Capitolo 80

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[ Billie ]

Sono diversi minuti che siamo stese sul letto in silenzio, la coperta ricopre solo metà del tuo corpo e neanche un po' del mio ma non fa affatto freddo, anzi, le mie gambe sono incastrate tra le tue mentre girata su un lato ti accarezzo la coscia vedendo con piacere come il mio semplice sfiorarti ti provoca dei brividi.
Hai gli occhi chiusi ma non stai dormendo, so riconoscere il tuo volto addormentato perché sono state numerose le volte in cui mi svegliavo all'improvviso e poi mi costringevo a tenere gli occhi aperti per poterti osservare un po' più a lungo.
Ho sempre amato il modo in cui la luce della luna sa valorizzare i tuoi tratti, un'illuminazione velata che ti conferisce un aspetto più dolce e tremolante che mai, sembri quasi un soggetto raffigurato in un dipinto e un po' mi dispiace non avere delle doti artistiche eccezionali perché ti meriteresti di essere ritratta e che quel quadro venisse esposto in uno di quei meravigliosi musei francesi dal nome impronunciabile ricchi di arte e bellezza.
Ti meriteresti di lasciare a bocca aperta chiunque guardi quella tela, di instillare in quelle menti curiose la domanda più profonda che possano farsi, ovvero chi tu sia, quale sia il tuo nome e perché mai se sei così bella nessuna ha mai sentito parlare di te.
Vorrei tanto sapere a cosa stai pensando adesso ma non mi insinuerò nei tuoi spazi personali privandoti di un momento così tanto intimo, mi basta vedere che sorridi e che sei felice per farmi rilassare e mentre continuo ad accarezzarti la gamba senza dire nulla il mio occhio cade fuori dal finestrino.
Le tende sono tirate solo in parte infatti posso vedere perfettamente uno spicchio di panorama, il mare è calmo questa notte mentre la luna rischiara le tenebre proiettando la sua ombra su quella dolce tavola infinita che si muove, onda dopo onda.
Mi alzo di scatto.
< Che succede? > mugugni con la voce leggermente impastata, ti è bastato un mio semplice movimento per farti riaprire gli occhi il che conferma la mia teoria sul fatto che non stessi dormendo.
Mi prendo il mio tempo prima di risponderti perché sono troppo impegnata ad osservare l'oceano che si colora d'argento e piano piano inghiotte un po' di spiaggia permettendo così alla marea di fare il suo corso.
< Usciamo > dico continuando a puntare i miei occhi verso l'oscurità della notte mentre un sorriso si fa strada sul mio volto.
Ti alzi appena anche tu facendo pressione sui gomiti e sedendoti vicino a me appoggi la testa sulla mia spalla < Perché vuoi uscire adesso? >
< Perché domani partiamo Cos > ti dico con una naturalezza e tranquillità impressionante < E ci aspetterà il tour in Europa >
< Va bene, e quindi? Cosa c'entra col fatto che vuoi uscire ora? > mugugni per niente intenzionata ad assecondarmi in una gita fuori porta a quest'ora della notte.
Per un attimo una scena mi appare vivida nella mente come se l'avessimo vissuta solo ieri e non ben quattro anni fa.
Eravamo in una posizione simile, stese nel mio letto abbracciate e completamente svestite ma all'epoca la nostra mente viaggiava tra i desideri più proibiti farneticando ipotesi tanto impossibili quanto meravigliose che poi, inaspettatamente, si sono davvero concretizzate.
Mi ero alzata per prendere una penna e scrivere una lista delle cose che avremmo dovuto fare insieme almeno una volta nella vita e ti ricordi cosa mi avevi proposto?
< Camminare lungo i resti del muro di Berlino > dico senza staccare gli occhi dall'oscurità avvolta di nero < Ammirare i canali di Amsterdam di notte e fare il bagno nelle cristalline acque spagnole >
Tu sorridi timidamente strofinando la tua guancia su di me in un gesto di tenerezza < Alla fine sei arrivata anche in Europa >
< Si > sussurro < E domani quando partiremo stai tranquilla che dopo i concerti avrò come unico obbiettivo quello di fare le cose che ci siamo promesse anni fa, ma ti ricordi qual era il primo punto della lista? >
Domanda retorica.
Ovvio che te lo ricordi.
Sei stata tu stessa a Boston a portarmi nei pressi di un laghetto per cercare di spuntare quell'obbiettivo e tu non puoi saperlo perché non te l'ho mai detto, l'ho solo pensato, ma io non mi sono voluta immergere perché tu non ti meritavi un semplice stagno, ma il vero oceano.
< Fare il bagno nelle acque Australiane > sussurri alzando anche tu la testa verso il mare quasi ad accertarti che lui sia ancora lì e io annuisco < Non sarebbe il caso di andarci domani mattina quando è ancora presto? Prima di partire? >
< E perché mai? > ti chiedo.
< Tu hai paura del buio Billie! >
< Si ma a te piace >
< E sei persino spaventata dall'oceano >
< Si ma a te piace > ripeto staccando finalmente il mio sguardo dalla notte per poter osservare i tuoi occhi colmi di incertezze.
< Billie...non voglio costringere a farti...> ti zittisco con un bacio, le mia labbra bruciano mentre toccano le tue e lo stesso vale per la mia lingua che delicata assapora ogni piccola parte della tua bocca.
< C'è una lista da rispettare > sussurro ad un centimetro da te appena mi stacco.
Mi sorridi prendendomi la mano ed eccoci uscire di nascosto tra sospiri e risate mentre gettiamo un'occhiata alle nostre spalle per accertarci che nessuno ci abbia sentite, le mie suole corrono sulla secca sterpaglia che compone il terreno australiano, la stessa che piano piano si fa sempre più fine finché non diventa sabbia.
Non ti lascio la mano, nemmeno quando dopo aver percorso diversi metri ci fermiamo sulla riva, ancora pochi centimetri e le onde più insidiose ci sfiorerebbero la punta delle scarpe così me le sfilo facendo aderire i miei piedi scalzi sulla morbida superficie della spiaggia.
Tu inspiri una lunga boccata d'aria salmastra mettendomi in soggezione, mi sembra di stare finalmente per completare un sogno che ho da troppo tempo e non so se sono in grado di farlo.
Sei tu che capendo perfettamente cosa mi sta bloccando ti volti con le spalle che guardano l'oceano e sfiorandomi il braccio ti metti in punta di piedi per darmi un piccolo bacio sull'angolo della bocca, non so perché hai fatto questo gesto dato che sei quanto me, forse perché vuoi farmi sentire più alta? Più grande? Più importante?
É inutile che ti sforzi, non lo sarò mai più di te.
< Ti posso chiedere una cosa? > mi sussurri nonostante vicino a noi non ci sia nessuno < Non ti sembra simile alle spiagge della Florida, questa? >
Le mie labbra si sollevano ricordando quella vacanza e quella spiaggia in particolare, quella serata in particolare, quando ho avuto il privilegio di guardarti davvero per la prima volta, di toccarti, di essere la prima persona a farti sospirare, gemere e venire.
Comunque scuoto appena la testa non trovandomi d'accordo con te, quel luogo era secco e spento, il colore predominante era quell'odioso giallo ocra che non solo spiccava sulla sabbia ma persino gli stessi alberi assumevano quella tonalità, i bassi cespugli privi di fiori o frutti sembravano scheletri che tentavano di scavarsi la fossa giù nel terreno e l'aria era fin troppo calda dato che la zona abbondava di luoghi paludosi.
Qui invece, beh qui è tutto diverso.
Innanzitutto l'acqua dell'oceano quando c'è la luce del sole che ci riflette contro é talmente trasparente che se mi immergessi completamente e nuotassi per dieci chilometri potrei comunque vedere le mie dita dei piedi e poi la vegetazione è caratterizzata dalla presenza di un verde talmente brillante da farmi bruciare gli occhi, non c'è più una predominanza di tonalità spente e tenui ma i colori danzano sfavillando in ogni dove.
