Capitolo 42

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Era forse un dejavu quello? La stessa identica situazione si era presentata tre anni prima e Billie aveva reagito nel medesimo modo riuscendo a rompere il naso di quel ragazzo che aveva osato toccare Candace.
< Cosa cazzo sta succedendo? > chiese Keith tamponandosi il flusso con la maglietta ma prima di rispondergli la più grande si rivolse all'altra ragazza < Questa volta non lo farai scappare >
< Cosa? > domandò confuso < Non sono mai scappato, di cosa parli? >
< Non mi riferivo a te, non sei sempre al centro dell'attenzione >
< E allora chi intendevi? >
< Fatti i cazzi tuoi! Non ti interessa saperlo ma sappi che tu non sei molto diverso da quel violentatore, lei ti ha detto di no mille volte e continuavi, si chiama stupro nel caso non lo sapessi > esordì la più grande con un tono troppo pacato per avergli appena rifilato un pugno in faccia, il suo respiro era pesante e le dita delle mani serrate come a voler colpire ancora e ancora quel viso troppo sfacciato per i suoi gusti, la vena del collo le pulsava e gli occhi fremevano mentre si spostavano ripetutamente tra il ragazzo barcollante e la più piccola che scioccata se ne stava in piedi senza dire una parola.
< E tu chi saresti? > domandò Keith senza un reale interesse notando in quella ragazza una certa familiarità < Non le stavo facendo niente, stiamo insieme quindi vattene da un'altra parte >
< Non me ne frega un cazzo se state insieme, non hai alcun fottuto diritto di spingerla contro il muro chiaro? > riprese la ragazza dai capelli verdi spintonandolo nello stesso modo in cui prima lui aveva fatto con Candace, già accecato dal sangue e barcollante Keith non riuscì a mantenere l'equilibrio cadendo sul pavimento, per Billie non fu comunque abbastanza e afferrandogli l'estremità della maglietta lo trascinò verso di sé sollevandolo da terra.
< Toccala di nuovo così, parlale di nuovo così e ti giuro che mi assicurerò che tu soffra >
Il biondo troppo confuso per rispondere fissò la ragazza che lo stava aggredendo e spalancando la bocca parlò < Tu sei...tu sei...>
Billie alzò gli occhi al cielo, in genere le faceva piacere quando veniva riconosciuta ma in quel momento le importava tutto tranne che la sua fama, sarebbe voluta essere una qualsiasi ragazza impazzita di gelosia per l'amore della sua vita e non una delle immagini più di spicco in quel momento presente su tutti i giornali e canali televisivi che la sponsorizzavano per l'uscita del suo nuovo disco, rendendosi conto del casino che aveva fatto lasciò andare il ragazzo che rovinò nuovamente al suolo.
Non avrebbe dovuto reagire così.
Era un po' che li stava guardando indecisa se intervenire o meno ma nonostante avesse cercato di controllarsi e ripetere quelle tre parole magiche nella sua testa che sapevano calmarla dopo aver visto l'atteggiamento aggressivo del ragazzo non poteva non intervenire.
Keith si rialzò una volta per tutte continuando a puntare il dito su di lei < Tu...sei...>
< Non ti firmerò nessun cazzo di autografo >
Lui rimase stupito e scuotendo la testa provò a studiare meglio quel volto affascinante ed enigmatico ma non aveva bisogno di ulteriori conferme, ne era sicuro < Tu sei la ragazza che ho visto alla partita di Candace >
Billie spalancò gli occhi, non l'aveva riconosciuta per la sua fama e la cosa era positiva ma allo stesso tempo stava rivelando alla più piccola di come lei si fosse presentata su quelle tribune per minacciarlo quando erano anni che le chiedeva di poter venire a vedere una sua partita nonostante lei avesse sempre rifiutato incolpando la sua notorietà.
