Capitolo 21

224 15 1
                                    

4 anni prima
Giugno
[...continuo]

Si sedettero tutti in cerchio stretti l'uno accanto all'altro, Candace vedeva i volti degli altri ragazzi felici ed eccitati e immobile non sapeva cosa fare, lei non aveva mai amato le feste, non aveva mai amato stare in mezzo ad altre persone e soprattutto fingere amicizia con degli sconosciuti e nonostante quella sera fosse riuscita a trovare degli amici non si sentiva affatto felice.
Continuava a guardare il viso di Billie, aveva certamente pianto eppure questa non la considerava, non cercò il suo sguardo come faceva di solito e non accennò nemmeno ad un sorriso, continuava a fissare il pavimento con un'aria afflitta e desolata.
Fece per alzarsi quando delle mani la spinsero giù < Non si cambia il posto durante obbligo o verità > le disse qualcuno sistemano una grossa bottiglia di vetro azzurro sul parquet.
Come se si fosse risvegliata da un sonno profondo Billie guardò immediatamente Candace esclamando < Lei non gioca! >
Alla piccola di fermò un attimo il respiro e deglutendo sentì un leggero groppo in gola, ecco perché odiava andare alle feste, tutti si comportavano in modo diverso e adesso persino Billie assumeva un atteggiamento da stronza come non aveva mai fatto, non aveva mai ricordato a Candace la differenza di etá, anche se lieve, eppure quella sera quando successe la più piccola sprofondò nella vergogna e nella delusione.
< E perché no? > chiese Thomas perplesso mentre Candace si sarebbe voluta sotterrare dato che doveva sorbirsi una spiegazione da parte di Billie su come lei fosse la più piccola e quindi ancora troppo innocente per loro, odiava dover essere sempre quella più giovane del gruppo ma avendo la bionda come unica amica aveva frequentato solo ragazzi più grandi.
< Oh fanculo non chiederglielo > questa era la voce di Donovan che togliendosi il cappellino si ravvivò il ciuffo tirando sonoramente su col naso < Non rovinare la festa agli altri Eilish, e tu Novelle! Sarebbe meglio se girassi quella bottiglia prima che ti cacci da casa mia, smettete di rendere le cose noiose cazzo! >
Quell'atteggiamento.
Candace non poteva proprio sopportarlo.
Billie in seguito a quelle parole voltò la testa di scatto, la più piccola non capiva come mai a nessuno importasse delle condizioni della sua amica eppure non una sola persona stava facendo qualcosa mentre lei era lì a piangere per chissà quale stupida ragione.
O forse non era stupida, forse era importantissima e Billie era in pericolo...
Iniziò ad agitarsi volendo a tutti i costi andare da lei per capire cosa fosse successo ma in quel momento la bottiglia cominciò a girare e la prima persona a cui toccò subire il gioco fu proprio lo stronzo.
< Allora Don, obbligo o verità? > chiese Thomas sorridendo.
< Obbligo > rispose il padrone di casa stendendosi sulla sedia e appoggiando le gambe a terra con nonchalant.
< Bene bene > pensò l'altro sfregandosi le mani < Bacia in bocca Eilish >
Candace tremò.
Poteva sembrare un obbligo stupido dato che i due stavano insieme e passavano la maggior parte del loro tempo l'uno nella bocca dell'altro ma in quel momento non potevano, non quando Billie era in quelle condizioni causate con certezza dal comportamento di lui, eppure a nessuno sembrò importare qualcosa e la piccola ovviamente stette nuovamente in silenzio.
Donovan si alzò sorridendo e passandosi un dito sulle labbra, barcollò esagerando probabilmente il suo stato di ubriachezza fino alla ragazza dai capelli mezzi argentati che ancora stava ignorando la situazione continuando a guardare da un'altra parte e come se nulla fosse le girò il viso.
Gli occhi di Billie erano più rossi di prima, se non la avesse conosciuta così bene Candace avrebbe certamente pensato che si fosse fatta una canna e invece quelle lacrime erano solo di dolore, un dolore non compreso dal suo ragazzo che prendendola per la mascella portò la sua faccia più vicina alla sua avventandosi su quella soffice bocca.
Rude, graffiante, indelicato, infilò la sua lingua dentro le labbra della ragazza che in un primo momento si scansò declinando l'invito a quel gesto così poco romantico ma l'altro non demorse così prendendola in braccio la portò verso la sua sedia stringendola forte a sè.
< Dai piccola non puoi essere arrabbiata con me > le disse lui nell'orecchio ma con una tonalità di voce altissima, poi prese a strisciare la sua bocca sul collo baciandolo e lasciandole dei segni violacei sulla pelle, Billie continuava a scansarsi respingendolo e la piccola non sapeva cosa fare.
Si sarebbe dovuta alzare? L'avrebbe dovuto fermare? Perché nessuno faceva niente?
Donovan non accettò alcun tipo di rifiuto e stringendola per i polsi le toccò le gambe facendola sedere su di lui frontalmente < Lo sai che ti amo piccola, devi capire che lo faccio per te quando ho quelle piccole sfuriate come prima > disse riprendendo a baciarle il collo muovendo le sudice mani sul suo corpo che ancora lo respingeva, poi molto lentamente Billie si calmò.
Iniziò a smettere di respingere i suoi baci umidi e quelle toccatine che prima sembravano darle fastidio e quando lui si avvicinò alla sua bocca lei lo lasciò entrare ricambiando il bacio prima lentamente e poi con un po' più di passione staccandosi subito dopo con un sorriso.
