Capitolo 69

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[ Billie ]

Quando ho letto i tuoi messaggi ero convinta che stessi scherzando, che mi stessi prendendo in giro.
Due frasi.
Due cazzo di frasi per liquidarmi.
Due fottute frasi senza nemmeno una spiegazione.
È finita.
Non scrivermi più, per favore.
Ovviamente ti ho scritto e ovviamente non hai mai risposto.
Non è stato difficile convincere Matthew a partire prima per Boston, d'altronde saremmo comunque dovuti venire qui per trascorrere le vacanze di Natale in compagnia della sua famiglia, il mio tour è terminato e riprenderà in febbraio quindi non c'era nulla che ci trattenesse ancora a Los Angeles.
Probabilmente se mi hai scritto quei messaggi significa che sei incazzata e che non mi vuoi parlare ma ti giuro che per quanto io ci abbia riflettuto non ho ancora capito cosa avrei fatto di male per averti procurato un simile fastidio, ho deciso di dirti tutto, ogni singola cosa per evitare di avere ancora segreti con te e tu come mi ripaghi?
Chiudendoti nel silenzio senza concedermi nemmeno una risposta.
Poco importa perché sono appena entrata nella sala principale di "The Inn a little Boston" alla ricerca delle cucine, ho assolutamente bisogno di parlarti dato che neanche rispondi alle mie chiamate e so di per certo che sei in servizio poiché in questo periodo dell'anno i ristoratori lavorano più dei minatori sotto terra.
Il ristorante è vuoto e la cosa non mi stupisce, chi é il pazzo che verrebbe a mangiare alle quattro del pomeriggio? Purtroppo però il maître che mi ha vista entrare sta continuando a farmi un milione di domande per capire il motivo della mia presenza, non volevo attirare l'attenzione  perché ho paura che sotto a tutto questo ci possa essere il tuo ragazzo, dato che altrimenti non mi spiego il cambio repentino del tuo comportamento, e se lui sa qualcosa su di noi sarebbe meglio non provocarlo facendomi trovare nel suo ristorante.
< Sto cercando una persona > confesso dopo la milionesima domanda.
< E lei chi sarebbe per fare una simile richiesta signorina? Se posso permettermi >
Sbuffo alzando gli occhi al cielo e per la prima volta nella mia vita cerco di sfruttare la mia immagine a mio vantaggio. Mi tolgo gli occhiali da sole effettivamente un po' insoliti per una ombrosa giornata di dicembre e calandomi momentaneamente la mascherina gli faccio vedere il mio viso.
L'uomo si irrigidisce, vedo solo parzialmente la sua espressione dato che ha la bocca completamente coperta ma dal guizzo che fanno i suoi occhi capisco che mi ha riconosciuta e iniziando immediatamente a scusarsi mi chiede chi stia cercando.
< Candace Bennets > dico soddisfatta facendomi condurre verso le cucine.
Alla fine, in fondo in fondo, essere famosi non è sempre tutta questa scocciatura.
Il maître apre la porta facendo un mezzo inchino che mi fa sorridere e dopo averlo ringraziato per la sua "squisita gentilezza" entro iniziando subito a tendere il collo per cercarti.
Ti trovo immediatamente, sei lì, in un angolo della cucina, intenta a affettare diversi ortaggi dal colore piuttosto acceso mentre gli altri chef di fianco a te si occupano di controllare alcune grosse padelle con all'interno un qualche sugo dall'odore strepitoso.
Mi avvicino verso di te ignorata dai pochi cuochi presenti e passo dopo passo raggiungo la tua postazione, trascorro almeno trenta secondi immobile nella speranza che tu ti accorga da sola della mia presenza ma sei troppo concentrata sul tuo lavoro, e quando sto per passare a schiarirmi la gola con un colpo di tosse appena accennato il mio sguardo cade sulle tue mani che con movimenti decisi e fulminei stanno facendo a fettine delle povere barbabietole.
Il gelo.
Per quale cazzo di motivo hai un anello di fidanzamento al dito?
< Stiamo scherzando, vero? > dico senza interessarmi di aver alzato troppo la voce al punto tale da far calare il silenzio sull'intera cucina.
Gli sguardi di tutti i cuochi adesso sono puntati su di me e passano pochi secondi prima di iniziare ad avvertire i soliti borbottii che rinchiudono commenti e giudizi, silenziosi come la pioggia ma abbastanza affilati per farmi rabbrividire.
Ti volti.
Mi guardi.
E sgrani gli occhi.
< Billie? >
< Cosa cazzo é quel coso? > ti chiedo con le lacrime agli occhi indicando l'anello ricoperto da piccoli diamanti che luccicano con una tale intensità da farmi quasi pensare che mi stiano provocando.
È questo che succede se manco per un paio di settimane?
Ti sposi?
Lanci uno sguardo verso i tuoi colleghi e loro, come dei bambini scoperti dalla madre mentre cercano di rubare la marmellata, abbassano immediatamente la testa tornando a svolgere le loro attività come se niente e nessuno li avesse interrotti.
I tuoi occhi mi spaventano, hai contratto la bocca in una strana smorfia e con arroganza mi prendi per un braccio costringendomi a seguirti fuori dalla cucina, camminiamo per diversi minuti facendo non so quanti piani di scale finché non ti senti abbastanza soddisfatta del luogo che hai trovato e decidi finalmente di lasciarmi andare.
< Va bene qui? > ti chiedo ironica massaggiandomi il polso dolorante < Sicura che non ci sia un posto ancora più nascosto e segreto dove parlare? >
Non volevo essere cinica ma quel cazzo di anello mi ha mandata in confusione.
< Proprio tu mi dici una cosa simile? > esclami incrociando le braccia senza però smettere mai di guardarmi con quell'aria truce, cosa ti ho fatto di tanto grave da farmi riservare un simile atteggiamento?
< Cosa ci fai qui Billie? >
< No no, non parleremo di certo di questo adesso > dico scuotendo la testa < Cos'è quell'anello >
< Sono affarmi miei > replichi senza scomporti e io ti imito.
< Bene, allora sono affari miei anche i motivi per cui sono venuta qui >
< Molto bene, se allora non vuoi dirmi niente vattene e lasciami lavorare! >
Ok.
Ho giocato male le mie carte.
Alzo gli occhi al cielo < Mi spieghi che cazzo erano quei due messaggi? Ho bisogno di spiegazioni Candace >
< E invece no >
< Perché! > urlo < Perché devi fare così? Pochi giorni fa stavamo scopan...> non riesco nemmeno a finire la frase che la tua mano mi blocca la bocca impedendomi di parlare.
Ti sporgi verso il mio viso e con lo stesso cipiglio arrogante e indispettito di prima inizi a parlarmi con un tono di voce fin troppo basso < Tu non hai alcun diritto di venire nel posto in cui lavoro, che per la cronaca é anche il ristorante di proprietà del mio fidanzato e futuro marito, e urlare ai quattro venti quello che io e te abbiamo fatto. Sono stata abbastanza chiara? >
Amo quando sei sicura di te e mostri un po' di arroganza ma non se questa viene rivolta nei miei confronti e lo so che sto facendo una cosa stupida ma mentre mi guardi in questo modo quasi disgustato decido di aprire le labbra facendo uscire la lingua e appena questa entra in contatto con il palmo inizio a leccarlo.
< Dai ma che schifo! > esclami pulendoti la mano sul grembiule dopo averla rimossa dal mio viso < Che cazzo fai? >
< Ora ti fa schifo? Eppure credevo che che ti piacesse la mia lingua quando...>
< BILLIE! > strilli dandomi una leggera spinta < LA VUOI FINIRE? >
Sono venuta qui per risolvere la situazione e certamente non per peggiorarla quindi decido di zittirmi e smetterla di provocarti.
< Scusa > sussurro cercando di assumere un comportamento maturo < Scusa non volevo urlare lá in cucina ma sai che faccio fatica a gestire la rabbia soprattutto se si mischia alla gelosia e...>
< Non mi interessano le tue scuse >
< Perché sei così fredda? > ti chiedo corrugando le sopracciglia < No davvero dimmelo perché non capisco, l'ultima volta che ci siamo lasciate sembrava andasse tutto bene e poi ho ricevuto quei messaggi. Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio o...>
< È ciò che non hai fatto > mi interrompi di nuovo < E ciò che non farai mai. Senti Billie è finita >
Poche informazioni e pure confuse.
Grazie mille Candace.
< Posso sapere almeno il perché? > ti chiedo mentre avverto una costante e sempre più forte stretta al cuore < E cosa è cambiato da due settimane fa? >
< Ci ho riflettuto in questi giorni e sono arrivata alla conclusione che è uno schema già visto Billie e non ho voglia di ripeterlo >
< Ma di cosa stai parlando? Noi...>
< Ti prego ascoltami > dici con un po' più di tenerezza nella voce, ecco che finalmente ti riconosco perché quando cerchi di fare la dura e quella senza cuore non ti riesce molto bene < Mi sono già fatta usare da te in passato Billie ed é finita con me che trascorrevo le serate a bere e drogarmi per colmare il vuoto che mi avevi lasciato, quindi se devo essere sincera credo proprio che non riuscirei a ripassarci. >
< Ripassarci attraverso cosa? > ti chiedo nella speranza che i tuoi gesti parlino più delle tue parole perché anche se la tua voce é distante e formale le tue mani non smettono di toccarmi.
< Attraverso noi. Attraverso qualsiasi cosa tu voglia fare. Attraverso quelle giornate in cui aspettavo un tuo messaggio, una chiamata o un segnale. Attraverso quelle notti che non potrebbero essere più belle trascorse con te, ma poi le mattine? Quando mi risvegliavo da sola nel letto? Non ho più il coraggio per affrontare tutto questo >
< E chi ha detto che me ne vorrei andare la mattina dopo? Chi ti ha detto che non voglia restare? >
< Di cosa stai parlando? Mi hai voluta nascondere per anni e adesso vuoi rivelare a tutti di noi? >
< Non ho detto questo >
Ridi, non so perché ma tu ridi spesso quando la situazione si fa pesante, forse per scaricare la tensione o forse per qualcosa che non so, fatto sta che ogni volta che lo fai il mio cuore fa un leggero sussulto nel vedere quanto cazzo puoi essere bella.
< Non lo hai mai detto, non hai mai voluto dirlo a nessuno, di me, di noi e credo sia proprio questo il punto capisci? >
Certo che capisco.
Siamo sempre lì alla fine, ancorate ad un passato che non riusciamo a superare.
< Perché non dirmelo allora? > ti chiedo allargando le mie dita per accogliere le tue che timidamente mi stanno accarezzando da diversi minuti < Perché non mi hai fatto sapere che questa cosa era diventata così importante per te? Perché non mi hai chiamato o spiegato tutto nei messaggi? Perché ti sei limitata a scrivere quelle due frasi senza mai più rispondermi, credevi davvero che non sarei venuta a cercarti? >
Ti ho fatto troppe domande,
Scuoti la testa e mentre ti gratti la fronte sollevando appena la frangetta perfettamente curata sospiri < Speravo che magari ci avresti messo di più a venire, così...> ti interrompi guardandoti l'anello.
< Speravi che mi presentassi da te dopo il matrimonio non è vero? Così mi avresti potuto dire che ormai era troppo tardi e ti sarebbe stato impossibile ricadere in noi due dando la scusa al fatto che ormai sei sposata >
< Cosa? Si ma io...no, io...>
< È così Candace. Dillo! >
< No senti, è che...> balbetti, non sai cosa dire, i tuoi occhi vorticano nel vuoto cercando disperatamente un appiglio su cui soffermarsi ma dopo tanti giri trovano i miei.
Trovano sempre i miei.
Ma sei a disagio e non mi risponderai mai quindi cambio il soggetto della discussione.
< È che non capisco, ci eravamo dette di goderci il presente ed era quello che stavamo facendo senza parlare del fatto che a casa ci aspettassero dei ragazzi oppure senza dover per forza ricordarci che al di fuori di quelle camere d'hotel io e te non siamo nulla >
< Esatto! > esclami < avevamo detto così e stavamo facendo così ma ho capito che io non ne sono in grado >
< E perché non lo saresti più, così di punto in bianco? >
< Oh Billie! Perché non vuoi capire > mi chiedi accarezzandomi i capelli < Mi sono sentita come quando mi avevi lasciato due anni fa ma continuavi a chiamarmi per scopare, mi sono sentita usata, un oggetto che rimane confinato alla camera da letto e ho voluto troncare questa cosa prima che potessi coinvolgermi ancora più emotivamente e prima di...soffrire >
< Tu non sei mai stata un oggetto > ti sussurro afferrandoti il mento e non so come mai ma tu ti accorgi solo ora che forse sei troppo vicina a me e facendo qualche passo indietro sciogli ogni stretta.
< Ma mi sono comunque sentita così > commenti distrattamente.
< Allora potevi parlarmene, potevi dirmelo e avrei risolto la situazione...>
< E in che modo? > adesso il tuo tono é tornato rigido come prima mentre mi squadri con quei tuoi verdi occhi di ghiaccio < Come pensavi di risolverla? Il mio solo e unico problema é che io e te non potremo mai essere niente di diverso da un segreto dato che tu non vuoi dire a nessuno di noi e questa è una questione che risolvi solo ed esclusivamente se accetti quello che sei e rendi pubblica la nostra storia >
< Cosa intendi dire con accetti quello che sei? >
Ti sembro stupida a farti questa domanda? Perché mi stai guardando come se lo fossi.
< Tu sei una ragazza Billie, una ragazza che ama un'altra ragazza > dici avvicinandoti di qualche passo < E penso che il motivo per cui tu sia sempre stata triste e sarai per sempre triste è che non vuoi capire che questa cosa va bene, va bene cazzo! Non è un problema! Amare non è mai stato un problema! >
Rabbrividisco.
Sta andando tutto troppo in fretta.














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