E inoltre qui non si muore di caldo, l'Australia con il suo clima tropicale segna il trionfo della foresta pluviale dove palme e felci crescono rigogliose in una fitta coltre che oscura il cielo.
< Perché mi hai fatto questa domanda? > ti chiedo grattandomi con la punta del piede la caviglia che essendo entrata in contatto con la sabbia mi pizzica leggermente.
< Perché mi sembravano uguali quei due posti > sussurri.
< Ma sono completamente diversi > ridacchio
< É vero > confermi e giuro che non ti capisco.
< Non hanno un solo elemento in comune > torni a dire avvalorando la mia ipotesi e sminuendo la tua.
< Allora perché mai hai pensato che fossero uguali? >
< Perché forse sono state uguali le mie emozioni in entrambi i casi e ho fatto una stupida associazione >
L'unico rumore che sento è il fruscio delle foglie delle palme che circondano la spiaggia e la risacca del mare che appena impercettibile crea un magico sottofondo impossibile da ignorare.
< Ero felice quella notte > continui afferrandomi i polsi e giocando un po' con le mia mani < E lo sono adesso, più che mai >
Sorrido
< Aspetta di entrare in acqua però > e sussurrandoti così tiro le tue braccia verso di me, tu mi sfili la maglia dopo esserti tolta la tua senza dire una sola parola, le tue mani sono un po' fredde mentre ti togli i pantaloni del pigiama e sorrido pensando al fatto che io non ce li ho e tutto ciò che mi copriva prima era quell'enorme maglia oversize bianca che adesso giace tra la sabbia.
E quando anche la nostra biancheria raggiunge gli altri vestiti i miei piedi nudi toccano per la prima volta il liquido scuro che avanza inesorabile verso la spiaggia e appena mi preparo per reprimere un brivido di freddo mi accorgo con stupore che la temperatura dell'acqua é più calda di quanto mi aspettassi.
Sgrano gli occhi occhi ma continuo a procedere all'indietro, passo dopo passo, finché non sono immersa fino alla vita e quando tu abbassi la testa per qualche secondo sotto la superficie e riemergi completamente bagnata il mio piccolo cuore sussulta.
É incredibile come io ti conosca da così tanto ma comunque riesci lo stesso a stupirmi e i miei poveri respiri vengono rotti dalla tua bellezza, come adesso che i capelli fradici ti si appiccicano un po' al viso quando con una mano cerchi di spostarteli dietro alla fronte.
I tuoi occhi ora sono verdi, più verdi che mai e non c'è un minimo accenno a quelle sfumature ambrate che li hanno sempre caratterizzati, ci sono forse delle scintille dorate dovute al riflesso delle stelle sopra di noi.
Mi stai fissando mentre le gocce di acqua ti scivolando lungo il corpo e senza dire una parola, schiudendo semplicemente le labbra ti avvicini a me e appoggi la tua fronte sulla mia.
Sono costretta a chiudere gli occhi perché non so se sono in grado di resistere a tanta perfezione, non so se sono in grado di guardare le tue folte sopracciglia nere che guizzano mentre mi osservi con la tua solita aria curiosa e innocente, non so se sono in grado di non annegare nella profondità di quel verde o se sono in grado di non perdermi tra l'oscurità dei tuoi capelli.
Sospiro e basta.
Per qualche secondo.
É tutto ciò che faccio.
Il tuo odore così familiare.
Il tuo respiro che sa di casa.
Che sa di felicità.
Poi la tua bocca cerca la mia mentre piano piano ti sento aggrapparti a me con le gambe, le alzi sistemandole sui miei fianchi finché io non ti afferro per la schiena e ti tengo sollevata impiegando il minimo sforzo grazie all'aiuto dell'acqua.