Gli occhi erano rigorosamente chiusi e Candace ringraziò di questo perché se solo l'avesse guardata l'altra avrebbe potuto vedere il suo sguardo di completa disperazione.
Billie non meritava quello.
Billie non meritava di essere trattata di merda dal primo tossichello del quartiere.
Non meritava di essere messa in secondo piano, di farsi urlare addosso e farsi mancare di rispetto in quel modo.
Come poteva lasciare permettere tutto quello? Come poteva stare con lui? Come poteva baciarlo e non baciare lei.
Candace sussultò a quel pensiero, no, si ripetè che non avrebbe voluto Billie in quel senso ma quella specie di gelosia era semplicemente dovuta da un atteggiamento possessivo nei confronti della loro amicizia.
Semplice amicizia.
< Ora te amore > disse soddisfatto Donovan continuando a reggere Billie tenendola dalle gambe e accarezzandole la zona circostante < Obbligo o verità? >
< Verità > sussurrò con una flebile voce.
< Chi é la persona che ami di più qui dentro > le chiese Donovan compiaciuto, fu una frazione di secondo ma Billie incrociò per la prima volta in quella serata lo sguardo di Candace implorante, quegli occhi, quegli occhi azzurri carichi di dolore e confusione la più piccola non poteva proprio sopportarli addosso così distolse lo sguardo.
< Te > rispose lei e la mora subito alzò la testa speranzosa che davvero Billie le avesse dedicato quelle parole, invece stava guardando Donovan che sfoggiando un ghigno compiaciuto tornò a usurpare quelle delicate e perfette labbra con la sua lingua.
Candace distolse lo sguardo di nuovo finché non si accorse che la bottiglia completato il suo giro aveva scelto lei questa volta.
< Oh adesso te lo faccio io! > gridò Emma entusiasta che fosse capitata la sua nuova amica < Bacia Justus >
La ragazza scosse la testa mentre Justus rideva insieme ai sui altri amici, era un ragazzo più grande di lei che aveva conosciuto da letteralmente cinque minuti e davvero non voleva baciarlo ma come ci tenne a ricordarle Thomas "le regole del gioco non possono essere infrante".
Così a malincuore si dovette alzare e andare verso di lui, sperò davvero che all'esterno non si notasse il forte imbarazzo che provava dentro dato che si sentiva letteralmente bruciare dalla vergogna, ad interrompere i suoi pensieri fu una voce familiare che urlò < No, dai ragazzi! >
Le risate cessarono momentaneamente e Donovan fissò la sua ragazza < Oh amore! Lasciali divertire >
< No, dai è piccola > disse Billie rivolta a tutti.
Candace se possibile provò un doppio senso di vergogna e disagio che immediatamente tramutò in rabbia nei confronti della sua amica, era stanca di essere considerata inferiore da tutti così per la prima volta nella serata decise di intervenire < È solo un bacio > esclamò anche se in realtà pensava il contrario.
Non era solo un bacio, era il suo primo bacio e le sembrava di sprecarlo a darlo in quel modo così casuale ad un ragazzo ubriaco e per giunta che non significava niente per lei.
< No, dai, non farlo > le disse Billie guardandola di nuovo negli occhi, Candace si fermò un attimo per capire le sue intenzione e subito gli altri le vennero in soccorso.
< Bil forza > disse Thomas < Sarà anche più piccola ma è solo un bacio mica devono scopare >
Candace tremò inorridita con la semplicità con cui lo aveva detto e nonostante non volesse a nessun costo baciarlo ormai sapeva che lo avrebbe fatto anche per ripicca nei confronti di Billie che si era comportata da stronza per tutta la sera.
Fu quando ormai stava per abbassarsi a terra e appoggiare le sue labbra su quelle sottili di Justus che Billie si alzò prendendola per un braccio < Mi devi un favore, ricordi? >
Adesso sembrava che i suoi occhi avessero preso un'intensità e vitalità differente, una luce si era accesa rispetto ai freddi specchi di malinconia di prima e guardavano quelli della più piccola con un interesse non indifferente.
Candace deglutì ricordandosi di quella promessa che aveva fatto da bambina e decise di allontanarsi da Justus.
< Ma che succede? > disse Donovan incazzato posando la bottiglia di birra ormai vuota < Eilish cazzo fai >
< Le devo un favore > sussurrò Candace continuando a fissare quegli occhi azzurri che non volevano smettere di studiarla < Non posso non rispettarlo > disse quasi in trance senza capire perché la sua amica avesse sprecato in quel modo qualcosa che stava custodendo da anni.
< Allora baciatevi tra voi due > propose il ragazzo più grande alzandosi in piedi e prendendo Billie per le spalle < Dai facci vedere un bello spettacolo e sarai perdonata per non aver rispettato l'obbligo >
< Il gioco finisce qui > sentenziò Billie togliendosi le mani di Donovan di dosso < Noi ce ne andiamo >
Prese la mano di Candace e uscì dalla porta, erano forse le due di notte quando facendo il percorso verso casa la più piccola osservò la bionda chiedendosi perché si fosse comportata in quel modo e ormai dovevano essere scoccate le tre quando la salutò con un semplice gesto della mano rientrando nella sua abitazione.
Quel giorno non le chiese il motivo di tanta tristezza e determinazione al non farla giocare e si addormentò tra un pensiero deluso e un altro promettendosi di parlarle la mattina dopo per cercare una risposta a tutte quelle domande che le erano sorte in quella strana serata.

Look at you needing meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora