Capitolo 39

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Due anni prima
Aprile

Il compleanno era stato divertente fino alla torta, dopodiché quando Drew aveva soffiato sulle candeline esprimendo silenziosamente un desiderio tutto era peggiorato.
Candace aveva guardato il numero 17 di cera sciogliersi lentamente mentre scorrendo con lo sguardo tra gli invitati cercava i suoi occhi senza trovarli.
Non aveva idea di che cosa avesse desiderato la sua amica ma sapeva per certo quello che avrebbe voluto lei in quel momento se solo qualcuno le avesse dato l'opportunità di far avverare un sogno e realizzando che si trattava di lei, solo ed esclusivamente di lei, le lacrime si palesarono ai bordi delle sue palpebre, non sarebbero cadute, lo sapeva bene esattamente come sapeva che Billie non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti.
Aveva trascorso il resto della serata cercando senza successo tra quel mare di gente i suoi capelli, che recentemente aveva colorato di un blu elettrico talmente intenso da superare persino la vividezza dei suoi occhi.
Ogni secondo che passava Candace si convinceva del fatto che l'altra ragazza in quel momento fosse da qualche parte con Donovan, probabilmente chiusi in una della tante stanze della casa di Drew intenti a toccarsi e perdonarsi tutti i litigi che più volte li avevano portati alla rottura.
Quel pensiero la faceva tremare dal dolore ma d'altronde non poteva farci niente, non era colpa sua se Billie era ricaduta in quella relazione tossica per l'ennesima volta dopo che lui si era presentato pentito alla sua porta diversi mesi prima, non era colpa sua se amava troppo quella ragazza dai capelli blu e se voleva trascorrere ogni secondo della sua vita con lei solo per poter guardare quel capolavoro che banalmente qualcuno potrebbe scambiare per semplici labbra.
Drew era rimasta in silenzio per mesi dopo che in quel pomeriggio di dicembre aveva fatto litigare le due amiche e decidendo di non intromettersi più aveva lasciato scorrere la vicenda, aveva assistito a Billie che si rimetteva con Donovan e a Candace che soffriva silenziosamente senza interferire neanche una volta, senza dire una parola o dare un consiglio ma quella sera aveva forse bevuto più del solito, così facendosi anche un piccolo regalo di compleanno si prese la licenza di infrangere i suoi piani e avvicinandosi alla più piccola le parlò.
< È inutile che continui a cercarla, non verrà >
< Cosa? > tossicchiò Candace fingendo di non capire.
< Billie > disse la più grande sorridendole < Non viene questa sera >
< Perché no? > chiese alzandosi in piedi dopo diversi minuti in cui era rimasta seduta sullo stesso identico sgabello davanti all'isola della cucina che per l'occorrenza della festa era diventato un piano bar e, cercando di apparire disinvolta, alzò le spalle < Non che mi importi...ma perché? >
Drew rise appoggiandole entrambe le mani sulle sue braccia < Candy, Candy, Candy >
< Cosa? > ripetè la ragazza leggermente alterata.
< Non ti ho più detto nulla per mesi ma adesso non posso stare zitta > bevve un sorso da un bicchiere appena trovato sul bancone e dopo aver inghiottito quello che sembrava essere un gin tonic riprese a parlare < Sei troppo triste Candy e non ti posso più vedere così, almeno fa qualcosa! Falla ingelosire o che so io >
Candace alzò gli occhi al cielo cercando di far sedere la sua amica ubriaca < Non mi piace più Billie > mentì ma tanto ammettere il contrario non avrebbe risolto niente, anzi l'avrebbe solo fatta sentire a disagio < E ti ricordo che l'ultima volta che ci abbiamo provato è successo un casino, Billie non mi ha parlato per giorni >
< Perché anche tu le piaci! > continuò ad insistere la ragazza che per l'occasione del suo compleanno si era tinta di rosso, possibile che tra le sue amiche fosse lei l'unica ad aver mantenuto il colore naturale dei capelli?
< Smettila Drew, non essere stupida >
< Credi quello che vuoi ma io sono un'attenta osservatrice >
< E cosa c'entra? >
< C'entra, perché significa che so guardare e non hai idea di quante volte ho visto Billie che non riusciva a staccarti gli occhi di dosso > la sua voce aveva un tono più acuto del solito a causa dell'alcool ma comunque nonostante tutto ciò che aveva bevuto riusciva ancora a formulare dei discorsi sensati.
