[ Candace ]
É passato quasi un anno e io ogni giorno mi sento come se avessi distrutto qualcosa di bellissimo.
Non intendo l'essere stata costretta a lasciare Boston, il mio pagatissimo lavoro, quella splendida villa o mio ex fidanzato, ma parlo di noi.
Dopo essere salita in macchina quella sera ho pianto, ho pianto come non avevo mai fatto costringendomi più volte a fermarmi perché non riuscivo a vedere la strada davanti a me a causa delle lacrime, sono arrivata a Los Angeles in un paio di giorni e lì ho riabbracciato mio padre che non ha nemmeno domandato il motivo per cui i miei occhi fossero tanto rossi o il perché della mia presenza a casa.
Lo sapeva.
Come poteva infatti non riconoscere quel tipo di dolore? Quel tipo di dolore che solo tu sei stata in grado di farmi provare? Quello che ti uccide lentamente distruggendo un piccolo pezzetto di te ogni giorno, facendoti respirare meno intensamente ora dopo ora e costringendoti ad una vita senza più felicità minuto dopo minuto.
Forse una cosa positiva però alla fine c'è stata, dopo un paio di mesi trascorsi a Los Angeles ho finalmente deciso di frequentare la Brown, si quella stessa università per cui anni fa rifiutai la sua borsa di studio forse proprio a causa tua.
Perchè non potevo sopportare di starti così lontana.
Oggi quella borsa di studio l'ho persa ma fortunatamente il mio passaggio a Boston ha dato i suoi frutti, il lavoro mi ha permesso di mettere da parte il necessario per iscrivermi e pagare le rate potendo perfino accedere ai dormitori ed è proprio qui che mi trovo ormai da sei mesi, nella bella e ridente Providence che in realtà è piuttosto grigia e fredda ma tanto ci scommetterei tutto quello che ho di più caro che ogni città mi farebbe questo effetto.
Sono i primi di novembre e oggi la pioggia ci ha risparmiati, le case presentano ancora le tipiche decorazioni di Halloween e inutile dirlo ma persino quelle mi ricordano te, come non potrebbero quando eri affascinata da questa festa nonostante ne avessi altrettanto paura.
Mi annoto mentalmente di aver trovato un'altra cosa che amavo di te, spesso ti buttavi a capofitto in ciò che ti spaventava solo per provare il brivido di sperimentare qualcosa che fosse un po' fuori dagli schemi per i tuoi gusti.
Sospiro sapendo già che questa notte concluderò la serata nel letto a bagnare il mio cuscino pensando a te.
< Oggi sei più pensierosa del solito >
Guardo quello che è diventato da pochi mesi il mio migliore e unico amico che mi squadra per capire cosa c'è che non va.
< Sono solo un po' stanca > rispondo anche se il problema che mi affligge davvero è ben lontano e molto più complesso dell'avere semplicemente poche ore di sonno.
< Certo, come no > commenta lui con quel tipico accento che solo i Newyorkesi sanno sfoggiare < Mi dispiace che tu non ti riesca ancora a fidare dopo tutti questi mesi quando io ti ho raccontato ogni cosa di me >
É vero, lo frequento da una minuscola parte della mia vita eppure posso dire di conoscerlo perfettamente.
Jeremy ha venti anni compiuti da poco, i capelli rosa, un piercing al naso diversi tatuaggi che gli ricoprono la maggior parte della pelle, i suoi vestiti sono spesso stravaganti ed ecco che qui mi torni in mente tu, è un patito di elettronica e conosce ogni trucco utile per craccare le varie applicazioni e i server più importanti, studia anche lui alla Brown e siamo diventati subito amici nonostante la maggior parte dei corsi che frequentiamo e le annate siano diverse, ha fatto coming out quando aveva dodici anni e suo padre lo odia da allora mentre con la madre non ha mai avuto un sincero e reale rapporto, ha due fratelli che non sente quasi mai se non per le consuete chiacchiere di circostanza o gli auguri di buone feste, nella vita vorrebbe diventare un ingegnere elettronico e il suo più grande sogno è quello di sposarsi un uomo ricco e vivere in una comoda e confortevole villa con piscina allevando due splendidi bambini e perché no? Anche un cane di razza pura.
E di me lui cosa sa?
Ho i capelli neri e sono molto silenziosa.
< Candace, mi dici perché non mi parli mai? >
Ha ragione, ha perfettamente ragione ma non è colpa sua se non ho più intenzione di affidare me stessa, e soprattutto il mio povero cuore, a nessuno.
Mi sono fidata una volta e ne sono uscita in pezzi.
Sospiro senza dire una parola e giustamente lui gira sui tacchi e se ne va.
Lo vedo allontanarsi fin quasi a sparire nella nebbiolina grigia che in questi giorni ha ricoperto l'intera Providence quando ho una specie di dejavu.
Non voglio rimanere sola di nuovo.
Non più.
< Jeremy! > lo chiamo e subito lui si volta, non aspettava altro che sentire il suo nome < Non andartene, ti dirò tutto >
Ed eccolo, bello alto e fiero cambiare nuovamente direzione riavvicinandosi a me < Era ora > dice con il suo solito buonumore continuando la passeggiata che stavamo facendo prima come se non avesse mai veramente avuto intenzione di andarsene.
< Da dove inizio? > gli chiedo senza sapere bene ancora che cosa omettere nel mio racconto ma più ci penso più mi rendo conto che se dovessi davvero dirgli delle mezze verità forse avrebbe senso non parlargli direttamente, così prendendomi le mie responsabilità consapevole che se mentissi di nuovo mi ritroverei davvero più sola che mai inizio a raccontare.
< Vuoi sapere la mia storia? >
< Voglio sapere cosa ti ha resa così! > esclama stringendomi in un mezzo abbraccio mentre continua a camminare, sarà anche il fatto che io sono goffa ma il suo metro e novanta non aiutano a farmi mantenere l'equilibrio così inciampo leggermente rischiando di cadere a terra.
Per un attimo mi torna il sorriso e una strana sensazione mi invade, ho avvertito quasi una sorta di colpevolezza come se non mi meritassi di essere felice.
< Parlami di questo ad esempio > mi dice lui guardandomi < Del perché non ridi mai e quando lo fai ti trattieni >
< Va bene > sospiro pensando a come introdurre il discorso ma alla fine non è così difficile, mi basta solo pensare a ciò che siamo state e le parole verrano da sè < Prima ero sempre felice ma poi...ci siamo lasciate >
Mi dispiace banalizzare il tutto così ma se dovessi raccontargli la storia completa credo che non finirei mai più eppure lui sembra già soddisfatto da questa mia ammissione tanto che mi stringe di nuovo in un abbraccio.
< Lo sapevo! L'amore c'entra sempre, dimmi chi ha lasciato chi, forza! Voglio il gossip Candy! >
Scuoto la testa accennando ad un mezzo sorriso mentre ci fermiamo sulle strisce pedonali aspettando che il nostro semaforo torni verde.
< La prima volta lei ha lasciato me, non riusciva più a sostenere la pressione ma poi siamo tornate insieme e ci siamo allontanate di nuovo, e anche questa volta è stata lei, più o meno, in realtà non l'ho mai capito, sembrava una scelta condivisa ma alla fine nessuna delle due voleva veramente stare lontana dall'altra e ci siamo rincontrate >
Curioso come Jeremy, il logorroico e sempre pronto con una battuta Jeremy, rimanga zitto pendendo dalle mie labbra < Ci siamo rimesse insieme e poi ci siamo lasciate per la terza volta, sono stata io a troncare il tutto per sempre perché mi sono accorta di quanto falsa e bugiarda fosse stata >
É la prima volta che parlo a qualcuno di te.
Escludendo chiaramente mio padre e Emma, ma lei non la sento da quando è tornata con Thomas e mio padre, beh non posso certo raccontare ogni dettaglio della nostra relazione a lui, non trovi?
< Posso farti una domanda? > chiede Jeremy vedendomi rimanere in silenzio per un po' troppo a lungo < cosa intendi dire con "lei non riusciva più a sostenere la pressione"? >
Sorrido.
Ora o mai più.
Tanto che male c'è a dire la verità?
Non c'è il problema che ci scoprano perché non siamo più niente io e te.
< Lei era famosa, molto famosa > commento ridacchiando alla visione della faccia allibita del mio amico.
