Capitolo 6

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10 anni prima.
Aprile

Era una piacevole giornata primaverile quando si recarono al centro commerciale.
Jonathan Bennets teneva la mano alla sua piccola bambina e mentre si gustava un caffè macchiato freddo, che consisteva in un piccolo strappo alla regola dalla sua dieta ferrea, osservava le enormi e luccicanti vetrine dei negozi.
Aveva portato sua figlia in quel luogo chiassoso per farla contenta, per distoglierla dalla pazzia che la loro vita aveva assunto negli ultimi anni, traslochi, divorzi, dolore, povertà, quella piccola creatura si era trovata catapultata in un mondo che non era il suo ed era stata fin troppo brava a reggere tutta quella pressione, perciò sentendosi in debito nei suoi confronti voleva in qualche modo premiarla.
< Puoi scegliere tutto quello che vuoi > disse Jonathan nella speranza che la figlia optasse per qualcosa dal costo piuttosto ridotto, gli enormi occhioni di Candace si erano spalancati e lo avevano guardato con immenso stupore e ammirazione.
< Davvero papi? >
< Davvero draghetto> la bimba sorrise a quel nomignolo che il padre le aveva dato anni prima quando dopo aver trascorso un pomeriggio intero a cercare di scegliere quale vestito comprare per la cresima di una loro amica di famiglia Candace era uscita dal camerino con un costume verde smeraldo da drago che le aveva affibbiato quel buffo soprannome.
La piccola passò diverse ore a girare tutto il centro commerciale ma non c'era nulla che la convincesse davvero se non un videogioco, ma sapeva che su quelli il padre era fermamente contrario e quel "scegli tutto quello che vuoi" escludeva automaticamente la parola "videogiochi".
Il negozio di vestiti in cui si trovavano in quel momento era piuttosto grande e rifornito e quel giorno era pieno di persone che esattamente come i due facevano acquisti per fare fronte all'inizio di una nuova stagione, ad un certo punto mentre osservava una gonnellina a righe sulla quale era indecisa a Candace cadde l'occhio su un cartellone pubblicitario del negozio di cibo per animali di fronti ed entusiasta gridò a suo padre < Ho trovato! Voglio un cavallo! >
Inutile dire che l'uomo sbiancò, non poteva certamente permettersi di mantenere un cavallo ma non poteva rifiutare la richiesta di sua figlia introducendole il problema dei soldi che da pochi anni a quella parte aveva iniziato ad affliggere la loro famiglia così, cercando di ricorrere alle sue doti da perfetto oratore, provò a dissuaderla da quello sciocco desiderio.
< Un cavallo draghetto? Sei sicura? >
< Si, sicura sicura >
L'uomo si inginocchiò davanti alla figlia e la guardò negli occhi < come mai proprio un cavallo? Non ti piacciono...non so...i pesci? >
< I pesci non fanno niente papà, a malapena nuotano >
< Beh...anche un cavallo non ti aspettare che faccia un granché, poi dovresti occuparti di lui in continuazione e ti stancheresti, ne sono sicuro >
< Ho sette anni papà, sono abbastanza grande per prendere questo tipo di decisioni > disse la piccola imitando qualche teenager ribelle che aveva visto nei film in televisione e quella scenetta piuttosto comica fece ridere suo padre.
< Non li hai ancora sette anni furbetta e comunque sappi una cosa, i cavalli sono proprio noiosi e puzzano per giunta, sai una volta...> non fece in tempo a finire la frase che una piccola creatura lo travolse.
Candace rimase scioccata dall'accaduto e per qualche secondo smise di respirare, suo padre si alzò dal pavimento cercando di capire chi lo avesse spinto a terra e appena vide il suo aggressore rimase parecchio confuso.
Una piccola bambina, forse un po' più grande di sua figlia, dai capelli dorati e degli enormi occhi azzurri lo guardava con odio inviperita, stava per rialzarsi e colpirlo nuovamente quando una donna intervenne e la prese in braccio scusandosi infinite volte con il signor Bennets.
< Sono desolata, davvero > ripeteva < mia figlia ha avuto un po' di problemi di recente e fa fatica a contenere la rabbia, spero che non le abbia fatto male >
Jonathan comprese la situazione ringraziando il cielo di non avere una figlia così problematica e tranquillizzando la madre della bambina si sistemò i pantaloni sgualciti, stava per andarsene quando la bambina dagli occhi azzurri inziò ad urlare.
< Ha insultato i cavalli mamma! >
< Oh mio Dio Billie! Per l'amor del cielo...scusi > disse ancora la donna allo sconosciuto che la sua bambina stava verbalmente aggredendo ma questa scalciando e dimenandosi riuscì ad eludere la presa della madre e scattare in direzione dell'uomo.
Fu Candace questa volta che la fermò buttandosi sopra di lei, nessuno poteva permettersi di insultare suo padre neanche se si trattava di una ammiratrice di cavalli come lei, nessuno.
< Non toccare il mio papà > le sibilò nell'orecchio una volta che le fu sopra < non ci provare mai più >
< Candace! No. > gridò questo senza ottenere alcuna reazione da parte dell'altra.
< Ma lui è un maleducato, ha detto che i cavalli puzzano e sono brutti! Sta mentendo >
Alla fine i due genitori riuscirono a separare le bambine e dopo essersi scusati entrambi con sguardi alquanto imbarazzati decisero di mettere più distanza possibile da quel negozio, una volta tornati soli toccò al signor Bennets sgridare sua figlia.
< Cosa ti é saltato in mente Candace? >
La bimba sentendosi colpevole abbassò lo sguardo pronta per ricevere dei meritati rimproveri < Non si risponde mai alla violenza con altra violenza, mai, è da stupidi lo capisci? È da stupidi che non ragionano. Credi che potresti riparare un vaso rotto buttandolo nuovamente a terra? No, ecco perché utilizzare la forza non é mai la soluzione >
Per quanto le parole del padre fossero profonde e importanti la bambina non poteva non pensare alla parola proibita che suo padre aveva appena pronunciato.
< Hai detto stupido >
< Cosa? >
< Stupido, hai detto stupido. Non era una parola che non si doveva dire? >
Il padre sospirò portandosi le mani sulla fronte < Il cavallo è fuori discussione, dimmi velocemente cosa vuoi così usciamo da questo posto >
< Vorrei un videogioco papà > disse Candace nella speranza che avendo colto nel torto suo padre forse lui le avrebbe acconsentito a quello strappo alla regola.
L'uomo incrociò le braccia e ci pensò bene, tutto sommato un videogioco era meglio di un cavallo, così annui.
< Come si chiama questo gioco? >
< Ilomilo papà, si chiama Ilomilo >



[Angolo autrice]

Ciao a tutti!
Ecco il primo flashback della storia, come vi ho detto nel primo capitolo tenderò a scrivere diversi flashback che serviranno sia ad approfondire la storia di come le due protagoniste di sono conosciute sia per aumentare un po' la dose di mistero che tanto mi piace inserire nelle mie storie:)

Spero che abbiate apprezzato il capitolo ma come al solito fatemelo sapere lasciando qualche voto e commento 🖤

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