< Come vuoi > la accontentò Candace che non credeva ad una sola parola < Anche se sinceramente penso che tutte le tue teorie vengano smentite dal fatto che ancora una volta lei sia tornata con quel coglione >
< Quel coglione eh? > le fece eco la rossa afferrando un altro bicchiere colmo di vodka < Avevo capito non ti piacesse più Billie >
Candace si morse il labbro frustrata e scuotendo la testa non le rispose tornando a farle quella domanda alla quale Drew ancora non aveva risposto < Perché non viene questa sera? >
La ragazza scolò il bicchiere fino all'ultima goccia e poi cercando di metterla a fuoco rivelò la verità < Donovan non voleva che venisse >
< E perché mai? >
< Perché ha detto che c'erano troppi ragazzi alla festa >
Candace impazzì < Stai scherzando vero? >
< No, perché? > ecco che Drew aveva perso quel briciolo di razionalità che conservava, quell'ultima vodka se la era portata via e con essa tutti i suoi freni inibitori < Vuoi ucciderlo non è così? >
< Ma sei fuori? > imprecò Candace cercando di sorreggere il corpo dell'altra ragazza maturando in sé l'idea che forse se se lo fosse trovato davanti...
< Non posso credere che Billie si sia fatta comandare a bacchetta da quel...quel...>
< Voi due dovreste stare insieme > biascicò la rossa chiudendo gli occhi, era un fiume in piena che non riusciva più a frenarsi dal parlare < Sareste davvero carine lo sai? E poi é così palese cazzo! Sai cosa mi ha detto prima Billie? Ha detto che magari dopo avrebbe fatto un salto perché si é dimenticata in camera mia il suo maglione, ci credi? Siamo ad aprile Candy! Ad aprile e fa troppo caldo per i maglioni! Anche per una come lei che ha sempre freddo! É ovvio che lo ha usato come scusa e vorrebbe venire qui solo per vedere te! >
< Hai finito? > La ragazza più piccola appoggiò delicatamente Drew sul pavimento e cercando di farle un po' di aria provò a farla tornare in sè ma non ci fu più niente da fare, si era addormentata russando sonoramente e dopo averla portata in una stanza da letto scese nuovamente nell'enorme sala dove la musica continuava a suonare ad un ritmo e un volume allucinante.
Non poteva davvero credere al fatto che Billie si fosse fatta influenzare dal suo ragazzo così tossico e autoritario, non essere venuta a quella festa a causa sua significava davvero aver toccato il fondo ma era inutile fare qualsiasi cosa, ci aveva già provato a parlare con Billie e questa aveva sempre difeso Donovan dipingendolo come il ragazzo amorevole e protettivo che tutte vorrebbero.
Candace si era stancata di sentire quel dolore all'altezza del cuore ogni volta che ci pensava, il suo petto di riempiva di spine e le mancava l'ossigeno, la gola si stringeva come se una mano invisibile applicasse una pressione smisurata e poi le sue dita iniziavano a tremare a causa di una furia ceca che non riusciva a controllare.
Si sentiva meglio solo quando lei la toccava, era come una droga, senza stava da schifo ma quando c'era si sentiva di poter affrontare qualsiasi cosa.
Fu un caso o il destino crudele che non si accontentava di farla soffrire solo tramite i ricordi e voleva darle anche altri stimoli, in questo caso sonori, ma in quel momento "My Boy" una delle ultimissime canzoni rilasciate da Billie iniziò a risuonare nelle casse.
< Oh ma stiamo scherzando? > imprecò la piccola che senza alcuna esitazione si diresse verso il bar per cercare di annegare i suoi dispiaceri, l'unica altra volta in cui aveva bevuto in vita sua infatti si era sentita spensierata e finalmente contenta dato che, proprio in quella serata, aveva confermato di essere fottutamente persa dietro a quella ragazza dai capelli blu che dopo aver ballato con lei l'aveva resa la persona più felice del mondo.
Voleva replicare quelle sensazioni, voleva sentirsi di nuovo invincibile come Billie l'aveva già fatta sentire nonostante lei non ci fosse quella sera e non si sarebbe quindi potuta perdere in quelle iridi blu notte sognando di baciare le sue labbra.
Chissà che sapore avevano.
Fu difficile capire cosa successe in quell'arco di tempo da quando aveva finito il primo bicchiere di coca e rum al momento in cui si ritrovò tra le braccia di quello sconosciuto.
Era trascorsa mezz'ora?
Un'ora?
O forse qualcosa di più?
Candace non riusciva a ricordarselo, tutto ciò che sapeva era che lui non aveva il suo stesso odore e non sarebbe stato un ripiego sufficiente.
Era completamente ubriaca tanto da non riuscire a mettere un piede dietro l'altro ma la cosa non le interessava, continuava a saltare e ballare cantando a squarciagola cercando di sfogare tutta quella rabbia, tutto quell'odio e tutta quella delusione che aveva nei confronti della vita.
Come se le avessero fatto una doccia con l'acqua gelata si risvegliò dal suo torpore nel momento preciso in cui le mani del ragazzo di fronte a lei si appoggiarono sul suo fondoschiena, fu strano, troppo strano e anche sgradito ma non fece niente, d'altronde le ragazze vicino a lei sembravano apprezzare quei gesti così non avrebbe certamente rappresentato lei l'eccezione e inoltre chiudendo gli occhi poteva fingere che quella mani che le accarezzavano le gambe fossero le sue.
Lo sconosciuto si avvicinò a lei sempre di più finché quando la piccola aprì gli occhi non si trovò il petto nudo e scolpito del ragazzo che tirando i lembi della sua camicia le ballava davanti, si muoveva in modo incredibile andando perfettamente a ritmo con quella canzone di cui non conosceva una singola parola e quando attaccò l'ennesimo ritornello lui le prese la testa portandola verso di sè.
Fu quello il primo bacio di Candace.
Non c'era stato amore.
Non c'era stato un interessamento o alcun Matt per il quale avesse preso una cotta.
Le labbra anonime del ragazzo si scontrarono contro le sue cercando di introdurre all'interno della bocca la lingua ispida e ruvida come quella di un gatto e la ragazza non poté fare altro che chiedersi se fosse davvero tutto lì.
Baciare qualcuno era davvero così insignificante? Non aveva provato nulla se non disagio e non comprese il motivo per cui tutti apprezzassero farlo e barcollando leggermente si allontanò, ma il moro non aveva intenzione di farsi scappare quella preda che si stava lavorando da buona parte della serata e prendendola per mano la portò di sopra, lei non cercò di scappare, non si divincolò, non sapeva quello che voleva in quel momento e non sapeva come fare per ottenerlo così aspettò che fosse l'altro a prendere iniziativa troppo ubriaca e stanca per pensare a qualcosa.
Lui le accarezzò il collo scendendo verso la sua schiena fino a cingerle i fianchi e prendendola da dietro la diresse verso il corridoio nel quale due porte chiuse delimitavano l'ingresso su altre stanze.
L'atmosfera era incredibile, una pioggia di luci a led ricopriva la parete colorando diversamente le due porte, una verde brillante e l'altra blu elettrico, Candace si soffermò su quest'ultima pensando a quanto assomigliasse ai capelli di Billie e chiudendo gli occhi per un secondo immaginò per l'ennesima volta che fossero le sue le mani che le stavano cercando di toglierle i pantaloni.
< Porta verde o porta azzurra? > le chiese il ragazzo all'orecchio mentre le lasciava qualche bacio bavoso sul viso.
< Verde, assolutamente verde > rispose Candace senza essersi resa conto della situazione, era troppo ubriaca e in quel momento pensava solo che per nessun motivo al mondo avrebbe scelto ciò che le ricordava Billie, d'altronde lei non era lì e tutto ciò che stava immaginando fino a prima non era reale, doveva svegliarsi.
Comprese le intenzioni del ragazzo solo l'attimo dopo in cui venne spinta sul letto, lei era da sola, vulnerabile e senza difese mente lui si inginocchiò sul materasso avanzando lentamente, non sapeva cosa fare o dire, voleva gridare ma la voce non usciva dalla sua bocca, voleva scappare ma le sue gambe rimasero paralizzate così lo sconosciuto senza trovare alcun ostacolo le tolse la maglia lasciandola solo con il suo reggiseno di pizzo preferito.
Candace aveva dato il suo primo bacio quella sera e non era certamente pronta per la sua prima volta, poi soprattutto non con qualcuno di cui non conoscesse neanche il nome, il suo cervello stava andando in panico, era colpa dell'alcol o forse di qualcos'altro ma non riusciva a muoversi, si sentiva troppo debole e troppo piccola per poter fare qualsiasi cosa.
Lui le toccò le cosce sorridendo e infilò le mani sotto alla sua gonna cercando la biancheria intima ma fortunatamente sentendosi completamente nuda Candace avvertì il reale pericolo e la voce tornò insieme al coraggio che prima le era svanito.
< Non voglio >
< Cosa? > chiese il ragazzo visibilmente confuso.
< Vattene via, non ho voglia di farlo >
Lo sconosciuto sorrise e scuotendo la testa riprese da dove aveva iniziato < Non credo proprio che ci fermeremo, ormai siamo arrivati fin qui > stringendole i polsi le portò le braccia fin sopra la sua testa e immobilizzando le labbra con un altro bacio rude soffocò le sue urla.
< Se hai così voglia di usare la tua bocca adesso ti trovo io una bella attività > ghignò mentre si sbottonava i pantaloni con la mano libera.
Billie non doveva venire a quella festa, il suo ragazzo le aveva proibito di andarci e lei stessa sapeva che non si sarebbe divertita circondata di ubriachi che non riuscivano a controllare i propri ormoni ma era comunque il compleanno di una delle sue migliori amiche, non poteva non farci nemmeno un salto, così si era precipitata lì non appena Donovan si era addormentata per trovare la festeggiata completamente ubriaca ormai da ore nel mondo dei sogni e, a suo malgrado, Candace assente.
Stava per andarsene quando decise di passare per la camera di Drew, aveva infatti usato come scusa quella del maglione dimenticato e anche se nessuno dei suoi amici l'aveva vista chiunque il giorno dopo avrebbe potuto raccontare alla festeggiata che lei era stata lì, così per confermare quella mezza bugia abbassò la maniglia della porta illuminata di verde per l'occasione della festa e intenzionata a lasciare l'indumento preso in prestito mesi prima spalancò la bocca sconvolta.









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