Candace sgranò gli occhi assumendo un'espressione molto simile a quella della più grande e facendo il suo primo intervento in quella discussione spinse via Billie dal suo ragazzo urlandole addosso < Eri tu quella pazza di cui mi aveva raccontato! Avrei dovuto immaginarlo cazzo! Non ti sei scomodata a presentarti lì in mezzo a tutta quella gente solo per minacciare qualcuno e sentirti superiore non è così? Eppure avevo capito che ti fosse impossibile venire a vedermi perché "Chissà cosa avrebbe pensato la stampa" se ti avesse fotografata ad una partita di calcio femminile > gridò ogni parola in faccia alla più grande che mortificata non seppe cosa dire.
< Vaffanculo! Vaffanculo Billie > le disse per finire e poi si voltò verso Keith e toccandogli il viso martoriato con delicatezza si scusò rivolgendogli dolci parole < Mi dispiace, è tutta colpa mia >
Il ragazzo respinse il suo tocco squadrandola con odio e rancore < Lo so > disse poi con la voce roca colma di rammarico < Ma adesso devi dirmi con chi cazzo mi hai tradito Candace, non posso sopportare tutto questo. >
Billie scoppiò a ridere ma non c'era alcuna felicità in quel suono, si intravedeva solo un accenno di superiorità e nervosismo che vennero colti da entrambi i ragazzi presenti nella stanza, anche se Keith non capendo immediatamente l'intenzione della più grande si scaldò.
< Che cazzo ride? > gridò il ragazzo guardando Candace che abbassò lo sguardo, si concentrò poi su Billie che con quel ghigno stampato in volto lo squadrava da capo a piedi e realizzò ciò che avrebbe dovuto capire molto ma molto tempo prima.
< Non ci posso credere > si mise le mani tra i capelli indicando entrambe le ragazze più volte < Io...non ci posso credere >
< È pure omofobo oltre che stupido? > chiese Billie infilandosi le mani in tasca per non far notare a nessuno il modo in cui stavano tremando.
< Io...Candace...lei, non ci posso credere >
La piccola cercò di nuovo il suo tocco ma venne respinta per l'ennesima volta così rassegnata gli provò a parlare ancora < Davvero Keith, non succederà più, io e Billie...noi due...non significava niente >
< Sta mentendo > intervenne la più grande ferita nell'orgoglio < Sta dicendo delle gran cazzate >
Il biondo non poté sopportare oltre e lanciando un'occhiata di odio prima alla sua ragazza e poi a quella sconosciuta lasciò la stanza correndo via, la piccola tentò di seguirlo ma venne trattenuta dolcemente dalla stessa mano che aveva violentemente picchiato il ragazzo pochi minuti prima.
< Lasciami andare >
< Non lo farò, esattamente come te tre anni fa mi hai fermata quella notte alla festa di compleanno di Drew adesso farò lo stesso con te >
< Vaffanculo Billie va bene? Che cazzo vuoi? >
< Voglio spiegarmi >
< Non mi spiegherai niente invece, ho già capito tutto > le urlò Candace cercando di scansarsi dalla sua presa ma fu inutile così rassegnata smise di provarci < Sei talmente egoista da fottertene degli altri, non mi hai mai dato la soddisfazione di vedermi giocare, continui a cercarmi anche se sai di non amarmi e ora ti presenti alla mia festa rovinando quel poco di buono che avevo costruito cercando di starti lontana >
Per la seconda volta da quando l'aveva conosciuta Candace pianse, inizialmente la più grande pensò che si trattasse di uno strano gioco delle luci che danzando sul suo volto le davano l'impressione delle lacrime ma in realtà quelle erano vere e presenti sulle sue guance tanto quante quelle di Billie sulle proprie, la ragazza dai capelli verdi sorrise nel vedere quel piccolo miracolo e con le dita ancora sporche di sangue cercò di catturarne una.