Strofinando il naso contro il mio trovi le mie labbra e appoggiandoci le tue le assaggi dolcemente, schiudi la bocca facendo si che la mia lingua possa timidamente accarezzarti il labbro superiore e poi dopo qualche secondo sempre dolcemente afferro con i denti quello inferiore.
Ti stringo più forte che posso mentre sento il tuo viso fare pressione tanto che mi stai chiedendo di immergermi nell'acqua con te, così lo faccio e serrando ancora di più gli occhi lascio che ogni centimetro del mio corpo venga sommerso dall'oceano senza smettere un secondo di toccare le tue labbra.
Ti sento ridere mentre siamo sotto, o almeno la tua bocca si incrina in quello che mi sembra un sorriso lasciando così un po' di spazio per l'acqua salata che si insinua nella mia gola ma non è una sensazione sgradevole, anche tu hai un sapore simile all'acqua del mare adesso che ci penso, sapida, calda, avvolgente e al contrario di quello che pensano tutti, confortevole.
Adesso sei tu che stringi le mie labbra concentrandoti con la lingua prima sulla parte superiore e poi su quella inferiore e infine, dopo aver espirato dal naso l'ultimo briciolo d'aria che era nei miei polmoni creando delle piccole bollicine, proprio quando sto per soffocare, mi spingo verso l'alto portandoti con me spalancando la bocca per espirare ossigeno.
Adesso ne sono sicura, stai ridendo anche se piano piano il suono si affievolisce mentre mi sfiori la guancia con la mano quasi a volermi asciugare quelle che sembrano lacrime ma in realtà non sono altro che gocce di mare.
Poi sento il tuo viso farsi sempre più vicino finché non arriva al mio orecchio, non dici nulla, avverto solo il tuo respiro caldo sul mio collo finché termini questa tortura e facendomi rabbrividire mi permetti di sentire la tua voce.
Hai un tono deciso, chiaro ma al contempo gentile, non è una richiesta la tua quanto più una supplica a giudicare dalla sfumatura di leggera disperazione che avverto < Apri gli occhi >
Ti ascolto.
E mi costringi a guardarti.
Intimorita sbircio le tue iridi smeraldo che mi fissano come per scrutare ogni emozione dentro e fuori di me, non so perché ma in questo momento tutti i tuoi particolari mi sembrano più vividi, più reali e perfetti come le tue morbide dita che mi sfiorano il viso o la tua bocca che curvandosi impercettibilmente verso destra in un piccolo ghigno mi comunica spensieratezza e soddisfazione.
Sono anche io soddisfatta di noi sai?
Vorrei tornare un attimo indietro, vorrei poter viaggiare nel tempo e incontrare la me stessa di 17 anni solo per rassicurarla e dirle che sarebbe davvero andato tutto bene, che avrei davvero nuotato nuda nelle acque dell'Australia insieme a te e che piano piano, giorno dopo giorno, il dolore sarebbe sempre diminuito finché non sarebbe diventato ormai solo un brutto ricordo.
Una cicatrice con cui ho vissuto, un segno sia metaforico che concreto come quello che porto sui polsi, vorrei solo poter tornare indietro e dire a quella stupida ragazzina che il sollievo che tanto cercava non lo avrebbe trovato in quelle fredde e affilate lamette ma semplicemente scegliendo te rispetto agli altri, preferendo te rispetto agli altri.
Rivelando te.
Rivelando noi
Osservo le mie ciocche castane tra le tue dita mentre tu sospiri e mi costringi a guardarti di nuovo < Posso dirti un segreto? Mi sento in vena di confidenze questa sera >
Annuisco sorridendo mentre tu sollevi gli angoli della bocca grata che io abbia risposto affermativamente e intrecciando le dita dietro al mio collo allacci le gambe sulla mia schiena.
Rabbrividisco al contatto del tuo corpo nudo sul mio.
< Ti ricordi alla festa del tuo sedicesimo compleanno? > domandi e anche se annuisco di nuovo confermando quel tuo quesito tu continui a descrivermi la scena, quasi non la rammentassi, quasi mi fosse possibile dimenticare una cosa simile.
