Capitolo 20

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4 anni prima
Giugno

Era un ventilato pomeriggio di giugno quel giorno in cui Billie decise di utilizzare entrambi i favori che Candace le doveva
< Ti scongiuro > ripetè inutilmente.
< No >
< Cos...ti prego! >
< No Bil, no >
< Piccolina ascoltami. Ti divertirai un sacco te lo giuro! Non puoi non esserci, è la festa di inizio estate di Donovan Vanburen >
Candace odiò che la chiamasse con quell'appellativo quasi a rimarcare che lei fosse più grande < Appunto > sussurrò appena e fortunatamente l'altra non la sentì, non glielo aveva mai detto ma odiava profondamente il suo ragazzo, le sembrava così frivolo e superficiale, Billie meritava di meglio.
< Ma ti prego > insistette portando in avanti il labbro inferiore fino ad assumere un'espressione implorante.
< È inutile che mi fai la boccuccia > la avvertì Candace < Non verrò mai >
In una frazione di secondo lo sguardo di Billie si tramutò da afflitto a elettrizzato e guardando la sua amica sogghignando accennò ad un risolino.
< Che problemi hai Bil? > le chiese la più piccola incrociando le braccia, in quel momento l'altra battè le mani facendo un grido di eccitazione e Candace non capì mai se lo fece per l'idea che le era appena venuta in mente oppure per il cibo che arrivò proprio in quell'istante.
Il cameriere se ne andò dopo aver appoggiato due piatti colmi di patatine fritte che subito vennero attaccate da Billie.
< Mettici anche un po' di patatine in quel ketchup > la prese in giro Candace un po' preoccupata per ciò a cui la sua amica aveva pensato e che ancora non voleva rivelare.
< Tu mi devi un favore > disse all'improvviso la ragazza ignorando il commento sarcastico < anzi due >
Candace aggrottò le sopracciglia studiando il volto della sua amica, ancora non riusciva ad inquadrarla con quel nuovo strano colore di capelli eppure era la stessa Billie di sempre anche se con metà testa argento e metà bionda.
< Cosa? >
< Mi devi due favori, uno dei quali da quasi sei anni se ci pensi bene > esclamò lasciando stare il cibo per un attimo e piegando le mani sotto al suo mento < è il momento di riscattarli >
< No > disse categorica Candace < non esiste che mi costringi a venire ad una stupida festa con una promessa che ti dovevo sei anni fa >
< Pa pa pa > disse Billie per interrompere la ragazza scuotendole il dito indice pallido e affusolato davanti alla faccia < non è che mi dovevi, mi devi, una promessa è sempre una promessa e signorina, è giunto il momento di scontarla >
Candace appoggiò sonoramente la testa sul tavolo e subito sentì la mano della sua amica che le accarezzava i capelli < Dai non fare così > la confortò ironicamente < mangia due patatine e consolati con il cibo >
< Io giuro che ti odio Billie > bonfonchiò l'altra costretta ad accettare l'invito < A che ora è? >
La più grande sorrise sfoggiando i suoi perfetti denti bianchi ad eccezione di un canino che era appena appena scalfito, come se se lo fosse rotta, in realtà era solo una questione di genetica infatti anche suo padre lo aveva uguale e nonostante Billie lo odiasse alquanto a Candace era sempre piaciuto, le dava un'aria ribelle.

Così Candace la sera di quel 4 giugno del 2015 si trovò fuori dal portico di Donovan Vanburen, la musica rimbombava talmente tanto che persino fuori in giardino sembrava di trovarsi proprio sotto le casse che riproducevano tutte le migliori canzoni di quell'anno, rimase un paio di minuti fuori indecisa se entrare o meno e alla fine tormentata dal peso di quella famosa promessa decise di varcare la soglia.
Si sentiva a disagio, lei era la più piccola, infatti o avevano tutti l'età di Billie oppure erano di un paio di anni più grandi come il suo ragazzo che si presentò sulla porta non appena Candace entrò.
Piuttosto alto e magro, capelli leggermente lunghi che sfioravano quasi le spalle, mascella squadrata e naso sporgente, sorriso beffardo e sicuro con il portamento da modello e cappellino girato al contrario come se fosse uno skater, stava tenendo Billie a braccetto e togliendosi gli occhiali da sole rivelando due stupendi occhi grigi squadrò la ragazza più piccola dalla testa ai piedi.
< E questa sarebbe? >
< Cos > la presentò Billie sorridendo e allungando una mano per introdurla nella casa felicissima che la sua migliore amica si fosse unità a quella festa.
< Mi chiamo Candace > la corresse < potete chiamarmi Candy >
< Candy? > scoppiò a ridere Donovan ricevendo immediatamente una gomitata da Billie che lo fece ricomporre < Eh va bene, Cos, Candy, come ti chiami...entra pure. Gli alcolici sono a destra e la piscina è fuori, se hai bisogno delle camere so...>
< Don, ha appena compiuto 14 anni > gli sussurrò Billie all'orecchio e l'altro ragazzo alzò le spalle.
< E quindi? Non tutti devono per forza essere lenti come te, che ne sai magari le piace un ragazzo e ha voglia di...> un'altra gomitata.
Questa volta però sembrava che Billie ci fosse rimasta male davvero, i suoi occhi tristi si abbassarono fino a fissare la punta delle sue converse leggermente coperte dai pantaloni attillati a zampa che indossava.
La più grande era cambiata nell'ultimo periodo, aveva iniziato a vestirsi come la maggior parte delle ragazze della sua età il che vale a dire sempre in jeans e t-shirt aderenti con colori spenti quasi a riprendere lo stile vintage, non era più quella bambina che indossava i vestiti di Finneas fingendo di averli presi dall'armadio senza guardare quando sapeva benissimo che la stessa Candace era a conoscenza del fatto che li indossasse volontariamente perché le piacevano.
Inoltre continuava a ripetere costantemente che non sarebbe andata da nessuna parte nella vita, che sarebbe rimasta ad LA come tanti di quei cantanti che cercano il successo per tutta la loro esistenza ma non trovano altro che Garage semivuoti dove provare o cori della chiesa in cui esibirsi, la piccola glielo ripeteva sempre, aveva talento, era diversa, poteva fare strada ma doveva solo credere un po' più in sè stessa e pubblicare qualcuna delle sue canzoni eppure Billie non aveva mai trovato il coraggio.
Poi aveva iniziato ad uscire con quel Donovan che per carità, aveva certamente il fascino del ragazzo più grande e dall'animo un po' ribelle, ma davvero non capiva come uno così poco intelligente e superficiale potesse piacere alla sua migliore amica.
Lei aveva un mondo dentro da raccontare a chiunque fosse stato abbastanza attento da ascoltarlo e lui certamente non ne aveva nè voglia nè opportunità.
Vide Billie sussurrare qualcosa all'orecchio del suo ragazzo che alzando gli occhi al cielo si fece condurre in un posto più appartato per discutere con lei, Candace avrebbe pagato oro per sapere cosa si stessero dicendo ma chiaramente non potè, rimase così immobile davanti alla soglia della porta aspettando che la sua amica tornasse per salvarla da quella situazione.
Ma questo non successe.
< Sei un'amica di Donovan? > un ragazzo poco più grande di lei le si affiancò con in mano una lattina di birra, Candace storse il naso all'odore della bevanda e poi scosse la testa.
< Che c'è? Non ti piace l'alcol? > chiese lui incuriosito dalla presenza che aveva davanti, quella ragazzina era infatti più piccola di chiunque fosse lì dentro ma non sembrava come tutte le altre oche pronte a vendere la propria pelle pur di mettersi in mostra, lei con una semplice t-shirt marcata "The Nightmare Before Christmas" e delle Vans leggermente consumate batteva tutti gli stupidi cliché.