Candace approfittò di quel momento di debolezza per spingerla lontana da sè < Non ti voglio più vedere Billie >
< So che non è vero! > La più grande scosse la testa senza smettere di sorridere < Guardati! Hai bisogno di me >
< Se lo credi davvero dopo tutto quello che hai fatto questa sera, sei pazza >
< Non sono pazza, sono solo realista e mi sono accorta che tutte le volte in cui ci siamo dette che ci odiavamo, ci siamo urlate addosso e abbiamo pianto facendoci soffrire a vicenda alla fine era solo una scusa per tornare insieme rendendo tutto sempre più bello >
Billie portò una mano sul viso di Candace spostandole dietro ad un orecchio una ciocca ribelle di capelli neri che aveva deciso di accarezzare il suo viso facendosi bagnare da quelle tanto attese lacrime, la più piccola chiuse gli occhi facendo un grosso respiro desiderando con tutta sé stessa di non rabbrividire per quel tocco e di non desiderare cosi tanto le labbra dell'altra ma questa volta non avrebbe ceduto.
Non lo avrebbe fatto per rispetto soprattuto verso sé stessa così con tutte le forze che aveva respinse di nuovo il tocco di Billie e si allontanò da lei.
Era impossibile essere arrabbiati guardando quegli occhi color oceano circondati da quelle lunghe ciglia imperlate di lacrime, non poteva incazzarsi contro quel demone dall'aspetto angelico mentre aveva il viso arrossato e il trucco colato quando i capelli verdi spettinati le incorniciavano il volto e il suo nasò all'insù fremeva, così chiuse le palpebre circondandosi di buio.
< Te lo chiederò per l'ultima volta Billie, vattene via > sospirò di nuovo stanca di tutto quel teatrino e assaggiando una sua lacrima che le era scivolata sulle labbra continuò a fissare il nero delle sue palpebre, il sapore del sale le ricordava lei ma avrebbe resistito < Doveva essere la nostra prima volta questa sera e tu hai rovinato ogni cosa, lui è così buono e mi ama e tu...>
< Una volta mi hai rimproverato dicendo che non potevo stare con qualcuno solo perché mi trattava bene, ti ricordi? > la voce di Billie uscì calma e controllata accompagnata da una velata sfumatura di felicità < Ti ricordi di Donovan? >
Candace annuì senza sapere dove l'altra volesse andare a parare.
< Mi hai detto che non dovevo accontentarmi di stare con uno che mi amava anche se io sostenevo che ci sarebbero stati in pochi la fuori disposti a farlo, ti ricordi anche questo? >
Acconsentì di nuovo.
< Avevi fottutamente ragione Cos, non ne hai mai avuta così tanta. Quel ragazzo mi amava ma io non amavo lui, sei stata tu che mi hai fatto capire cosa significa essere felice e più che mai ora sogno di non aver mai imparato a volare >
La mora scosse la testa < Cosa? >
< Non puoi accontentarti di quel ragazzo perché anche se ti ama non ti rende felice e tu ti meriti tutta la felicità del mondo come quella che avevamo noi, quella che ci faceva alzare da terra e ci dava un paio di ali e se io non sono più in grado di dartela mi farò da parte, te lo giuro ma...> Billie sospirò avvicinandosi alla piccola sapendo che adesso non l'avrebbe potuta respingere dato che aveva ancora gli occhi chiusi e non poteva vederla < Lascia che ti dica questo >
Candace attese senza sapere cosa sarebbe successo tremando leggermente mentre sentiva le dita della più grande che le accarezzavano il braccio tempestato di lividi e si spostavano piano piano verso il suo viso.
< Io ti amo Cos, ti amo più di ogni altra cosa sulla terra e basta una sola parola e ti prometto che me ne andrò >
Il cuore della piccola scoppiò e con esso tutte le lacrime che in quegli anni avrebbero tanto voluto manifestarsi ma mai erano scese a far la breve corsa mortale sulle sue guance, le ginocchia cedettero e si accasciò a terra appoggiando le mani sul pavimento come sostegno, le stesse che vennero presto intrecciate dalle dita di Billie che abbassandosi cercò di stringerla a sè.
Candace aprì finalmente gli occhi guardando la ragazza di cui era innamorata che le aveva appena confessato ciò che neanche lei sperava più di sentire e ridendo fissò i suoi occhi azzurri rivivendo ogni singolo momento di dolore trascorso ad aspettare quelle parole.
< Mi ami? > le chiese per essere sicura che tutto quello fosse vero.
< Ti amo Cos, e non smetterò mai di farlo >

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