Capitolo 40

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Due anni prima
Aprile

Candace cercava disperatamente di urlare mentre un ragazzo molto più grande di lei le stava inchiodando le braccia alla testata del letto non permettendole di muoversi mentre le soffocava la bocca con una mano, quando Billie varcò la soglia lui alzò gli occhi al cielo come se la cosa più grave di quella scena fosse che lei li avesse interrotti.
Bastò uno sguardo di Candace per farle capire che quello non era affatto un qualche gioco perverso e lei aveva bisogno del suo aiuto così precipitandosi verso il ragazzo lo colpì al petto.
< Lasciala stare! > urlò in preda all'ira buttandosi subito sulla ragazza per assicurarsi che stesse bene e dopo un rapido controllo tornò a concentrarsi sullo sconosciuto che borbottando qualcosa cercò di lasciare la stanza.
< Tu non vai da nessuna cazzo di parte > gli urlò lei caricando un altro pugno che andò di nuovo a segno < Figlio di puttana! Sei un figlio di puttana! >
L'altro era troppo ubriaco per rispondere o forse aveva analizzato la situazione realizzando di essere in svantaggio così alzando le mani cercò di discolparsi < Sentì, me ne vado, stai tranquilla >
< Stai tranquilla un cazzo! > cercò di nuovo la sua faccia colpendo ancora l'obbiettivo, questa volta il naso del ragazzo cominciò a sanguinare ma non era abbastanza, lo voleva morto < Tu sei finito > sibilò Billie, le mani le tremavano e gli occhi che sprizzavano fiamme le facevano assumere un'espressione da folle.
Fu Candace che risolse la situazione alzandosi da quel letto che per poco stava per essere testimone di una scena alquanto spiacevole e mettendosi in piedi bloccò le braccia della più grande che stavano per tornare a colpire.
< No, Billie >
La ragazza dai capelli blu non la guardò, le sue attenzioni erano indirizzate solo ed esclusivamente al viscido che aveva di fronte mentre come se non fosse successo nulla si toglieva la camicia per tamponare il sangue che gli sgorgava dal setto nasale.
< Lasciami Candace! > urlò cercando di scagliarsi contro di lui.
< No! >
< Candace! Ho detto di lasciarmi stare! Non rompere il cazzo >
< Non lo farai Billie! > la più piccola non demorse, si sentiva ancora la testa completamente annebbiata ma c'era quel barlume di coscienza che aleggiava in lei da quando quella ragazza, che in quel momento stava per compiere un'azione che sicuramente le si sarebbe ritorta contro, era entrata nella stanza.
Ma a Billie in quel momento delle conseguenze non gliene fregava un cazzo.
Tutto ciò che voleva era veder soffrire quel ragazzo che stava per violentare la sua migliore amica.
Fanculo, chi é che credeva ancora che lei fosse solo un'amica?
Era dalla sua festa di compleanno che non faceva altro che pensare a lei e in quel momento rendendosi conto di cosa stava per succedere, impazzì.
La scena non era affatto ironica ma il ragazzo rise di lei che non riusciva a liberarsi dalla presa della più piccola e cogliendo l'occasione giusta per sviarsela uscì dalla porta sparendo nell'oscurità.
< Lasciami Candace! Se ne sta andando, lasciami! >
< Non lo farò, è inutile che insisti >
< Deve morire! Io lo uccido, ti giuro che...>
< NON FARAI UN CAZZO > l'urlo della piccola destò Billie da quello stato di trance in cui la rabbia l'aveva condotta e guardando finalmente i suoi occhi lesse un oceano di dolore che si infrangeva tra gli scogli.
< Ritorna in te Billie! Cazzo! >
La più grande prese un respiro profondo e poi si concentrò < Candace, musica, famiglia, Candace, musica, famiglia, Candace, musica, famiglia...>
< Cosa stai facendo? > domandò l'altra con un tono confuso ma molto più tenero di prima.
< Sto solo...lo sai, sto solo cercando di ripetere le tre cose più importanti per me, quelle tre cose che mi riescono a calmare, me lo hai insegnato tu questo trucco, ricordi? >
Un respiro dopo l'altro si stava calmando anche se il dolore nel petto rimaneva lo stesso.
< Si, certo ma ricordavo che al primo posto ci fosse Justin Bieber poi i cav...> La più grande rise interrompendola.
< Sono un po' cresciuta per quelle cose, no? >
Candace deglutì rendendosi conto di essere una delle persone più importanti per Billie e accorgendosi di avere ancora le mani strette ai bicipiti della ragazza senza staccarsi mai dai suoi occhi tentò di spostarsi.
Ma questa non glielo permise.
< No, non farlo, non allontanarti > al contrario le prese il viso tra le mani e accarezzandole le guance sorrise < Mi sono calmata hai visto? >
La piccola non rispose di nuovo troppo concentrata ad annegare in quell'azzurro che se prima conteneva delle lingue di fuoco adesso rifletteva solo un cielo infinito di stelle mentre fissava i suoi occhi verdi ancora un po' impauriti e confusi.
Le dita di Billie si fecero strada sugli zigomi alti della ragazza che appena tremante sotto al suo tocco non riusciva a muoversi, in quel momento aveva solo bisogno del conforto della sua migliore amica, aveva bisogno che la abbracciasse e che le dicesse che sarebbe andato tutto bene, voleva solo dimenticare quello che stava per succedere in quella stanza ma l'altra non era dello stesso avviso e riprendendo la parola cercò di farsi spiegare la situazione.
< Che cosa è successo? >
Candace non sapeva come rispondere perché ad essere onesti gli eventi si susseguivano frammentati nella sua memoria, si ricordava solo alcuni pezzi e non era in grado di collegare i vari avvenimenti collocandoli in ordine cronologico.
Prima si era ubriacata oppure era stata quel ragazzo a farla bere?
Era stata lei a cercarlo o lui le era venuto addosso?
< Io...non lo so > ammise alla fine portandosi una mano sulla fronte.
< Cosa vuol dire che non lo sai? >
< Significa che non lo so! > esclamò Candace irritata.
< Hai bevuto? > la voce di Billie aveva perso ogni briciolo di gentilezza e diventando improvvisamente rude e tagliente lacerò l'animo della più piccola che non rispose.
< Candace sei ubriaca. Cristo Santo! Non posso crederci! >
< Solo...solo un po' >
< Mi avevi promesso che non lo avresti più fatto! >
< Qual'è il problema > sentendosi punta sul vivo e ferita nell'orgoglio la mora tolse le mani della ragazza dal suo viso prendendo quale centimetro di distanza da lei.
Da quando era così facile mantenere delle promesse?
< Qual'è...qual'è il problema mi chiedi? Guarda cosa ti stava facendo! Stava per...stava per...>
< Si, lo so! > la frenò l'altra continuando ad alzare il tono della voce < Ma non è stata del tutto colpa sua >
< Cosa? Stai difendendo il tuo stupratore? > Billie era confusa, non poteva davvero credere che l'altra fosse impazzita a tal punto ma comunque non comprendeva le sue ragioni.
< No, assolutamente no > Candace scosse la testa cercando le parole per spiegarsi al meglio < Ma vedi...io non...io ho lasciato che mi baciasse, che mi toccasse...che mi portasse qui...>
< Cosa stai cercando di dire? Lo volevi? > la mandibola di Billie si contrasse come se fosse stato uno spasmo involontario e cercando di rimanere calma provò a distendere le mani, fin da piccola aveva avuto problemi a contenere la rabbia ma mai prima d'ora aveva dovuto far i conti con la gelosia, non di quel tipo almeno.
< No ma si >
< Potresti essere più specifica? > disse Billie esasperata.
< Si, io...> la piccola prese un grosso respiro cercando gli occhi dell'altra < Volevo solo che mi toccasse perché chiudendo gli occhi potevo fingere di non star baciando lui ma qualcun altro, qualcuno in cui nella realtà non potrei mai neanche osare di pensarlo in quel modo >
< Matt? > chiese Billie portandosi le mani dietro alla schiena per non far vedere a Candace come queste si stessero involontariamente stringendo facendole arrossare le nocche da tutta quella pressione, se solo lo avesse avuto davanti quel ragazzo lo avrebbe certamente distrutto.
Come poteva averla fatta soffrire? E come poteva averla lasciata? Doveva essere davvero un coglione per non essersi accorto di quanto Candace fosse speciale.
< No > la piccola scosse la testa sorridendo appena < Non c'è nessun Matt, Billie! >
< Cosa? > esclamò la ragazza dai capelli azzurri spalancando gli occhi < Ma Drew...>
< Drew si era inventata tutto, non esiste e mai è esistito un ragazzo di nome Matt con il quale sto uscendo >
< E perché lo avrebbe dovuto dire allora? >
< Ma dai, non fingere di non capire > la accusò Candace distogliendo lo sguardo e cercando di indietreggiare si sbilanciò talmente tanto da perdere l'equilibrio, le mani di Billie però la afferrarono e con forza la tirarono su.
I loro corpi aderivano perfettamente, quello della più piccola schiacciato contro la parete non poteva muoversi pressato dall'altra parte da quello dell'altra che espirando sonoramente cercò di rimette in piedi la sua amica, avrebbe dovuto allontanarsi a quel punto, lasciarla andare e darle il suo spazio ma non lo fece, non ci riuscì.
Continuava a fissare quegli occhi in genere contraddistinti dalle verdi sfumature ma che quella sera sotto le luci al neon dello stesso colore facevano risaltare una tonalità dorata mozzafiato, il suo profumo era così familiare e così giusto talmente intenso da non essere neanche coperto dall'odore dell'alcol.
Qualcosa dentro di lei la spingeva a toccarla e così fece stanca di dover sempre ascoltare gli altri, aveva passato gli ultimi mesi ad assecondare il volere di Donovan per la paura di poterlo perdere di nuovo ma quella sera ascoltò solo sè stessa e quella voce che la spingeva ad avvicinarsi ancora di più a lei.
Riapoggiò il palmo della mano sulla sua guancia, era calda e umida ma non certamente a causa delle lacrime, il bagnato infatti era dovuto al suo sangue che le sgorgava dalle nocche, se lei stessa si era fatta così male sorrise nel pensare alle condizioni in cui il ragazzo si sarebbe dovuto trovare e mentre sogghignava accarezzò quella pelle liscia e candida sospirando a pochi centimetri da quella bocca che tanto desiderava.
Perché si sarebbe dovuta sentire sbagliata ma tutto quello sembrava così giusto?
Se qualcuno le avesse saputo presentare in quel momento una buona ragione per non baciarla allora l'avrebbe ascoltato.
Anche se in realtà di motivi ce ne erano tanti e non aveva bisogno di nessuno che glieli elencasse.
Era la sua migliore amica.
Non sapeva cosa provasse per lei.
Poteva rovinare tutto.
Lei stessa non era sicura.
Aveva un ragazzo.
Lei era una ragazza.
Ma nessuna di queste ragioni era buona, o per lo meno non superava con la sua razionalità il desiderio che si sentiva scorrere nelle vene e che aumentava ad ogni battito del suo cuore.
La piccola nel frattempo si sentiva lacerata, sentire il tocco di Billie sulla sua pelle, averla così pericolosamente vicina, avvertire il sangue caldo sul suo viso che lei aveva versato per difenderla la faceva sentire speciale, mai si era sentita così importante per qualcuno e tutte quelle emozioni la invasero di ansia.
< Che cosa malvagia farmi sentire così > sussurrò Candace che non riusciva più a muoversi, quanto avrebbe voluto baciarla anche lei ma come poteva farlo?
< Cosa? > chiese Billie confusa svegliandosi dai suoi pensieri.
O forse poteva farlo? Forse avrebbe dovuto ascoltare Drew, magari aveva ragione, magari anche la più grande provava qualcosa per lei, d'altronde per quale motivo l'avrebbe dovuta toccare in quel modo altrimenti?
La piccola non ne poteva più, non sapeva come prendere iniziativa, non lo aveva mai fatto prima e aspettando la mossa dell'altra fluttuava in quel limbo di dolore dal quale riuscì ad uscire grazie alla disinvoltura attribuita dall'alcol.
< Che cosa malvagia costringermi a sognarti > disse portando una mano su quella di Billie che ferma sul suo viso le accarezzava una guancia.
< Tu mi sogni? > chiese la più grande con le lacrime agli occhi.
< Sempre > sussurrò Candace < sia quando dormo sia quando sono sveglia >
Billie deglutì ignorando le calde gocce che le scendevano lungo il viso e decisa si spinse verso di lei.
Appena toccò la sua bocca la più piccola comprese il motivo del perché tutti quanti amassero baciare, era quello che si doveva provare, era quella la sensazione di estasi che bisognava sentire ed era quello il bruciore all'altezza della gola che chiunque meritasse di sperimentare.
Le labbra di Billie erano piene, carnose e sapevano come muoversi, si appoggiarono delicatamente a quelle di Candace muovendosi appena mentre quest'ultima faceva scivolare una mano dietro al suo collo portandola maggiormente verso di sè per aumentare la pressione.
Si staccarono un attimo per prendere fiato e quando Candace cercò lo sguardo dell'altra la vide piangere ancora e spaventata dall'idea che quello che per lei era sembrato un capolavoro per l'altra fosse stato strano si allontanò di qualche centimetro.
< Tutto bene? Perché stai piangendo? > provò a scusarsi ma Billie sorrise chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte sulla sua le sussurrò di stare in silenzio.
Le toccò il naso con la punta del suo e strofinandolo appena cercò di nuovo le sue labbra così giuste e soffici, era meraviglioso poter baciare qualcuno per il semplice gusto di farlo sapendo che dall'altra parte non c'era nessun desiderio di portarla a letto.
Candace era timida e vulnerabile, aveva bevuto e forse non era neanche in sè e per un attimo Billie si sentì come quel ragazzo che prima aveva cercato di violentarla, si sentì come se stesse invadendo i suoi spazi e si stesse approfittando di quell'innocenza troppo pura per poter essere rovinata.
Così fermò il bacio appoggiando le sue mani sul petto della più piccola che delusa da quella fine prematura piegò appena la testa afferrando la maglia dell'altra < Cosa fai? Vai via? >
< Si, e dovresti farlo anche tu >
< Perché? >
< Perché sei ubriaca Candace > le disse accarezzandole i capelli con la voce più dolce e gentile che conoscesse < E non voglio fare niente di cui potresti pentirti domani, anche se si tratta di un semplice bacio >
< Con te niente è semplice > sussurrò la più piccola che aveva fame delle sue labbra, non poteva lasciarla semplicemente lì a pensare a ciò che era successo, era troppo da sostenere.
Cosa era stato quel bacio? Un contentino perché le faceva pena? Lo aveva fatto per sfogarsi oppure perché aveva avuto paura della situazione precedente e le serviva qualcosa per calmarsi? Cosa cazzo significava quello per Billie? Perché era sempre così ambigua?
La ragazza più grande sorrise e prendendola per mano la fece uscire dalla stanza, Candace si girò osservando quelle intense lampade al neon e scosse la testa.
Non c'era il minimo paragone, il blu dei capelli di Billie era infinitamente più bello di quelle fredde e inespressive luci.

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