Capitolo 57

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[ Candace ]

Non mi aspettavo minimamente che lo avresti fatto ma è successo.
Quando Kendall è venuto da me dicendo di essere pienamente soddisfatto del mio lavoro, dato che avevo sorpreso talmente tanto due clienti che addirittura mi avevano richiesta come chef per il catering di una festa esclusiva, ho davvero creduto di stare impazzendo.
Ho cercato di rifiutare, non mi biasimi no?
Beh forse lo fai se mi hai voluta per quel ricevimento.
Non c'è stato nulla da fare ma d'altronde per quale motivo non avrei dovuto accettare quel lavoro? Che giustificazione potevo dare al mio ragazzo?
Avrei dovuto raccontare di te?
Dirgli che non avevo intenzione di cucinare per la ragazza che ho amato di più in tutta la mia vita visto che la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare è stata cercare di dimenticarla?
Ma se non sa neanche che io e te ci conosciamo.
Così non ho avuto scelta.
Le tartine di avocado che ho preparato sono già finite e se devo essere sincera ne sono sollevata perché almeno avrò qualcosa da fare in queste ore, rimanere con le mani in mano a guardare tutti i tuoi invitati a questa stupida e insulsa festa di compleanno infatti mi avrebbe distrutta.
Il tuo ragazzo è di Boston? È per questo che siete venuti fin qua? Solo per festeggiare i suoi 29 anni con la sua famiglia e amici?
29 anni Billie.
10 in più di te.
Non ti giudico.
Anche se tu lo hai fatto con me in passato.
Mi limito solo a distribuire le fette di pane da tostare sulla teglia del forno nonostante non posso ignorarti in quel vestito rosso mentre sorseggi timidamente un calice di spumante.
Una domanda mi assilla.
Perché me?
Perché tra tutti i migliaia di cuochi che potevi assumere hai dovuto chiamare me?
È stato il tuo ragazzo che ha insistito?
Oppure tu hai voluto costruire un sadico gioco che mi avrebbe portata a stare male? Di nuovo?
No, non sei cattiva ma comunque non me lo spiego.
E perché poi non mi hai rivolto la parola.
Sono due anni che non ci vediamo ed eccomi a servire sconosciuti a questo party mentre ti osservo intenta a intrattenere gli ospiti come se fossi la padrona di casa.
Non mi sembra niente di che lui.
Sempre meglio di Donovan ma è uno normale.
E tu non ti meriti solo la normalità.
Lo sto rifacendo, lo sapevo! Ecco perché non volevo venire!
Stai di nuovo occupando i miei pensieri come se fossi l'unica cosa esistente su questo mondo e non posso permettermelo.

Poteva andare peggio.
La serata si è conclusa nel migliore dei modi dato che non sei venuta neanche a rivolgermi parola e io non ho dovuto fingere che non mi importasse più di te.
Se ne sono andati via tutti, sono l'ultima rimasta nella sala, che con solo una luce accesa ad illuminarla ha certamente bisogno di una ripulita, non sarebbe mio compito farlo ma non mi dispiace affatto.
Sistemare mi aiuta a mettere in ordine i miei stessi pensieri così armandomi di spugna e detersivo inizio a sciacquare i centinaia di piatti che si trovano immersi nel lavandino partendo da una semplice ciotola di metallo.
Così liscia, tonda, dura, un po' fredda.
È un ottimo punto di partenza.
So già che non dormirò questa notte ma tanto è da quando ti ho rivista tre giorni fa che fatico a prendere sonno nonostante stia ingerendo nel mio organismo una quantità spaventosamente elevata di tisane.
Nel silenzio più totale però quei passi che si fanno strada verso di me suonano nitidi e pesanti.
Prego, prego che non sia tu, supplico qualunque forza celeste ci stia guardando ma è risaputo che più desideri una cosa più accadrà il contrario.
La tua voce è flebile, impercettibilmente ma mi urta come un colpo di proiettile.
< Ti sei fatta la frangia >
Vorrei non rispondere per farti capire che non ho alcuna intenzione di parlarti ma è più forte di me.
< E tu sei diventata bionda >
Sorridi grata che io lo abbia notato.
Come potrei non averlo fatto?
I tuoi capelli così chiari mi riportano con la memoria a quando da bambine ci consideravamo la definizione delle migliori amiche perfette dato che una era mora e l'altra bionda, l'unione del buio e della luce, timidezza e estroversione.
E poi, guardati cazzo!
Guardati.
Sembri più grande, più consapevole, più matura e anche se non voglio ammetterlo più felice.
Persino la tua stessa voce, una volta roca e strascicata, adesso suona profonda come se la persona che la sta portando abbia passato qualcosa di doloroso.
Incredibilmente doloroso.
Sei una dea e io con tutto il mio cuore vorrei che adesso i tuoi occhi azzurri si spostassero da qualsiasi altra parte che non sia il mio fottuto viso.
< Sono contenta che tu stia bene > sussurri gentilmente ma avverto quella timidezza caratteristica delle tue parole quando ti azzardi ad aprirti con qualcuno per fargli un complimento.
Alzo lo sguardo distraendomi dalla ciotola che ha un urgente bisogno di essere lavata e sollevando appena le sopracciglia assumo un atteggiamento sfacciato < Da cosa lo hai dedotto? >
< Perché? Non è così? > domandi preoccupata.
< Non ho detto questo >
< E cosa hai detto? >
< Ho solo chiesto da cosa tu avessi dedotto che sto bene, perché effettivamente è così, sto bene. Volevo solo capire come fai ad esserne così certa >
Sorridi abbassando lo sguardo, le tue lunghe dita affusolate scorrono sulla superficie lignea della postazione dietro alla quale sono stata per tutta la festa finché non decidi di parlare.
< Ti conosco bene Candace, forse più di chiunque altro quindi so quando sei felice >
Inumidisco la spugna e torno a pulire il recipiente in metallo senza dire una parola, non so cosa tu stia cercando di fare e la cosa oltre che farmi incazzare mi manda totalmente in confusione.
Prima mi proponi un lavoro che sai benissimo che sarò costretta ad accettare poi mi ignori per tutta la serata come se neanche ci conoscessimo e dopo mi lanci queste frecciatine di poco gusto che dovrebbero farmi sentire, in che modo?
Pentita?
Dispiaciuta?
Nostalgica?
Cosa stai cercando di dire fare Billie?
< Sono anni che non parliamo...>
< E preferirei continuassimo così > ti interrompo dura senza guardarti.
< Candace...>
< Billie >
La mia lingua è tagliente e il mio atteggiamento ti starà senz'altro sorprendendo ma non sono io la cattiva.
< Volevo solo fare due chiacchiere >
Quella frase mi manda fuori di testa.
Abbandono la ciotola in metallo sul pavimento, cadendo provoca un rumore assordante che si propaga per un paio di secondi nella stanza vuota e come se non mi bastasse do un leggero calcio al bancone per sfogare la tensione.
< Cosa cazzo stai facendo? >
< Io...> sembri mortificata, mi guardi con quegli occhi da cucciolo di chi non sa cosa ha sbagliato e tutto ciò non fa altro che farmi aumentare la rabbia.
< Cosa cazzo vuoi Billie? >
< Voglio solo parlare > ti vedo deglutire mentre cerchi di incrociare lo sguardo con il mio ma i miei occhi profondamente glaciali e insensibili non ti lasciano passare.
< Perché? > chiedo freddamente appoggiando le mani al bancone.
< Perché non dovrei? >
< Questo tuo fare la finta tonta mi sta facendo parecchio incazzare >
< Beh se è così mi dispiace, ma non è colpa mia se ti faccio questa reazione >
Alzo la voce.
< Oh cazzo Billie smettila! > sembri pietrificata a causa del mio urlo, le tue pupille sono sgranate e le sopracciglia alzate indicano stupore, ma tutto ciò non mi ferma < Ci siamo incontrate casualmente un paio di giorni fa, neanche io me lo aspettavo va bene? Ma questo non ti da il diritto di reinserirmi nella tua vita facendo finta che tra noi non sia successo nulla >
< Non faccio finta...> sussurri mortificata ma io non ho finito il mio discorso.
< Non devi per forza costringerti a riallacciare i rapporti, non è quello che avevamo concordato due anni fa.
Ti ricordi? Quando quella sera ci siamo segretamente promesse di non vederci più? Di non sentirci più? Eravamo diventate talmente distruttive l'una per l'altra che è stata la cosa migliore da fare, non me ne pento anzi vorrei solo continuare su quella lunghezza d'onda >
< Cosa significa...tu...>