< Chi era? Candy? Chi era? >
< No, scusami ma non posso dirtelo >
< Candace! Giuro che non ti parlerò mai più! Chi era? Chi era, avanti dillo! >
< No é inutile, non te lo dirò, toglimi pure il saluto se è quello che vuoi ma dalla mia bocca non uscirà una parola >
Lui sbuffa ma poi mi chiede di continuare a raccontare così affrontando per la prima volta da mesi quello che è stato l'ennesimo fallimento della nostra relazione torno a parlare < Non c'è molto da dire se non che io la amavo, e la amo ancora ma ho la convinzione che lei fosse la persona giusta incontrata al momento sbagliato >
< Perché al momento sbagliato? >
< Te l'ho detto prima, non sopportava la pressione, e questo perché non poteva dire di stare insieme ad un'altra ragazza quindi non posso che continuare a pensare che se forse l'avessi conosciuta tra un paio di anni magari sarebbe stata più forte da imporsi su tutto e tutti senza nascondere il nostro amore >
< Ah ho capito il tipo! Fingeva di non essere lesbica perché sei ne vergognava >
< Lei non era lesbica! > eccomi sempre qua in prima linea pronta a difenderti, ma a difenderti da cosa poi? Come se la parola "lesbica" da cui ti sei sempre tenuta alla larga fosse un insulto.
< Le ragazze etero non sentono l'urgenza di ficcare la loro lingua dentro la gola di un'altra ragazza no? A meno che ovviamente non siano davvero etero etero >
< Non ho neanche detto che fosse etero > ridacchio ma poi la mia espressione si fa più seria appena mi rendo conto che non c'è nulla da ridere.
Rimaniamo entrambi in silenzio per un paio di minuti ascoltando il rumore delle nostre suole sul duro asfalto che ricopre le strade e più avanziamo verso il centro più avverto uno strano brusio.
< Mi dispiace deluderti > interviene lui dopo un po' < Ma se qualcuno è davvero innamorato non cambia l'età o il luogo, se tu fossi stata la sua lei questa deficente ti avrebbe resa pubblica >
< Ehy! Non è deficente > protesto ma non comprendo il perché il dopo tutti questi anni continuo ancora a proteggerti quando tu non mi hai mai dato prova di meritarlo.
< Io non chiamerei diversamente una che ti rifiuta in cambio di un po' di successo >
Un po' di successo.
So che per te non era solo quello.
Era molto di più.
Ma io speravo di essere molto di più di quel molto di più.
Mi sono illusa.
< E quindi è questo il tuo segreto Candace Bennets > continua lui iniziando a fischiettare < Sei sempre così triste perché sei convinta che l'amore della tua vita se ne sia andato per sempre >
Annuisco e lui mi dà una leggera spinta.
< Non fare la stupida, non hai nemmeno vent'anni e non mi sembra il caso di considerare terminata la propria vita amorosa. Il mare è pieno di pesci, buttati! >
Il mare è pieno di pesci, è vero.
Ma io ho sempre voluto l'oceano.
Continuiamo a camminare.
< No davvero Candy > la sua voce un po' acuta è davvero confortevole, soprattuto adesso che ho tanto bisogno di sicurezze e affetto < Ti ricordi cosa ti ho raccontato di Brandon >
Brandon, tipico nome da gay.
Certo che mi ricordo cosa è successo a uno dei suoi primi amori ma fingerò di non saperlo così potrà avere la soddisfazione di raccontarmelo di nuovo.
< Credevo fosse il mio lui, era perfetto, e poi cosa ha fatto? Mi ha dato buca a San Valentino >
< San Valentino esiste solo per chi è già fidanzato e innamorato, per tutti gli altri è solo mercoledì > commento facendolo scoppiare a ridere.
< Ma è proprio quello il punto > dice svoltando a destra < io credevo che lo fosse ma lui non era minimamente preso e questa ragazza probabilmente provava lo stesso, magari non ti ha mai amato >
So che mi farebbe bene pensarlo perché sarebbe il modo migliore per dimenticarti e andare oltre ma vuoi sapere la verità?
Non ho alcuna intenzione di farlo.
Non ho voglia di riprovarci quando so che sarebbe perfettamente inutile.
I miei nemici sono invisibili e non so come combatterli quindi continuerò a esistere nell'attesa di qualcosa che mi faccia capire che vale la pena vivere, ma non so perché non riesco a scacciare questa odiosa sensazione che mi dice che tu eri l'unica cosa che mi avrebbe fatto dare un senso a tutto questo.
< E sai cos'altro ho imparato dopo Brandon? > continua Jeremy notando il mio eccessivo silenzio < Non è tanto la persona che ci manca ma i sentimenti che provavamo quando stavamo con lei >
Scuoto la testa.
Scusa se non sono d'accordo ma niente mi farà cambiare idea su di noi.
Mi sono sempre chiesta se hai parlato con qualcuno riguardo al fatto che ti mancavo tanto quanto sei mancata a me, io sono talmente disperata da essere stata costretta a confidarmi con uno strano ragazzo dai capelli rosa che conosco da sei mesi e tu? Lo avrai accennato almeno a Finneas oppure Jeremy ha davvero ragione e non mi hai mai davvero amata?
Mi rifiuto di crederlo.
Perché se mi togliessero anche questa convinzione allora mi spiegate che senso avrebbe alzarsi la mattina?
< Io non smetterò mai di amarla > dico all'improvviso stupendo anche me stessa.
< Fidati di me, tra un paio di anni non saprai nemmeno il suo nome >
< Tutti sanno il suo nome Jer, tutti lo sanno e ormai il mio cervello lo ha inserito nell'area dei dati impossibili da dimenticare quindi mi dispiace deluderti ma questa volta non hai ragione >
< Tutti la conoscono, dici? > chiede grattandosi il mento priva di barba < Dai dammi un indizio, voglio provare a indovinare chi sia > ma io scuoto di nuovo la testa imperturbabile.
Non so perché ma non ho voglia di condividerti con nessuno < Non ti basta che dica che lei era la mia anima gemella? >
Per la prima volta da quando lo conosco Jeremy mi guarda senza divertimento, senza un commento ironico o una battuta preparata, mi guarda come qualcuno guarderebbe un oggetto dal quale è incuriosito e allo stesso tempo un po' spaventato.
< Cosa c'è? > Domando sentendomi in imbarazzo, non mi aveva mai dedicato tanta attenzione.
< La ami davvero? > chiede anche se forse conosce gia la risposta.
< Disperatamente >
< Però l'hai lasciata tu? >
< É corretto > sospiro.
< E te ne penti? > non so perché ma non mi infastidisce questo interrogatorio, anzi mi è utile per definire i miei pensieri.
< In realtà no, sono solo triste nel pensare che mi ero fidata ciecamente di lei e mi ha deluso >
Annuisce con una convinzione tale che mi fa per un attimo credere al fatto che conosca ogni dettaglio della vicenda, ma come potrebbe dal momento che io non ne ho mai fatto cenno?
< Vorrei poterti consolare ma tutto quello che posso dirti sarebbe inutile > commenta alla fine e fatico a sentirlo dato che in lontananza si fa strada un vociare indistinto sempre più intenso mano a mano che ci avviciniamo al centro < Non posso nemmeno dirti che passerà perché in genere ci si dimentica solo delle persone non importanti e non di quelle che ci hanno cambiato la vita >
Sono d'accordo, è impossibile fingere che tutto questo non sia mai successo solo perché prenderei in giro me stessa.
Si, me stessa, la stessa ragazza che se mai dovesse riuscire ad andare avanti, se mai dovesse trovare qualcun altro si rigirerà come un ventilatore in agosto mentre passeggerà per le vie del centro tenendogli la mano solo per sperare di non vederti con qualcun altro.
La stessa ragazza che mentre gli sentirà dire ti amo, che mentre gli dirà ti amo, spererà forte che nessuno lo stia dicendo a te e spererà ancora più forte che tu non lo stia dicendo a nessuno.
La stessa ragazze che quando andrà fuori a cena, una di quelle romantiche, una di quelle in cui ci si ama e berrà forse un po' troppo vino si augurerà con tutto il suo cuore che non lo stia facendo anche tu.
E lo so che mentre farà l'amore con lui o con lei o con chiunque verrà dopo, io lo so che quella ragazza pregherà che tu non stia facendo la stessa cosa.
Ho imparato a conviverci ormai con questo sentimento.
Vivo di ricordi infatti.
E non è così male.
Molto spesso prendo la moto e guido per ore alla ricerca di strade solitarie e diritte, rimango immobile fingendo che la presa dell'incessante pressione del vento che avverto sui miei fianchi sia dovuta alle tue mani che si stringono a me per non cadere, proprio come facevi quando eravamo più piccole e io ero solita portarti ovunque tu volessi di notte quando nessuna delle due riusciva a chiudere occhio.
Guido con solo un lato delle cuffiette funzionanti perché l'altro si è bruciato e guidando senza meta, senza conoscenti e senza nessuno che mi sta aspettando a casa ascolto le tue vecchie canzoni soffermandomi soprattutto su quelle che non hai mai pubblicato ma che comunque hai scritto per me, non so il motivo ma le ritengo più intime come se davvero tu mi stessi sussurrando in quel momento quelle dolci parole e a cantarle non fosse la tua voce registrata anni fa quando mi amavi ancora un po'.
Camminiamo ancora cambiando argomento, sono contenta che non si parli più di te perché una sensazione di profonda nostalgia mi aveva invasa e non riesco a curare questo strano e duplice sentimento che mi fa sentire tanto felice da una parte ma incredibilmente triste dall'altra, a meno che non sia da sola.
Più andiamo avanti però più la confusione aumenta finché non mi trovo costretta a chiedere a Jeremy cosa sia tutto questo casino.
< C'è per caso una qualche partita degli Steam? > chiedo riferendomi alla squadra locale di football che l'ultimo anno ha fatto l'ingresso nel primo campionato del paese riscontrando molto successo, ma lui scuote la testa.
< Se giochino o meno non ne ho idea, ma se me lo chiedi perché alludi che siano i tifosi...tutto questo rumore non é merito loro >
< E allora cos'è? C'è forse una fiera? >
< Ma che fiera e fiera Candy! Non siamo alla sagra del paese, da dove vieni? C'è un concerto razza di deficente >
< Un concerto? E chi sarebbe l'artista? >
Silenzio.
Lui risponde ma ho già capito.
Che stupida.
Come ho fatto a non sentire prima la musica.
Come ho fatto a non distinguere la tua voce dal boato della folla.
Un altro paio di metri e siamo fuori dallo stadio dentro al quale ti stai esibendo.
Quelle note, quelle parole, quelle melodie.
In un attimo scoppio a piangere rovinando al suolo.
A malapena sento le grida di Jeremy che mi chiedono quale sia il problema ma è tempo di una questione di minuti che anche lui capirà chi era quella ragazza famosa che ha preferito la sua carriera al nostro amore.
É più intelligente di quanto pensassi perché ci mette meno di trenta secondi e subito lo vedo agitarsi come un matto chiedendomi se sia davvero tu quella che io continuo stupidamente a considerare la mia anima gemella.
Non dirò nulla e il mio silenzio sarà la sua risposta.
Non è che non ne voglio parlare é che non sono proprio in grado di farlo, tu ne saresti capace?
Non dopo tutti questi mesi.
Non dopo tutti questi anni.
Neanche sapevo avresti fatto una tappa del tuor qui, a Providence, di nuovo, eppure sei proprio oltre a queste mura che canti quelle poesia che hai scritto per me.
E mentre l'intera città pronuncia le parole di Happier than ever io sono stesa sull'asfalto investita da una disperazione atroce che si sintetizza in un oceano di lacrime, mi faccio persino notare dai passanti che senza avere la minima intenzione di aiutare o chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa giudicano sprezzanti scuotendo il capo.
Grazie per questa canzone perché nessuno sa cosa mi è successo, quanto spesso è successo o cosa mi ha distrutta ma lei lo sa e sono grata di poter essere ancora qui ad ascoltarla.
Anche se sto piangendo, non fraintendere.
Spesso alcune emozioni si manifestano provandone l'esatto contrario.
Tipo il fatto che continuo ad amarti fingendo che non mi importi nulla e che provo semplicemente a esistere facendomi investire da tutto nella speranza che prima o poi questa desolazione sparirà.
Ma non accadrà.
Non è mai successo.
E perché io dovrei rappresentarne l'eccezione?Ricordati di lasciare un voto e un commento
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Look at you needing me
FanfictionQuesto libro non parla di un amore proibito. Candace e Billie non sono mai state obbligate a non amarsi, nessuno ha mai impedito loro di vedersi o imposto di provare sentimenti. Questo libro parla di due ragazze che hanno dovuto lottare contro chi o...