< Mi ero ubriacata per la prima volta nella mia vita perché mi era insostenibile guardarti con lui, vedere come ti baciava, pensare che si risvegliava con te nel letto o che aveva il privilegio di chiamarti amore, ognuno di questi pensieri mi faceva impazzire ma dopo aver prosciugato metà degli alcolici che erano presenti alla festa un senso di vuoto e tranquillità mi aveva sopraffatta >
Ascolto con curiosità sempre tenendoti tra le mie braccia, stringendoti un po' più forte quando sento che la tua voce si incrina ma mai smetto di guardarti, sono sinceramente curiosa di scoprire cosa stavi provando in quel momento e cosa ti ha spinto a bere così tanto.
Te lo avevo chiesto alla festa ma avevi vaneggiato un qualcosa che sapeva di incomprensione e farneticazione perciò non ci avevo dato peso e poi non te l'ho mai più chiesto i giorni dopo volendo solo dimenticare l'accaduto, ma adesso che sei tu a parlarne non voglio perdermi una sola parola.
< Mi avevi trovata stesa nel giardino e anche se lui continuava a implorarti di tornare in casa perché faceva troppo freddo tu sei rimasta fuori con me, mi hai fatta sedere e mi hai accarezzato per quasi mezz'ora mentre mi pregavi di non fare mai più una cosa simile >
< Perché ti viene in mente adesso? > domanda accennando un sorriso < Ho come l'impressione che il tuo cervello questa sera faccia delle associazioni che non centrano nulla con la realtà >
Tu ridi e scuotendo la testa appoggi i tuoi palmi sul mio petto bagnato < Ho tirato fuori questo discorso perché volevo dirti che quella sera tra le tue braccia sono riuscita a vedere per la prima volta le cose come stavano >
Una leggera folata di vento sposta un'onda vicino a noi che per qualche secondo con la sua forza ti copre la bocca impedendoti di parlare.
< Notavo ogni cosa che vi dicevate, ogni abbraccio che vi davate, ogni bacio che vi scambiavate e ancora non lo sapevo ma morivo di gelosia per ogni volta che lui osava toccarti, ma quella sera, mentre tu mi accarezzavi i capelli, mentre io giocavo con i tuoi anelli e mi lasciavi fare, mentre nel giorno del tuo compleanno invece che a festeggiare tu eri stesa sul freddo portico del giardino del tuo ragazzo e fissavi i miei occhi come se fossero la cosa più preziosa del mondo io capì che lui poteva anche farti tutto quello che voleva ma non lo avresti mai guardato come guardavi me e non avresti mai pronunciato le parole che pronunciasti per me >
Afferro le tue mani che mi stanno accarezzando il collo e continuando a galleggiare nelle acque scure ti sfioro la pelle con le mie dita < Perché? Cosa ti avevo detto? >
Ti chiedo di scusare la mia memoria ma noi abbiamo avuto così tanti momenti, così tante conversazioni che ora come ora mi è difficile ricordarmele tutte a memoria.
< Mi sentivo un fallimento > continui tu chiudendo gli occhi ma stringendomi in un abbraccio < Perché ti stavo rovinando la festa, perché eri costretta a startene lì con me, mi sentivo talmente male che per un attimo ho pensato che per te sarebbe stato meglio non avermi mai incontrata e anche se non volevo quel breve e fugace pensiero l'ho espresso ad alta voce e tu l'hai sentito >
Il rumore della risacca del mare si fa sempre più lontano mentre noi continuiamo a fluttuare nelle acque tenebrose, ormai sono in punta di piedi sulla sabbia e se solo mi spostassi di qualche metro non toccherei più.
< Hai detto che avevi bisogno di me > sussurri pericolosamente vicino al mio orecchio tanto che rabbrividisco nonostante l'acqua sia piuttosto calda < E mi guardavi con quei tuoi occhi blu, con quei tuoi occhi che ho sempre considerato dello stesso colore delle onde calme però su di te l'oceano sembrava sempre essere in tempesta ma non quella sera. Quella sera tutto gridava quiete >
Non posso resistere di più, mi avvicino di nuovo alla tua bocca e ti bacio dolcemente mentre porto una mano sulla tua nuca, stringo forte i capelli che si aggrovigliano tra le mie dita e mentre le labbra si riempiono di sale e di te sento il mio cuore scoppiettare come se un concerto di fuochi d'artificio si stesse consumando all'interno di esso.
Poi ti stacchi dopo aver baciato la mia lingua e torni a parlare < Il segreto che ti volevo dire comunque era che quel giorno mi sono resa conto di come tu non fossi mia >
Sospiri e vedo tutto il dolore che hai provato in questi anni, quella sofferenza di colore grigio e dal sapore amaro che hai dovuto ingoiare, con la quale hai dovuto convivere con il solo orizzonte luminoso di una flebile speranza che ti costringeva ad andare avanti.
Non deve essere stato facile.
Nemmeno per te.
< Però io mi ripromisi che lo saresti stata > dici poi spalancando gli occhi e una luce colma di stelle mi investe, i tuoi occhi luminosi ora sono più intensi che mai e il blu dell'oceano mischiato al giallo degli astri crea proprio la tonalità che rappresenta le tue iridi.
É uno spettacolo, uno di quelli che devi vedere almeno una volta nella tua vita per poter dire di averla vissuta davvero.
< E io non infrango mai le promesse > sospiri alla fine sfiorandomi il viso mentre lo porti verso di te per potermi baciare ancora e ancora e ancora.
Perché lo sentì attorno a noi? Un concerto di rumori.
Musica, luci, voci, grida, canti.
Esplosioni, boati, risate.
Tutto suona, tutto si muove.
Anche se in realtà l'universo è fermo e ci sta guardando.
Peccato non poter spiegare a parole cosa provo in questo momento, le immagini che mi scorrono nel cervello sono solo una funesta rappresentazione della realtà perché non esistono fatti concreti con cui sintetizzare l'armonia e la perfezione dei sensi che mi investono in questo momento.
Sarebbe impossibile spiegarlo.
E mi concentro su di te.
E ringrazio te.
Perché se solo tu fossi stata più timida, se solo tu avessi osato cedere a tutti i mille motivi che ti gridavano di no, che ti scoraggiavano a credere in noi, che tentavano di depistarti facendoti provare mille delusioni, ecco se solo tu fossi stata più debole e non mi avessi cercata oggi io non sarei qui.
Oggi io non sarei felice.
< Vuoi sapere un segreto anche tu? > ti chiedo dopo diversi minuti che ci baciamo e senza nemmeno ascoltare la tua risposta inizio a parlarlare perché mi tengo dentro questa cosa da troppo tempo < Alla festa di Candace quando ti ho baciata per la prima volta, ti ricordi il colore della stanza? >
< Certo > esclami con troppa sicurezza quasi per te fosse fondamentale questo dettaglio < Era verde >
< Già > sussurro appoggiando il mio viso al tuo petto, in questa posizione posso sentire il battito regolare del cuore che scandisce il tuo respiro < Non é un caso se pochi mesi dopo ho tinto le radici dei miei capelli di quel colore >
Tu sgrani gli occhi stupita e io mi rendo conto solo ora di quanto questo "segreto" sia stupido rispetto al tuo ma ancora una volta sei in grado di frenare il mio odio personale così sfiorandomi una ciocca ribelle che si era appiccicata alla mia guancia ridacchi.
< Come se io non avessi scelto la stanza verde perché l'azzurra mi ricordava troppo te >
Non so perché ma non sono stupita da questa affermazione.
Siamo così io e te.
Siamo due persone che si sono trovate per caso, si sono odiate per un breve periodo e poi per una coincidenza tanto sottile e vacua come una coltre di nebbia sono diventate amiche, abbiamo trascorso insieme tutti i pomeriggi della nostra infanzia crescendo l'una con l'appoggio dell'altra e poi quando abbiamo capito che a volte l'amicizia non è altro che un sentimento più forte non esplicitato, ci siamo amate.
E non abbiamo mai smesso di farlo.
Inconsapevolmente.
Senza volerlo.
E senza riserve.
Dolorosamente a volte.
Ma è successo.
E rifarei ogni cosa.
Risentirei ogni ferita se necessario.
La cospargerei persino di sale e alcol se solo mi permettesse di essere qui, con te, ora, tra le tue braccia e l'oceano pacifico colpito tutto il giorno dai raggi del sole e inondato dalla luce della luna la notte.
Avevo paura del buio una volta.
Avevo persino paura del mare.
E guardami ora Candace.
Guardami ora mentre i miei piedi non toccano più la sabbia, mentre galleggio in questo infinito nulla che riserva solo incognite e paure.
Curioso come io adesso non senta nulla se non solo la certezza che tutto andrà bene perché tu sei qui con me a farmi da salvagente, con le tue braccia attorno al mio collo, con le tue gambe aggrovigliate alla mia schiena, con il tuo collo sull'incavo della mia spalla e la tua bocca sulle mie labbra.
Il loro posto naturale.
Tu sei il mio posto naturale.
Perché < Guardami Candace > sussurro mentre il rumore dell'oceano copre la mia voce roca e tu lo fai, fissi le mie iridi e le guardi come se fossero la cosa più preziosa che possiedi <Guardami, ho bisogno di te >
















[ angolo autrice ]

Ho cercato di procrastinare il più a lungo possibile la pubblicazione di questo ultimo capitolo perché non posso davvero credere di aver finito l'intera storia.
Ho iniziato a scriverla all'incirca a settembre e mi ha tenuto impegnata fino a gennaio, pubblicandola poi e rileggendo ogni volta i capitoli per sistemarli era come se non avessi ancora terminato la sua scrittura, ma ora è il momento di mettere la parola fine a tutto questo.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lasciato dei commenti, anche chi solo uno, per farmi sapere che stava apprezzando il mio lavoro e la mia fantasia.

Candace e Billie non sono state solo due figure stereotipate di cui ho voluto raccontare la storia ma riflettono alcune mie esperienze, avventure, sensazioni e desideri.
L'indecisione di Billie e l'impossibilità che ha sempre avuto di fare un scelta mi ricorda tantissimo una persona a cui voglio davvero troppo bene ma si sottovaluta fino a considerarsi marginale.
L'imbarazzo di Candace, la sua timidezza e gentilezza appartengono davvero a qualcuno, qualcuno che ha veramente i capelli neri, che è più basso della media e se ne vergogna, qualcuno che davvero si prende cura del proprio fisico e di se stesso, qualcuno che ama davvero cucinare, giocare a calcio e ascoltare gli altri parlare.
Il dolore che hanno provato, la gioia e le delusioni, quelle sofferenze continue, gli stadi di gioia mischiati a quelli di ira e il senso di vergogna e delusione.
Il sentimento di non farcela, quello di mollare, la voglia di scomparire ma anche la soddisfazione di avercela fatta e l'orgoglio di esserci riusciti da soli.
Fa tutto parte di una persona che ho conosciuto nella mia vita ed ecco perché voglio dedicare a lei questo libro.
Senza io non sarei niente, senza quella forza che sa sprigionare quando crede in sè stessa e quell'ottimismo che mette ovunque vedrei il mondo grigio e si sa che il grigio fa schifo a tutti.
Quindi, anche se a volte non lo dico spesso, grazie.
Grazie per essere stata il volto di Candace in questa storia, la sua umiltà e cordialità, grazie per essere stata la determinazione di Billie e la sua ironia, grazie di avermi prestato le tue passioni per costruire qualcosa di bello ma soprattutto grazie.
Grazie di avermi permesso di conoscerti.

P.s.
spazio ai commenti.
Pareri finali sulla storia?
POV: se mi scrivete anche un bel messaggio lungo sarei molto molto felice

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