< Sto cercando di dire > ti interrompo di nuovo protendendo il mio corpo verso il tuo < Che ci ho messo anni per dimenticarti va bene? E non esiste che tu adesso riappari e pretendi che sia tutto perfetto.
Non esiste che dopo avermi chiamata per questo ricevimento del cazzo e dopo avermi ignorata tutta la sera cerchi di riallacciare i rapporti facendomi notare come adesso io stia bene! L'ultima cazzo di volta che mi hai visto ero sull'orlo del baratro e qualsiasi altra situazione sarebbe migliore di quella. >
< È questo che ti ha dato fastidio? > domandi con le lacrime agli occhi senza indietreggiare di un solo passo < Che io non ti abbia rivolto la parola per tutta la festa? >
Scoppio a ridere < Mi ero dimenticata di quanto fosse difficile parlare con te > socchiudo momentaneamente gli occhi per cercare di riprendere il controllo di me stessa e chinandomi per raccogliere la ciotola che prima avevo fatto cadere continuo a parlare.
< Mi ha dato solo fastidio il fatto che tu ti approcciassi a me come se fossimo amiche di vecchia data che non si sentono da una vita >
< Beh, non è così in fondo? > chiedi con voce tremante.
Scuoto la testa < Noi non siamo mai state solo amiche >
Un rumore sordo mi fa sobbalzare, non so da dove provenga ma te dai l'impressione di non averlo neanche sentito dato che non emetti alcun fiato, i tuoi occhi colmi di lacrime mi fanno sentire un dolore antico che non provavo da anni, quella sensazione di stretta al cuore come se fosse avvolto da spine che lo fanno sanguinare.
Ecco é questo quello che intendevo.
È questo il motivo per cui non voglio continuare a vederti.
< Cosa avrei dovuto fare allora? > domandi con la voce spezzata < Avrei dovuto fare finta di nulla? Sarei dovuta tornare a casa fingendo che la cuoca che ci aveva serviti fosse una delle tanti aspiranti chef che si trovano a Boston? >
< Non lo so, potevi farlo. Come io ho fatto finta di nulla ogni cazzo di volta che per i due anni precedenti una tua canzone passava in radio. Sai non era sempre facile spegnere la musica e ritrovarsi a guidare da soli in silenzio nel traffico, ma l'ho fatto perché se solo avessi agito diversamente ne sarei uscita pazza. O forse non ne sarei mai uscita.
E poi cosa pensavi di fare assumendomi qui? Cosa credevi? Che pretese avevi? >
< Io...io...> Accenni deglutendo < Non avevo alcuna pretesa > fai poi un passo indietro e alzando lo sguardo verso il mio mi proietti tutto il tuo dolore < Mi dispiace che tu abbia reagito così, il catering che avevamo prenotato mesi fa ha disdetto all'ultimo e appena ti ho visto ho pensato potessi sostituirli, il mio voleva solo essere un invito cortese a una persona che non vedo da anni. Ignorare il destino mi sembrava da stupidi quindi ho solo pensato che forse se ci fossimo riviste qui...non lo so >
< Parli di destino? > ti schernisco < Cosa significa? >
< Oddio Candace non volevo fare nulla di che, se è quello che pensi. Chiamalo destino, sorte o caso ma forse c'è una ragione se ci siamo riviste in un altro paese dopo anni, se ci siamo trovate in una città di 650 mila persone, non credi? E io ho solo pensato che forse...ecco che forse avrei dovuto assecondare questo caso...>
< Assumendomi come chef nella festa di compleanno del tuo ragazzo >
Scuoti la testa < Si, è stato stupido. Tornando indietro...tornando indietro non lo rifarei >
Finisco di asciugare la ciotola e la ripongo in uno dei tanti scatoloni disposti sotto al bancone < Voglio una vita tranquilla >
Il modo in cui lo dico è profondamente triste, ma è la verità < Voglio solo essere tranquilla > ribadisco < Senza drammi, problemi e soprattutto segreti >
< Va bene > annuisci capendo perfettamente dove sto andando a parare.
< E tu non mi hai mai saputo garantire queste cose > forse solo quando eravamo semplici amiche, ma come ho detto prima...lo siamo mai state io e te?
< Hai ragione > dici tirando su con il naso < Domani ritornerò di a Los Angeles e sarà come se non ci fossimo mai rincontrate > sussurri con un sorriso amaro sulle labbra.
Poi ti allontani.
Senza un saluto.
Senza uno sguardo.
Senza una parola.
Ti allontani esattamente nel modo in cui ti eri avvicinata.
Lentamente.
In silenzio.
Dispiaciuta.
E dispiace anche a me, lo giuro.
Soffro all'idea delle parole che ti ho rivolto, soffro nel pensare al modo in cui ti ho trattato e soprattutto per averti fatto pesare così tanto il tuo avermi voluta a questa festa, ma d'altronde questi due anni mi sono serviti per sviluppare un po' più di arroganza e egoismo.
Ed oggi era il miglior giorno per essere egoisti perché se solo ti avessi assecondato, se solo ti avessi fatto rientrare nella mia vita come volevi fare, beh ecco se solo lo avessi fatto sarei stata spacciata.
Forse tu non lo sai, ma io si e non voglio rischiare.
Stare male ancora.
Soffrire ancora.
Piangere ancora.
La vita è troppo breve per questo.
Forse anche il nostro momento è stato troppo breve.
Ma è giusto così.
Continuo ad andare avanti senza di te anche se domani farà fin troppo freddo e il cielo sopra questa città sarà completamente dipinto di nero.








[ angolo autrice ]

So che non è la prima volta che ve lo chiedo ma potreste lasciarmi qualche commento di tanto in tanto?
Non mi servono per numeri o altro ma semplicemente perché ho bisogno di sapere cosa pensate della mia scrittura, d'altronde pubblicare qui significa che sto condividendo anche alcuni dei miei pensieri più profondi e sarei davvero grata se mi faceste sapere cosa ne pensate al riguardo.
Sia della mia scrittura, sia della storia che dei personaggi.
Non vi chiedo tantissimo ma solo qualche intervento un po' più spesso per farmi davvero felice :)

Grazie a tutti.

Look at you needing meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora