ci vediamo domani in redazione, le avevo detto la sera prima di rientrare al lavoro, poco prima che lei richiudesse il portone di casa dietro di sé, dopo la consueta passeggiatina serale. Benedetta mi aveva rifilato un sorriso adorante e, dopo un ultimo bacio, aveva salito in tutta fretta le scale ed era sparita all'istante. Con un sospiro, mi ero avviato in macchina e mi ero lasciato cadere sul sedile. Ancora una volta, avevo percepito un pesante non detto da quel semplice bacio. La tensione sessuale esisteva da entrambe le parti, questo non lo si poteva negare. Io per primo avevo faticato a tenere le mani a posto quando, al termine dello splendido weekend trascorso ad Asti e a poche ore dalla partenza, avevamo tentato – seppur con fatica – di accomiatarci con garbo e di placare la forte attrazione che provavamo l'uno verso l'altra. Piuttosto, durante la serata avevamo continuato per un quarto d'ora buono a divorarci senza tregua nell'angolino più appartato del corridoio dell'albergo tra un razionale okay, adesso ti lascio andare a dormire e un più desideroso e meno controllato ti prego, resta ancora un po' con me.
Le mie sensazioni, i miei impulsi, il mio desiderio nei confronti di Benedetta erano esplosi tutti insieme, e io stesso riuscivo a malapena a contenere tutte quelle immagini che, senza chiedermi il conto, mi si presentavano nella testa. Ero sempre stato molto fisico con Melissa, e non soltanto perché ne fossi terribilmente attratto. Ero già di base molto passionale, ma anche innamorato pazzo di lei. Non sapevo se con Benedetta mi stesse capitando la stessa cosa, ma di certo sussistevano importanti differenze tra un prima e un dopo. Le circostanze erano diverse, e non solo quelle. Io per primo ero diverso. E non potevo ancora sapere se questa diversità mi avrebbe tarpato o meno le ali.Ryan schioccò le dita, interrompendo il filo dei miei pensieri.
«Allora? È pronta o no quella bozza?» mi domandò. Trattenne a stento un sorrisetto.
Non lo ricambiai e finsi totale indifferenza. «Certo che sì. Tieni», ribattei con sicurezza. Gliela porsi e lui la guardò per un momento.
«A una prima occhiata, mi sembra buona.»
«Come sempre», ribattei, sarcastico. Ryan conosceva benissimo la mia professionalità sul lavoro, come la mia invidiabile esperienza, e non comprendevo proprio perché per tutta la settimana mi avesse seguito passo passo come un segugio. L'ultima volta che l'aveva fatto era stato vent'anni prima. Che volesse sapere qualcosa di più? Ovviamente, immaginavo quali fossero le sue mire.
«Non mi hai ancora detto com'è andata», se ne uscì dopo un po', mentre smanettava con la stampante, a pochi passi dalla scrivania cui sedevo ormai da un paio d'ore.
Per l'appunto, pensai. «Ti riferisci forse a—»
«Sto aspettando da un pezzo. Una settimana, per essere precisi. Avanti, racconta!» mi esortò con impazienza voltandosi verso di me, un luccichio negli occhi a rimarcare un'accesa curiosità che, si vedeva chiaramente, lo stava divorando.
Abbassai il capo e trattenni un sorriso. Io e Benedetta avevamo deciso di comune accordo di non dare troppo nell'occhio al lavoro e non volevo che lei si sentisse a disagio per causa mia. Dovevo andarci cauto. «Abbiamo cominciato a frequentarci», esordii, studiando la sua reazione. «E non come amici», mi affrettai ad aggiungere.
Ryan rise, scuotendo sommessamente la testa. «Ma è fantastico!» sputò poi, emozionato.
«Be', sì.» Feci spallucce. «Suppongo che lo sia.»
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Oltre L'Orizzonte
ChickLit[COMPLETA] Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni in...