Capitolo 14

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< Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all' improvviso di rosso cremisi, mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto, sul fiordo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco, i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura > Lesse Candace mentre illuminava il libro con la sua lampada da lettura < Questa è la testimonianza del pittore quando raccontava la sua opera "Il grido" dove il linguaggio espressivo di Munch si fa più maturo e il suo messaggio più angosciante sintetizzato sottilmente in questa che è l'opera più inquietante di tutto il secolo. Il grido naturalmente appartiene al soggetto della paura di vivere. Il senso profondo del dipinto realizzato nel 1893 e succ...oh fanculo non me ne frega un cazzo > urlò facendo cadere il libro di testo.
Non riusciva a concentrarsi e la materia non la stava neanche appassionando, cercò il telefono per cancellare dalla lista dei college tutti quelli che avevano storia dell'arte come programma base ma non lo trovò, allora si appuntò di farlo il giorno seguente e spense la luce mettendosi sotto le coperte, non aveva pianto quella sera ma la rabbia, il dispiacere e il nervoso le avevano creato un forte peso all'altezza del petto che non se ne voleva andare.
Provò a dormire ma fu inutile, continuava a vedere gli occhi azzurri di Billie che la fissavano e lei che implorava che pronunciassero un "ti amo" che forse non le avrebbero più detto, troppi pensieri le vorticavano nella testa e con essi arrivarono le preoccupazioni.
Decise allora di fare l'unica cosa che le avrebbe impedito di continuare a pensare incessantemente, aprendo il cassetto estratte il suo MP3 sorridendo, probabilmente era l'unica persona sulla faccia della terra a possederlo, e inserendo le cuffie si sparò nelle orecchie una delle sue playlist preferite.
Era per i momenti tristi in cui doveva distrarsi infatti non c'era neanche una canzone di Billie, se c'era qualcosa che la faceva riflettere più di tutto erano proprio le sue canzoni studiate nel millimetro e con mille significati nascosti che chiunque poteva interpretare in modi diversi, e poi doveva proprio smettere di pensare a lei quindi non poteva distrarsi con la sua stessa voce che le accarezzava le orecchie, seppure fosse il suono che più preferisse in tutto il mondo.
Si addormentò sulle note di "White flag" cullata dal dolce oblio del non pensare a nulla e si risvegliò invece su quelle di " When you say nothing at all " che distrussero tutta la pace che si era creata in quelle poche, ma piacevoli, ore di sonno.
Non aveva aperto gli occhi neanche da dieci secondi quando la tristezza la invase nuovamente, spense subito l'MP3 ricordandosi di quella meravigliosa serata trascorsa a mangiare i pop corn al caramello che Billie le aveva preparato guardando quel film che tanto le era piaciuto e che aveva come colonna sonora propria quella canzone.
Sicuramente per Billie sarà stata una serata come tante, sarà stato un semplice momento che riempiva degli attimi di vuoto tra una canzone da registrare in studio e un album da pubblicare ma per Candace era stato uno dei più belli in assoluto, quando aveva capito che anche le cose più banali con la persona giusta diventano incredibili.
Impiegò una ventina di minuti per trovare il suo telefono che si era nascosto tra i cuscini del divano, doveva esserle caduto quando la sera precedente lei e Billie si erano...
Scacciò quei pensieri dalla testa rimproverandosi per aver pensato di nuovo a lei così quando accese il telefono non potè fare a meno di sospirare esasperata.
Billie le aveva lasciato 17 chiamate perse e una valanga di messaggi che Candace non lèsse neanche se non l'ultimo che diceva semplicemente:
- Sono stesa sul tuo portico, credo che dormirò qui.
Candace si fiondò a guardare fuori e come un peso morto Billie cadde al suolo, si era infatti appoggiata alla porta che aveva utilizzato come sostegno per dormire, si svegliò immediatamente e stropicciandosi gli occhi si tastò la parte alta della schiena che aveva cominciato a farle male.
< La tua porta è scomoda > biascicò sbadigliando appena ma poi ricordandosi della situazione in cui si trovava decise di smettere di parlare tramite l'ironia e alzandosi rimase sulla porta per farsi invitare ad entrare.
Candace ci pensò un attimo, era ancora arrabbiata con l'altra e non voleva che pensasse che aver dormito fuori nel suo portico fosse una dichiarazione d'amore sufficiente da farsi perdonare così incrociò le braccia e le si rivolse con parole dure < Perchè mi hai chiamato un'infinità di volte? >
Billie avrebbe tanto voluto chiederle perché lei non avesse risposto, cosa avesse lei di tanto meglio da fare ma alla fine decise di piegarsi e rispondere alle domande senza utilizzare il suo solito tono cinico che assumeva solitamente nelle discussioni.
< Avevo bisogno di parlarti > disse semplicemente accarezzandosi il braccio come se si sentisse a disagio nel confessare il proprio errore del giorno prima < ti volevo chiedere scusa Cos, ho fatto un casino >
Candace annuì segretamente felice che l'altra ragazza fosse tornata a chiamarla con il nomignolo che solo lei le dava e non con il suo nome intero di battesimo che voleva dire solo una cosa: Freddezza e poca confidenza.
< Non ti ho lasciato parlare > riprese il discorso < ero venuta qui perché dovevi dirmi urgentemente una cosa e sono esplosa al primo imprevisto >
La più piccola sospirò delusa, per un momento si era davvero aspettata che Billie fosse venuta da lei per dirle che la amava e invece doveva accontentarsi solo di quelle scuse che se pur apprezzate non sostituivano il vuoto che la ragazza dai capelli corvini si sentiva dentro, ma era comunque sorpresa che avesse fatto i conti con il suo carattere focoso e alla fine avesse vinto quello pacato e razionale, non le succedeva quasi mai quando ormai era esplosa.
Dopo averla fatta entrare Candace prese posto sul divano del salotto cercando di farsi coraggio, dato che sapeva che Billie non sarebbe stata affatto contenta, per raccontarle tutta la storia dall'inizio alla fine.
< Cos? > le chiese l'altra senza prendere ancora posto vicino a lei e per l'ennesima volta la piccola sperò, implorò e pregò che pronunciasse quelle parole < Non è che avresti un po' di caffè? Oppure qualcosa da sgranocchiare? Sai che la mattina se non mangio qualcosa non riesco a connettere >
< Tu non eri quella che sosteneva che il caffè fosse sopravvalutato? > rispose freddamente e con un tono talmente duro che l'altra credette di aver fatto una richiesta troppo azzardata ma il punto era solo che Billie l'aveva delusa, l'aveva delusa di nuovo e non faceva altro che deluderla costantemente tanto che Candace si chiese se tutto questo ne valesse ancora la pena.
E si, la risposta era ancora si.
La ragazza più grande accettando la situazione si sedette su una sedia voltandola verso la ragazza che incominciò finalmente a parlare < Ero alla festa di Micheal l'altra sera, penso che al massimo ci saremmo state due o tre ore, niente di che, ma proprio quando io e Emma stavamo per andarcene un ragazzo mi ha fermata e ha iniziato a parlarmi...>
A Billie erano bastati dieci secondi di quella storia che già voleva alzarsi in piedi e urlare addosso a Candace chiedendole con che coraggio avesse osato tradirla e con quale faccia facesse lei quella arrabbiata tra le due ma aspettò, cercò di reprimere quell'impulso che le suggeriva di gridare e continuò ad ascoltare la sua ragazza, e la cosa fu una fortuna dato che la storia che le stava raccontando non poteva essere più lontana dalla banale supposizione di un tradimento.
<...Quel ragazzo era Thomas > riprese Candace < C'era una tua canzone alla festa e avvicinandosi a me mi ha fatto intendere di sapere di noi due, all'inizio ero convinta che avesse azzardato una ipotesi, che mi stesse semplicemente provocando ma il giorno dopo quando sono andata da lui per parlare mi ha detto ogni cosa >
Ecco, aveva sganciato la bomba.
Il cuore di Billie cominciò a battere all' impazzata, sentì il viso farsi sempre più caldo e bloccarsi come se avesse appena indossato una maschera, la mascella era più contratta del solito tanto che fece fatica a muoverla nel momento in cui volle parlare e il groppo che aveva in gola le rese la voce incredibilmente roca.
< Lui sa di noi? > era rimasta a questa affermazione ignorando altre cose che in una situazione diversa l'avrebbero fatta infuriare come ad esempio il fatto che Candace invece che parlarle aveva deciso di andare a discutere da sola con Thomas agendo individualmente.
< Si > rispose la più piccola decisa cercando di mascherare tutto il dolore che provava in quel momento, voleva abbracciare Billie, più di ogni altra cosa, ma non poteva farlo, doveva rimanere forte e farle capire che esistono anche i sentimenti degli altri e che questi vanno rispettati.
< E cosa ti...> La più grande deglutì fissando un punto vuoto e indefinito davanti a lei com'era solita fare ogni volta che si trovava in una situazione difficile da gestire, fare così la aiutava infatti a concentrarsi ed evitare di farsi distrarre dall'ambiente che aveva attorno < E cosa ti ha detto? >
< Ha promesso di non dire niente se solo gli farai un favore >
Il cuore di Billie si alleggerì appena, c'era quindi una possibilità che lui non rivelasse tutto?
< Non so se ti ricordi ma Thomas canta e compone canzoni, mi ha infatti detto che vuole parlare con il tuo manager, vuole che gli faccia un contratto e lo lanci nel mondo discografico. >
La più piccola guardò Billie attentamente e notò che non aveva l'espressione che assumeva in pubblico, quella disinteressata, scocciata, come se fosse superiore alle cose che le stanno intorno, non aveva il classico volto imbronciato, il labbro inferiore pronunciato in avanti e lo sguardo cadente, ma allo stesso tempo non aveva neanche la solita espressione spensierata e felice di quando erano loro due da sole, non aveva gli occhi che le brillavano, il sorriso perenne sulle labbra o quel ghigno ironico che faceva spesso per prenderla in giro.
Quel giorno era diversa, gli occhi gonfi probabilmente dalle lacrime e pronunciati maggiormente da due grosse occhiaie createsi proprio quella notte, il naso che fremeva e aveva lo stesso colore della felpa cremisi che Candace indossava, la voce però era tranquilla e non tradiva lo stato di agitazione che chiunque si sarebbe aspettato di sentire da una persona nelle sue condizioni in quel momento.
Era strano, era incredibilmente strano.
< Sei sicura che lui sappia di noi? > le domandò cercando di pensare razionalmente < Non è che magari tu lo hai detto ad Emma e lei...>
< Io non ho detto niente a nessuno > urlò Candace sulla difensiva incredibilmente indispettita del fatto che Billie potesse pensare il contrario < È stato difficile non dire niente alla mia migliore amica sai? Non spiegarle perché avevo quel sorriso sulle labbra nei momenti felici o perché a volte ero triste senza nessuna apparente ragione quando in realtà dipendeva tutto da te! Lei crede che ci siamo allontanate, che io non ti senta più e che tu neanche ti ricordi chi sono...e forse tutto questo non è neanche così lontano dalla realtà >
Billie deglutì di nuovo ma finalmente distolse lo sguardo dall'infinito e lo puntò negli occhi color ambra della sua ragazza, ci lèsse dentro dolore, angoscia, paura e soprattutto delusione e sapere che erano tutti nei suoi confronti non la confortò affatto.
< Scusa > disse semplicemente < volevo solo esserne sicura >
Non accennò a quello che Candace le aveva detto dopo, ora più che mai aveva capito quanto pericolosa fosse la loro relazione seppur incredibile e intensa.
< Se ti fidassi di me lo saresti stata anche senza il bisogno di chiedermelo >
Billie non replicò, si era presentata a casa sua quella mattina per rimediare al comportamento aggressivo della sera precedente, non poteva quindi permettersi di replicare la scenata.
< Come fai a sapere che lui è davvero a conoscenza di noi? >
< Ha detto di avere delle foto > replicò Candace sempre più irritata < Non me le ha fatte vedere ma lui sa, sa tutto Billie e ha chiaramente detto che divulgherà ogni prova in suo possesso se tu non gli farai conoscere Chris >
La ragazza più grande si alzò dalla sedia e si prese qualche istante per riflettere.
< Non posso presentarglielo, è fuori discussione > sospirò < Magari se provassimo a dargli dei soldi...>
< Non puoi comprare tutto con il denaro lo sai vero? >
Billie si sentiva come un'ape all'interno di un alveare che punzecchiata da un bastone ad un certo punto esplode e attacca chiunque gli passi a tiro.
Musica.
Famiglia.
Cos.
In genere ripetere quei nomi la calmava ma non questa volta e anche se con meno foga fu lei che alla fine alzò la voce.
< Mi spieghi qual'è il tuo problema? Ho capito che sei arrabbiata ma ogni cosa che dico mi dai contro! >
Candace scosse la testa < Non penso voglia dei soldi, me li avrebbe chiesti subito non pensi? >
< Si, sicuramente hai ragione ma dobbiamo trovare un'altra alternativa, non posso fargli conoscere il mio manager Cos, lo capisci questo vero? >
L'altra scosse la testa impercettibilmente e Billie alzò gli occhi al cielo < Dall'ultima volta che ci ha viste insieme e mi ha proibito di vederti lui non sa che ti frequento ancora e come potrei spiegare quel caso umano che gli porto se non che è lì perché mi sta ricattando? >
< Beh puoi dire che ti sta ricattando ma per qualcosa di diverso dalla nostra storia > propose Candace assumendo l'espressione annoiata di chi deve pensare a tutto da solo < oppure non gli dici nulla del ricatto e lo proponi come nuovo artista emergente >
< Chris non è così stupido > riflettè l'altra ignorando il tono scontroso della sua ragazza che ormai sembrava rivolgere solo a lei < capirebbe che c'è qualcosa sotto, non posso presentargli uno come Thomas e convincerlo che sia davvero bravo e valga il suo tempo >
Candace rimase in silenzio, non sapeva cosa dire.
Era arrabbiata.
Arrabbiata con la sua situazione perché non poteva vivere la sua relazione con Billie apertamente.
Arrabbiata con Thomas perché cercava di ricattarle.
Arrabbiata con la sua ragazza perché non sapeva assumersi le responsabilità di dirle che non l'amava più.
Ma soprattutto era arrabbiata con sé stessa perché nonostante la situazione in cui si trovasse fosse terribile lei continuava ad annegarci dentro cercando disperatamente di rimanere a galla utilizzando come unico salvagente l'amore che provava nei confronti della sua ragazza, amore che secondo lei era assolutamente unilaterale.
Billie la lasciò sola poco dopo dicendo che doveva prendersi del tempo per pensare a come risolvere quella situazione così Candace silenziosamente iniziò a sistemare il salotto che avevano disordinato e successivamente pulì la cucina, escluse tutti i college con un corso di arte dalla sua lista sul telefono e poi dopo essersi fatta una doccia prese il suo MP3 e cancellò l'ultima traccia della playlist.
Adesso "When you say nothing at all" apparteneva al passato e non ci sarebbero stati rischi di rimpiangerla.
Neanche si ricordava più il nome del film a cui faceva da colonna sonora.

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