Ancora una volta la mora scosse la testa sperando che il ragazzo se ne andasse per lasciarla nuovamente sola ma questo non lo fece < Hai mai bevuto? >
< Sentì > disse Candace stanca di tutte quelle domande < ho la sensazione che potrei rispondere con un cenno del capo a tutte le tue domande il che fa di te una persona poco interessante, quindi se non ti dispiace levati >
< Come mai così nervosa? > chiese il tipo contento di averle finalmente fatto una domanda che implicasse una risposta un po' più elaborata di un semplice cenno.
Candace scosse la testa scusandosi, lui aveva ragione.
Era stata maleducata e aggressiva con un ragazzo che non le aveva fatto assolutamente nulla e per quale motivo? La sua testa non faceva altro che ripetere il nome di Billie ma in realtà neppure lei le aveva inflitto qualche torto, se non ovviamente quello di averla costretta ad andare a quella stupida festa, per quale motivo poi?
< Sono forse solo un po'...stanca > mentì Candace,
< Ti capisco, chi non lo è? È per questo che mi bevo almeno cinque caffè al giorno > rispose il ragazzo sorridendo.
< Cosa? Davvero? >
< Ehm no, provavo solo ad essere simpatico >
La mora sorrise nonostante la battuta non avesse nulla di esilarante ma cercò comunque di essere gentile nei confronti di quello sconosciuto che la stava aiutando a mettersi a proprio agio < Sono Thomas > disse poi < Thomas Novelle, forse avrai sentito parlare di mio fratello Daniel, era il rappresentate di istituto del nostro liceo >
Candace scosse appena la testa accennando un sorriso < Non ti ho mai detto che liceo faccio >
< Beh, supponendo che tu conosca Donovan ho pensato che andassi nella sua stessa scuola >
< Ma io ti ho detto che non sono amica di Donovan > replicò la ragazza mentendolo in una posizione scomoda, in realtà non voleva imbarazzarlo ma semplicemente smascherare il fatto di come lui volesse stupidamente vantarsi di suo fratello come se fosse chissà chi, quando non era altro che uno dei tanti omuncoli che avevamo raggiunto un briciolo di notorietà per giusto cinque secondi.
Impacciato Thomas si grattò la nuca abbassando lo sguardo, fu allora che la ragazza decise di tornare ad essere amichevole < Sono Candace > disse porgendogli una mano che l'altro strinse saldamente.
< Quanti anni hai Candace? >
< Oh, puoi chiamarmi Candy > sottolineò l'altra con la voce un po' tremante, era infatti imbarazzata a dover ammettere la sua età < Comunque ne ho 14 >
< Beh ottimo! > esclamò Thomas sinceramente contento.
< Perché questo entusiasmo? >
< Perché la mia ragazza ha la tua stessa età e non ha fatto altro che lamentarsi tutto il tempo che c'erano solo ragazzi più grandi, adesso la porto qui e te la faccio conoscere. Chissà dov'è finita Emma >
Candace trascorse l'intera serata con quei due nuovi amici scoprendo piacevolmente che la ragazza di Thomas frequentava davvero la sua stessa scuola e che nonostante non si fossero mai davvero parlate praticavano diversi corsi assieme.
Rivide Billie solo diverse ore dopo quando la maggior parte degli invitati se ne era andata e ad essere rimasti erano solo gli amici più stretti di Donovan, la ragazza aveva gli occhi gonfi e il naso rosso e un'aria tutt'altro che divertita, continuava a tenere lo sguardo fisso su un punto impreciso e ignorare la confusione attorno, Candace stava per andarsene quando Emma la implorò di restare per l'ultimo gioco della serata.
< Va bene > acconsentì la piccola ma solo perché voleva provare a parlare con Billie e chiederle cosa fosse successo < Che gioco sarebbe? >
Forse Candace non era il tipico cliché di ragazza festaiola ma lo stesso non vale per quella festa, infatti alla fine della frase fu Thomas quello che rispose alla nuova ragazza dicendole sorridendo < Giochiamo ad obbligo o verità, che ne dici? >

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