Capitolo 9

229 19 1
                                    

10 anni prima
Settembre

Jonathan Bennets aveva lavorato come mai prima d'ora per tutta l'estate senza concedersi un singolo giorno di vacanze e ferie, non era stato poi un peso così grande dato che era stato ricambiato dall'affetto che sua figlia provava nei suoi confronti e dalla sua felicità, era infatti riuscito finalmente a mettere da parte sufficienti risparmi per poterla iscriverla al corso di equitazione che tanto sognava.
Il Griffith Horse Riding era piuttosto tranquillo quella mattina quando i due arrivarono di buonora, Jonathan iscrisse la figlia, si fece spiegare più nel dettaglio di quanto avesse già chiesto al telefono il programma che offrivano e infine lasciò la piccola Candace in quella magica fattoria che guardava con occhi estasiati.
Il proprietario del maneggio si chiamava Derry, era un uomo sulla sessantina con un grosso paio di baffi e un fisico che aveva avuto tempi migliori quando ancora la piaga dei fast food non era diffusa anche nell'aperta e incontaminata campagna, era un uomo simpatico e di larghe vedute e appena vide che Candace non aveva la minima idea di come si cavalcasse decise di inserirla nel gruppo dei principianti.
Trascorse un paio di ore ad imparare le basi, le lezioni inizialmente erano teoriche ma lei le apprezzò comunque tantissimo e si divertí persino nella parte finale che consisteva nel pulire e pettinare i cavalli che erano appena rientrati dai loro giri quotidiani.
Lì la lasciarono un attimo da sola, il suo istruttore aveva appena ricevuto una chiamata importante e si doveva assentare qualche minuto ma per la bambina non c'era il minimo problema, anzi poteva essere la sua occasione per parlare con il cavallo dal manto bruno che stava spazzolando senza che qualcuno la prendesse per pazza.
< Sai vorrei tanto poter essere come te > gli disse guardandolo negli occhi scuri < Puoi correre via, andare lontano da questi posti e vederne altri e poi ovviamente tornare dalla tua famiglia >
Erano una conversazione unilaterale ovviamente così la piccola si stupì quando sentí un'altra voce.
< Se uno di questi cavalli dovesse scappare credo che morirebbe prima di riuscire a tornare indietro >
Ci mise un attimo ad accorgersi che a parlare era stata una bambina un po' più grande di lei che era appena spuntata da dietro la stalla.
< Cosa? > chiese Candace timida sperando che l'altra non l'avesse presa per una folle dato che stava parlando con un animale.
< Qui attorno c'è molta campagna, per fortuna, ma siamo comunque a poche miglia dalle strade più trafficate della California quindi...> uscendo dal suo nascondiglio la bimba più piccola poté finalmente guardarla in viso, le sembrava stranamente familiare, quelle trecce bionde, quegli occhi azzurri così chiari e intensi, quelle lentiggini appena accennate.
< Ci conosciamo? > le chiese la più grande leggendole nel pensiero < ti ho già vista da qualche parte >
Candace scosse la testa.
< Hm, sarà. Los Angeles ha comunque quasi 4 milioni di abitanti e i volti si confondono...a proposito, sei di LA? >
La bambina dai bellissimi occhi color ambra ci pensò un attimo e poi rispose < Non più >
< Come mai? Ti sei trasferita? >
< si > Candace sperava che vedendola taciturna l'altra non indagasse sull'argomento ma a quanto pare la sconosciuta non l'aveva notato e continuò ad insistere.
< perché mai uno si dovrebbe trasferire e andarsene dalla più bella città del mondo? > chiese con l'innocenza che solo un bambino può avere.
< Mia madre è morta > mentì l'altra.
Si, era una bugia ma non poi così tanto distante dalla realtà, alla fine quella donna se ne era andata lasciando lei e suo padre da soli, senza salutarla, senza una spiegazione, senza un abbraccio o un consiglio e tutto ciò non era un comportamento da una mamma quindi...si, quindi sua madre per lei era morta.
< Oh > esclamò la bionda alzando gli occhi verso la più piccola < mi dispiace tanto, non lo sapevo >
Le due rimasero in religioso silenzio continuando ad accarezzare il cavallo che ignaro di tutto masticava la sua biada con tranquillità.
< Beh...tua madre sarà sicuramente in paradiso adesso perché deve essere stata una brava ragazza > provò a consolarla avendo visto quanto si era intristita Candace.
< Se tutte le brave ragazze fossero come lei allora l'inferno ne sarebbe pieno > sussurrò quest'ultima arrabbiata.
< Cosa? > esclamò la sconosciuta stupita di sentire tali parole nei confronti di una madre defunta.
< Ho detto che tutte le brave ragazze vanno all'inferno >
< Candace! > una voce la chiamò interrompendo quella conversazione che stava senz'altro prendendo una piega alquanto particolare, il signor Derry raggiunse le due bambine chiamando quella più piccola e avvertendola dell'arrivo di suo padre.
Ed eccolo che in meno di un secondo il signor Bennets si palesò, il volto era stanco ma felice di vedere sua figlia con quel sorriso e mettendosi in ginocchio per permettere a Candace di correre verso di lui e abbracciarlo rimase stupito nel vedere quella bambina dagli occhi azzurri fissarlo con disapprovazione da lontano.
< Ecco perché credevo di conoscerti > urlò lei non appena riconobbe l'uomo < Tu eri quella bambina psicopatica che mi è saltata addosso mesi fa >
Jonathan si alzò immediatamente capendo che la situazione non sarebbe finita bene e prendendo per mano la figlia cercò di spiegare al signor Derry la situazione ma la biondina li interruppe avvicinandosi verso di loro.
< Non c'è nessun problema Der > disse con tono autoritario quasi fosse lei la proprietaria del maneggio e l'anziano signore sorrise a quell'atteggiamento così sicuro e intraprendente per una bambina di neanche 9 anni.
Poi si rivolse al signor Bennets < Ci tengo a dirti che non mi piaci dopo quello che hai detto sui cavalli ma comunque non ti salterò più addosso a patto che tua figlia Constance non faccia lo stesso con me >
Rimasero tutti un po' stupidi con quanta diplomazia avesse detto un qualcosa di così semplice ma poi il signor Bennets riprese parola decidendo di sotterrare l'ascia di guerra < Si chiama Candace, non Constance, ma puoi chiamarla anche Candy se vuoi > esclamò sorridendo.
< Io Billie > disse alzando le spalle < potete chiamarmi Billie >


[Angolo autrice]

Piccola considerazione, mi farebbe piacere la leggeste🥺

Scrivo perché amo farlo, inventare personaggi e situazioni nuove è un piccolo momento di svago, però allo stesso tempo mi farebbe comunque molto piacere ricevere ogni tanto un paio di commenti in cui mi fate sapere la vostra sempre importantissima opinione❤️

Grazie mille

Look at you needing meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora