Capitolo 51

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[ Due anni prima ]
Novembre

Candace salì sul sedile anteriore della Dodge Challenger nera che si era appena fermata davanti all'ingresso della sua scuola e gettando lo zaino sotto al sedile si sporse verso sinistra cercando le labbra di Billie.
La più piccola amava quell'auto perché li le era permesso di baciarla anche se si trovavano, come in quel momento, in mezzo a centinaia di persone, i vetri oscurati infatti impedendo la visibilità non lasciavano trapelare nulla di ciò che accadeva dentro la macchina e non appena la sua bocca si appoggiò su quella dell'altra Billie ricambiò il bacio appoggiandole una mano sulla guancia.
Quel momento durò poco e subito la più grande girò le chiavi e schiacciando sull' acceleratore lasciò lo squallido parcheggio di quella scuola iniziando, proprio come farebbe una mamma amorevole, a interessarsi alla giornata di Candace.
< Allora, cosa avete fatto oggi? >
< Oh non ci crederai mai! > rispose l'altra entusiasta < Hanno scelto i partecipanti del comitato per la festa di fine anno e indovina? Mi hanno presa! >
Il sorriso di Candace si spense subito quando vide la faccia della più grande < Qual'é il problema? >
< Hm? No, no, niente >
< Billie? > insistette la mora guardando con aria di rimprovero la sua ragazza < Cosa c'è? >
< Solo che...lo sai >
< Cosa dovrei sapere? >
Candace odiava il fatto che Billie non la stesse guardando ma d'altronde come poteva? Se lo avesse fatto l'auto sarebbe certamente andata fuori strada.
< Io odio queste cose > sbuffò la più grande girando le mani sul volante < Le feste del liceo, l'annuario, il comitato studentesco...sono tutte manifestazioni di una società patriarcale e tradizionalista >
< Oh mio Dio! > esclamò Candace alzando gli occhi al cielo < Perché devi essere sempre cosi pesante? >
< È solo quello che penso >
< Si e va bene, ma non potresti essere felice per me una volta nella tua vita? >
< Ma io sono sem...>
< È una cazzata > la interruppe la piccola massaggiandosi le tempie < E poi dici così solo perché te il liceo non l'hai mai vissuto. Facile dire che fa tutto schifo quando la tua istruzione l'hai ricevuta comoda comoda nelle mura di casa > Candace non voleva dirlo in modo arrogante ma un leggero sentore di invidia si poté percepire da quelle sue parole.
< È vero, non sono mai andata nelle scuole tradizionali ma questo non significa che io non possa giudicare il modo in cui sono dirette e organizzate >
< Ok > sospirò la mora < Ma non te lo ha chiesto nessuno, sono solo entrata in macchina dicendoti che avrei organizzato io la festa di fine anno e invece che un sorriso o un incoraggiamento ricevo solo critiche sulla patriarcale istituzione scolastica americana >
Calò il silenzio per diversi secondi e mentre Billie continuava a premere sull'acceleratore superando qualsiasi veicolo si trovasse davanti Candace si aggrappò spaventata al sedile < Cosa stai facendo? > le chiese con l'aria terrorizzata.
< Ti porto a casa, perché? >
< Pensavo volessi uccidermi >
Billie scoppiò a ridere < Cosa, scusa? >
< Stiamo litigando e tutto ad un tratto inizi ad accelerare, cosa dovrei pensare? >
< Beh forse solo che sto cercando di portarti a casa il più velocemente possibile? > rispose Billie con il sorriso sulle labbra ma una leggera incrinatura nel cuore, davvero pensava che sarebbe capace di fare una cosa simile?
Certo, una volta non sapeva gestire la rabbia ma col tempo era migliorata, anzi era proprio merito di Candace se ormai riusciva a controllarsi quasi perfettamente.
< Ah > esclamò la piccola delusa e poi facendosi montare da un'irrazionale e improvvisa sensazione di rabbia la guardò < Perché non hai voglia di discutere e quindi la cosa migliore da fare è quella di scaricarmi a casa il prima possibile, no? >
Adesso Billie corrugò la fronte delusa < Ma sei seria Cos? >
< Io si, tu piuttosto? >
La più grande guardò l'orologio per l'ennesima volta e schioccando la lingua in segno di disapprovazione si voltò verso la mora < Sto cercando di portarti a casa il più velocemente possibile perché sono in ritardo con Chris, avevamo un appuntamento circa venti minuti fa e sono già in terribile ritardo >
Candace si vergognò profondamente per ogni singola cosa cattiva che aveva pensato nei suoi confronti e abbassando un po' la voce si scusò < Ma perché mi sei venuta a prendere allora? > chiese poi curiosa < Se l'appuntamento era venti minuti fa non c'è l'avresti mai fatta in ogni caso a presentarti puntuale dato che io esco da scuola proprio a quell'ora >
< Si, lo so. Ma non volevo lasciarti da sola >
< Oh Billie > esclamò Candace sentendosi sempre più in colpa e appoggiandole una mano sul suo braccio glielo accarezzò  < Potevo prendere un autobus o andare a piedi...>
< Andare a piedi? Ma se casa tua é fuori Los Angeles e quindi a più di un'ora senza mezzi di trasporto? E poi i bus sono pericolosi >
La piccola sorrise rendendosi conto di quanto Billie si preoccupasse per lei, talmente tanto da arrivare in ritardo persino agli appuntamenti con il suo manager e continuando a guardare il suo profilo concentrato a fissare la strada si perse nei suoi occhi leggermente velati e tristi, forse proprio a causa sua.
Si vergognava profondamente a non essersi fidata di lei per ben due volte, prima quando aveva accelerato e poi quando le aveva detto che l'avrebbe portata subito a casa.
Fu la più grande a parlare di nuovo < Scusa per prima > disse regalandole una veloce occhiata < È che...non lo so, vorrei solo che tu stessi fuori da tutto quello schifo >
< Tutto quello schifo? >
< Si > continuò Billie grattandosi il collo, sembrava nervosa ma non c'era alcun motivo per esserlo < Aspettare trepidante che un ragazzo ti inviti, guardare tutte nella pista che attendono solo che lui le baci, essere costrette a fare qualcosa di cui non si è sicure solo perché è un rito perdere la verginità al ballo della scuola...Questo è quello che significa andare a quegli eventi >
< Ma io lo sto solo organizzando Bil, non significa che farò o aspetterò quelle cose > rispose la piccola appoggiando una mano sulla sua coscia e vedendo la reazione che aveva appena riscosso nell'altra le si avvicinò all'orecchio sussurrandole < Qual'è il vero problema? Sei gelosa? >
< Cosa? > esclamò con una voce più acuta del solito < E di chi dovrei esserlo? >
< Beh lo hai appena detto, no? > la voce di Candace era soffice e soave, la tonalità così bassa avrebbe dovuto calmare l'altra ragazza ma al contrario Billie si sentiva irrequieta e cercando di mascherare quel sentimento di gelosia che davvero la stava invadendo provò a negare ogni cosa.
< Non ho detto niente io >
< Aspettare trepidante che un ragazzo ti inviti, guardare tutte nella pista che attendono solo che lui le baci, essere costrette a fare qualcosa di cui non si è sicure solo perché è un rito perdere la verginità al ballo della scuola...> ripetè Candace senza dimenticarsi una sola parola < Questo significa che odi l'idea che qualcuno possa farlo con me in tua assenza? >
Billie sterzò bruscamente e continuando a controllare l'orologio uscì dalla strada principale < No, non penso succederebbe mai > replicò fredda serrando la mascella, avrebbe voluto finire lì la frase senza darle troppe soddisfazioni ma il dubbio la stava logorando dall'interno < Oppure mi tradiresti? >
La piccola si stava divertendo fin troppo, aveva notato il nervosismo della sua ragazza e aveva anche capito il motivo di così tanto astio nei confronti di quel ballo scolastico così senza la minima intenzione di smettere continuò a provocarla per cercare di condurla a dirle finalmente la verità.
< Beh non stiamo parlando di tradimento >
< Cosa? > chiese Billie alzando la voce mentre aumentava la pressione delle mani sul volante.
< Si sa che quello che succede al ballo rimane al ballo >
< So cosa stai facendo Candace > disse la più grande cercando di rimanere calma < E non funzionerà >
< Che cosa? > rispose l'altra facendo la finta tonta < Ti sto solo avvertendo che magari potrebbe succedere sai, dopo aver bevuto un po' troppo le mani si muovono velocemente e chi ha detto che non avrò voglia di baciare qualcuno? E ovviamente te non puoi, e non vuoi essere lì...quindi...>
Quelle tre parole.
Quelle tre fottute parole.
Billie le ripetè senza sosta nella sua mente cercando di calmarsi.
E forse ce l'avrebbe anche fatta se Candace fosse rimasta in silenzio.
< Ti prometto però che quando bacerò le labbra di qualcun altro penserò a te >
< Adesso basta > urlò Billie curvando pericolosamente fino ad arrivare sul ciglio della strada, spense il motore e gettandosi con impeto sulla più piccola piuttosto spaventata le afferrò sgraziatamente il viso con entrambe le mani e lo portò verso il suo.
Cercò le sue labbra mordendole e succhiandole con la stessa foga con cui un assetato si avventerebbe su un bicchiere d'acqua e premendo la bocca sulla sua respirò a pieni polmoni il suo odore troppo familiare e troppo delicato la quale assenza la faceva impazzire.
< Non lo faresti mai, vero? > domandò con le lacrime agli occhi ancora troppo dispiaciuta per poter sorridere e comprendere che l'altra stava solo cercando di farla ingelosire.
< Ma Billie...> sussurrò la piccola sentendosi di nuovo profondamente in colpa < Stavo scherzando, lo sai no? >
La ragazza dai capelli azzurri sospirò sentendosi il cuore liberarsi di un grosso macigno e curvando leggermente i bordi della sua bocca guardò gli occhi di Candace.
Cazzo. Quella ragazza aveva l'intero mondo lì dentro e lei si stava comportando come una stronza insensibile riuscendo a renderli un posto infelice e desolato.
Portò di nuovo le labbra sulle sue assaporando ogni centimetro di pelle, ogni tremare della sua bocca e ogni movimento della lingua, voleva essere dolce ma non ci riusciva, il fuoco che sentiva dentro glielo impediva e la necessità che la faceva ardere gridava di farla sua immediatamente.
< Ti amo > le disse Candace staccandosi per prendere fiato e cercando di rassicurarla ulteriormente  < E poi lo sai che a quello stupido ballo vorrei andarci solo con te >
Billie sospirò chiudendo gli occhi per una frazione di secondo e poi tornò a concentrarsi su di lei < Ma non possiamo > disse con la voce tremante.
Quanto faceva male tutto quello.
A volte la sua fama le rendeva la vita difficile, non che andare al ballo di fine anno fosse uno dei suoi più grandi desideri ma sapere di non poterci mettere piede, neanche per fare felice lei, rendeva il tutto incredibilmente triste.
< Mi dispiace > sussurrò Billie < te lo meriteresti >
< Cosa? Di andare al ballo che hai appena denigrato > rise l'altra ridacchiando cercando di sdrammatizzare la situazione.
< No, un po' di normalità intendo >
< Billie...> la piccola cercò di chiamarla e attirare la sua attenzione ma l'altra sembrava non volerla ascoltare.
< Ti meriteresti di andare a quello stupido ballo con la persona che ami e...>
< Non importa > quelle consolazioni di Candace erano quasi irritanti perché anche in un momento in cui era dispiaciuta cercava comunque di sollevarle il morale come se fosse lei la vittima e quella legittimata a soffrire.
Le mani di Billie accarezzarono la mandibola della ragazza che sentendosi toccare con così tanta dolcezza chiuse gli occhi sospirando, il suo cuore stava girando su sè stesso mentre lo stomaco ormai era diventato una gabbia di farfalle che cercando di spiccare il volo sbattevano sulle pareti provocandole delle fitte di piacere all'anima.
< Tutto quello che mi interessa è sapere che mi ami, anche se non verrai con me ad una festa o non sarai sulle tribune a guardare le mie partite o...>
Billie interruppe quello spiacevole elenco di cose che non avrebbero mai potuto fare insieme e sentendo di nuovo la stessa esigenza di prima impresse ancora la bocca sulle sue labbra che vennero intrappolate dalla lingua dell'altra e i loro nasi, come le fronti, si scontrarono tra loro.
La più grande stava per sfilarle la maglietta quando Candace portò le mani sul suo petto toccandole il seno prosperoso < Aspetta, aspetta un attimo >
< Cosa c'è? > chiese Billie allarmata < Non ti va? >
< E il tuo manager? > domandò la piccola ignorando ciò che l'altra le aveva appena chiesto come se davvero le potesse non andare una cosa del genere.
La ragazza dagli occhi azzurri sorrise scuotendo la testa < Non me ne frega un cazzo, ci sono cose più importanti >
Ricevuta poi la conferma per poter continuare lanciò la maglietta nei sedili posteriori e reclinando quello davanti sul quale Candace era seduta la fece stendere slacciandole la cintura.
Era diverso quella volta però.
Per una qualche strana ragione nonostante fosse stata rassicurata più volte Billie si sentiva ancora non indispensabile per lei e la gelosia che prima si era manifestata solo tramite delle leggere sfumature adesso stava piano piano inglobando la sua anima.
Forse per far cessare quello strano sentimento di insicurezza avrebbe dovuto dimostrare a Candace chi era e cosa sapeva fare così respingendo un dolce bacio che l'altra cercò di darle riprese la cintura che aveva appena slacciato e legò i polsi della più piccola che stupita spalancò gli occhi.
< Cosa stai fac...> riprese quella domanda con le sue labbra in quello che si rivelò un bacio fin troppo rude e duro, non chiese nulla questa volta e slacciandole il reggiseno portò una mano ai polsi dell'altra nonostante fossero già ben stretti tra loro a causa della cintura.
< Non dire una parola > le intimò Billie torturandole un orecchio con la sua bocca e poi sempre stringendole le braccia si tolse lei stessa la camicia sedendosi sul corpo della più piccola che incuriosita e stupita di quel nuovo approccio continuava a bramare le sue labbra.
Così lei la accontentò tornando a baciarla ma le sue mani non avevano intenzione di stare ferme, le tolse i pantaloni e facendo presto scomparire anche la biancheria intima guardò soddisfatta quel corpo nudo sotto di lei.
Candace l'aveva provocata tutto il giorno ma adesso non aveva più intenzione di fare nulla, sarebbe rimasta ferma lasciandosi trainare dall'altra, assecondando ogni volere e ogni desiderio che Billie esternava e infatti quando lei iniziò a spingere il bacino verso il suo non fece altro che chiudere gli occhi per concentrarsi meglio su quell'assurdo piacere che ogni volta lei sapeva darle.
Ogni spinta era seguita da una breve pausa che poi avrebbe lasciato spazio ad un movimento più intenso, andò avanti così finché Billie non rimase completamente nuda, in quel momento infatti la più piccola riaprì gli occhi considerando una spreco tenerli chiusi e precludersi quindi la vista di quello spettacolo.
Lo sguardo cadde subito sul seno della sua ragazza, così perfetto e voluminoso che avrebbe voluto toccarlo ma le sue mani erano ancora legate alla cintura, tentò di tirare per liberarsi ma appena Billie se ne accorse la rimproverò.
< Stai ferma >
< Ma io...> protestò senza riuscire però a finire una frase date che il palmo della più grande le coprì la bocca impedendole di parlare.
< Non dire una parola > sussurrò di nuovo al suo orecchio continuando a morderlo, Candace l'aveva presa in giro e fatta soffrire da quando era entrata in quella macchina e ora toccava a lei così scendendo verso il suo collo morse una porzione di pelle con troppa forza generando nell'altra gemiti di dolore.
< Non devi parlare > ripetè ancora con lo stesso tono autoritario, nella sua testa infatti non riusciva a pensare ad altro se non a Candace che baciava qualcuno che non fosse lei.
Stava impazzendo.
Da una parte voleva che non fiatasse perche tutte le parole che erano uscite dalla sua bocca quel giorno l'avevano fatta andare in bestia ma d'altro canto voleva essere rassicurata da lei, voleva che le dicesse cosa provasse davvero, cosa sentisse e cosa volesse in quel momento.
Continuò a baciarle il corpo fino ad arrivare al suo seno, in genere ci si sarebbe soffermata ma questa volta non aveva pazienza così raggiunse immediatamente la sua intimità e affondando la sua bocca sulla superficie fece penetrare la lingua all'interno.
Sentì sotto la sua mano che ancora applicava pressione le braccia della più piccola tendersi, la sua schiena si incrinò mano a mano che le spinte della lingua aumentavano e i gemiti di piacere con esse.
Quando decise di togliere le mani dai polsi della piccola liberandola, almeno in parte, da quella specie di prigione portò immediatamente le dita sulle sue cosce spostando il corpo verso di lei.
La sua bocca alternava dei movimenti ritmici sul suo clitoride a spinte sempre più insistenti che invece penetravano più all'interno generando nella piccola spasmi di piacere che anche se avesse voluto non sarebbe riuscita a contenere.
Ad un tratto Billie si fermò decidendo di cambiare posizione, sollevò il leggero corpo di Candace togliendo la cintura dai suoi polsi e mettendosi lei stessa sotto fece sedere la mora su di sè.
Anche se adesso aveva la possibilità di muoversi la piccola rispettò rigorosamente gli ordini della sua ragazza e cullata dal suo leggero movimento del bacino seguì quella strana danza strofinando la sua intimità ormai completamente bagnata su quella dell'altra e volendo di più aumentò le spinte aprendo appena appena la bocca per emettere qualche gemito.
Fu allora che le abili mani di Billie si fecero strada scorrendo su tutto il corpo della sua ragazza finì a raggiungere  l'intimità della piccola che si trovava sul suo basso ventre e applicando una pressione un po' sostenuta inserì due dita all'interno continuando il movimento interrotto poco prima.
Sentiva il corpo di Candace sbattere sul suo avanti e indietro alla ricerca di spinte sempre più profonde, aggiunse poi un terzo dito guardandolo scomparire mentre i gemiti della mora aumentavano a dismisura, si morse le labbra cercando di contenerli dato che Billie era stata molto chiara a riguardo e le aveva ordinato di non emettere un solo fiato.
Fu in quel momento che la ragazza dai capelli azzurri capì quanto lei la amasse, non c'era nessun motivo di essere gelose quando Candace era talmente innamorata da cercare di reprimere i gemiti di piacere per evitare di infastidirla.
La solita dolcezza e passione invasero il cuore di Billie e diminuendo il ritmo delle spinte cercando di essere più aggraziata per farle il meno male possibile cercò le sua labbra trovando la bocca appena appena schiusa, la baciò delicatamente assaporando i sospiri e i lamenti che lei stessa le stava provocando.
Fu forse per quel totale cambio di personalità che anche Candace decise di agire, era rimasta passiva tutto il tempo ma adesso scegliendo consapevolmente di far cessare quel piacere afferrò la mano di Billie che entrava e usciva ripetutamente dentro di lei scendendo poi dal suo corpo.
< Cosa succede? > chiese quest'ultima impaurita e spaventata del fatto che la piccola non volesse più continuare ma non c'era nulla di più distante dalla realtà.
< È il tuo turno adesso > le disse infatti l'altra accarezzandole il volto e ribaltando le loro posizioni fece sedere Billie sul sedile posteriore inginocchiandosi di fronte a lei, le sue mani sfiorarono le sue forme facendola rabbrividire, era infatti la prima volta che agiva e la ragazza più grande non sapeva come comportarsi così semplicemente rispettando i suoi tempi cercò di non impazzire ad ogni tocco, morso e sospiro che Candace le imprimeva, quasi come fosse un marchio a fuoco, sul suo corpo.
< Tu...> sussurrò la mora guardandola negli occhi <...Tu sei bellissima >
Quelle semplici parole, quella semplice ammissione scatenarono in Billie un sentimento di tenerezza e amore talmente forte da far sì che fosse impossibile non manifestarlo e sorridendole si portò una mano verso le guance per scacciare le lacrime che si erano appena palesate, ma la bocca di Candace fu più veloce.
La sua lingua scorrendo lungo tutto il volto raccolse quelle gocce salate soffermandosi poi sul sorriso dell'altra che non riuscendo più a resistere confessò quello strano sentimento che provava.
< Candace, io ho paura di te >

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