Capitolo 78

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[ Billie ]

Il concerto é appena terminato, sarei volentieri rimasta seduta a fissare il cielo completamente ricoperto dalle nubi sullo stesso sgabello sul quale ho cantato più di metà delle mie canzoni ma se solo lo avessi fatto e il pubblico mi avesse vista rimanere lì non se ne sarebbe mai andato.
Quindi ho seguito Finneas che tenendomi la mano mi ha dato un leggero bacio nulla nuca esprimendomi così tutto il suo orgoglio per ciò che sono riuscita a fare questa sera e con il cuore in gola sono scesa dagli scalini del palco per accedere alla stanza nella quale ti avevo lasciato.
Sai perché volevo rimanere fuori avvolta dalla nebbia? Perché così avrei aspettato ancora un po' prima di farmi spezzare il cuore da te perché lo so che o te ne sei già andata oppure se sei rimasta ad ascoltarmi senz'altro non hai intenzione di perdonarmi per averci messo tutto questo tempo a rivelare il nostro segreto.
O almeno, quello che un tempo era un segreto perché oggi cosa sarebbe dato che noi non siamo più niente?
Per diversi minuti ti cerco con lo sguardo ma non ti trovo, sono anche parecchio impegnata a ringraziare e salutare coloro che mi stanno facendo i complimenti per la serata perciò il mio occhio non è attento e indagatore, conservo infatti ancora una minuscola speranza che però si dissolve in cenere quando tutti si allontanano e mi lasciano con la consapevolezza che tu te ne sei andata via.
Ho allontanato perfino Finneas implorando di dire ai nostri genitori che stavo bene ma avevo bisogno di un momento da sola, con sola intendo sola con te ovviamente, so che non ha senso ma questa è l'unica concezione di solitudine che mi sia mai piaciuta, e tu invece hai deciso di andartene davvero senza ascoltare ciò che da anni più speravi di sentire.
E forse è giusto così.
Ho aspettato troppo.
E ti ho persa ancora.
< Billie >
Oppure mi sbagliavo.
É la tua la voce che rimbomba nella stanza vuota, sei tornata o meglio, non te ne sei mai andata via.
Mi volto verso di te e finalmente ti vedo, sei appoggiata alla parete in fondo al corridoio, gli occhi sempre rivolti verso il basso e un timido atteggiamento di confusione ti invade il volto, hai le mani nelle tasche dei pantaloni che rimuovi immediatamente per stringerle attorno al tuo corpo, strano perché non fa così freddo.
< Perché lo hai detto? > chiedi con voce tremante ma seria, la stessa identica che mi hai rivolto quella notte di tanti anni fa sul mio portico quando ti dissi la prima di molte bugie, ovvero che non ti amavo più.
Non ti rispondo.
< Perché hai detto a tutti di noi? >
Forse la versione di te che mi correva incontro e mi baciava dopo che rivelavo a tutti la verità era solo una pura fantasia ma non mi aspettavo nemmeno questo atteggiamento così freddo e distaccato.
< Come sarebbe a dire perché l'ho detto? > domando e adesso sono io quella con una nota di stupore nella voce < Non é ciò che hai sempre voluto? >
Tu non dici niente.
Che stupida che sono.
Certo che lo hai sempre voluto ma una vita fa.
Adesso ormai è tardi.
Ma allora perché sei qui?
Davvero ti importava così tanto sapere se ti ho amata?
Così tanto da precipitarti da me per domandarmelo dopo tutto questo tempo?
Perché se è così allora non fingere che le parole pronunciate prima su quel palco non ti abbiano toccata.
Tu ti accarezzi il braccio e sospirando vieni verso di me, questa stanza è scarsamente illuminata e i tuoi occhi risultano pesanti sotto questa luce fioca quasi tu non dormissi da giorni, eppure nonostante ciò ti circonda un'aura così pura e delicata che appari meravigliosa.
Ti sposti con le dita una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, senza mai alzare gli occhi ma semplicemente decidendo di fermarti a causa delle punte delle mie scarpe che ti impediscono di fare un solo passo in più, torni a parlare < Intendo dire...come mai dopo tutti questi anni scegli proprio oggi? Quando non stiamo più insieme, quando non ci parliamo da mesi e quando abbiamo appena finito di urlarci contro per l'ennesima volta? >
Ci siamo urlate contro prima?
Nemmeno lo ricordo.
< Perché oggi? > ripeto guardando un punto fisso nel vuoto, ti ricordi quando da piccola ero solita concentrarmi a fissare il nulla più assoluto per cercare di riprendere la calma e poi tu mi hai insegnato un trucchetto migliore dato che quello che ero abituata ad usare io non funzionava affatto.
< Perché per anni non mi sono più arrabbiata > ti dico facendoti corrugare la fronte, lo so, non capisci.
< Cosa? >
< Per anni non mi sono più arrabbiata e per anni non ho più dovuto ripetere quei tre nomi che mi tranquillizzassero, fino a un paio di mesi fa, erano giorni che stavo male, giorni che non vedevo la luce e ricordo di aver letto un commento osceno riferito al mio corpo sotto a una delle mie ultime foto.
Volevo prendere il telefono e distruggere quell'hater che aveva deciso di rovinarmi la giornata portandomi ad una crisi di pianto tale che faticavo a respirare ma mi sono ripromessa di calmarmi utilizzando quel trucco che mi hai insegnato anni fa...ricordi? >
Tu annuisci.
Ma ancora non mi guardi in faccia.
< Dovevo ripetere i tre nomi delle tre cose o persone che mi rendevano più felice sulla faccia della terra e che mi avrebbero fatto sentire meglio trasmettendomi tranquillità >
< Lo so > dici ad un certo punto interrompendomi probabilmente senza capire dove voglio arrivare.
< Si, ma quello che non sai è che io continuavo a ripeterne solo uno di nome. Solo uno. All'infinito >
Ed ecco che come prima, timidamente e quasi avessi paura di dare fastidio a qualcuno nel farlo, alzi i tuoi occhi verdi più luminosi e tristi che mai verso di me.
< Ho continuando a ripeterlo > insisto senza smettere di parlare < E continuato e continuato e continuato finché Finneas non è venuto a salvarmi chiedendomi perché continuassi a gridare il tuo nome >
Stai in silenzio.
Ancora.
Eppure vorrei così tanto che mi parlassi.
Ma tu non mi hai mai costretta a fare niente quindi assumerò lo stesso comportamento nei tuoi confronti.
< Ho trascorso molto tempo da sola in questo periodo e un giorno stavo pulendo il garage, sai mia mamma mi aveva chiesto di buttare tutto ciò che era vecchio e non usavo più in una scatola da dare in beneficenza ed è lì che rovistando tra vecchi ricordi e ciarpame ho trovato il videogioco di Ilomilo. >
Un piccolo sorriso si fa strada sul tuo volto, sollevi appena l'angolo destro della bocca ma poi subito torni seria quasi sapessi già che ciò che sto per dirti in realtà finirà con il rivelarsi piuttosto triste.
< L'ho preso in mano e non ho fatto a meno di pensare a te, di nuovo, a quando eravamo piccole e mi insegnasti a giocarci.
Sai cos'altro mi è venuto in mente quel pomeriggio mentre svuotavo il garage? Beh che in Ilomilo i due personaggi protagonisti si perdevano sempre di vista e passavano tutto il gioco a cercasi e poi alla fine quando si ritrovavano si riabbracciavano, ed era proprio quello lo scopo del gioco, ritrovarsi. >
< Perché mi dici questo? > sussurri schiudendo le labbra e io sono costretta a distogliere lo sguardo dall'acuta fitta di dolore che mi provoca l'assistere ad un qualcosa di così bello che non mi appartiene più.
< È quello che facciamo noi, ci siamo perse di vista così tante volte che ormai penso di aver capito quale sia il senso di tutto questo, quale sia lo scopo finale >
Sorridi di nuovo e questa volta parli completando la frase per me < Ritrovarci >
< Si, ritrovarci > ripeto < E da quando me ne sono resa conto mi sono ripromessa che la prossima volta che ti avessi ritrovato, e ne ero sicura che lo avrei rifatto, avrei detto la verità perché sono stanca di perdere a questo gioco >
Perché non mi parli?
Tu hai sempre qualcosa da dire.
E poi dal nulla quando credevo che non saresti mai stata in grado di pronunciare una singola parola scoppi a ridere.
Ma non una semplice risata di quelle che ti fanno sorridere, di quelle che ti fanno buttare fuori dai polmoni un po' di aria e poi torni normale ma una di quelle risate che ti costringe a piegarti sulle ginocchia, una di quelle risate che ti fa uscire le lacrime dagli occhi e una di quelle risate a cui è impossibile rimanere indifferenti soprattutto se sei tu a cominciarla.
Soprattutto se è il tuo di sorriso coinvolto.
< Cosa c'è? > ti chiedo senza poter fare a meno di ridacchiare.
< Lo hai detto! > piagnucoli con le ginocchia appoggiate a terra < Tu lo hai detto davvero >
É forse una crisi isterica la tua? Perché se è così mi dispiace di averti fatta impazzire a tal punto ma per fortuna riesci a calmarti e tornando in piedi diritta davanti a me ti asciughi appena un po' le lacrime agli angoli degli occhi senza fregartene del fatto che adesso il tuo trucco sia leggermente sbavato.
Ti dico un segreto?
Sei più bella così.
< Ho anche io una cosa da dirti > esclami una volta che ti sei ricomposta < Ormai sembriamo fare a gara per chi cita di più le volte in cui ci siamo lasciate ma ti ricordi quando sei venuta al ristorante dove lavoravo? Quando ti ho detto cosa avresti dovuto fare per rendermi felice e che non saresti mai stata in grado di assecondarmi? >
Annuisco dispiaciuta che io sia sempre stata così debole.
Così egoista.
Ma adesso mi stai facendo sentire senza speranza.
E non riuscirei a passare un altro giorno consapevole che se solo avessi agito prima ora la mia vita sarebbe diversa, quindi forza! Parla! Dimmi tutto ciò che vuoi perché io ormai sono in balia della tua decisione.
< E ti ricordi anche quando per consolarti ho provato a citarti la fisica quantistica? >
< Quello stupido film! > esclamo < L'ho riguardato mesi fa solo per accertarmi che facesse davvero schifo quanto mi ricordassi e vuoi sapere la verità? Era anche peggio! >
Ridacchi < Beh se allora te lo sei rivisto non ti sei accorta di nulla? >
< Di cosa parli? > chiedo alzando le spalle e tu sorridi ancora forse felice del fatto che mi dovrai spiegare l'importante verità che tu hai scoperto riguardandolo.
< Tu quando hai citato la frase del film che si collegava alla mia hai detto che in fisica quantistica le particelle che hanno trascorso del tempo insieme quando interagiscono con il loro ambiente tornano ad essere indipendenti, separate e distanti l'una dall'altra >
< Esatto > sussurro ricordandomi ogni parola < Per confermare la tua stupida teoria del fatto che non ti saresti mai dimenticata di me dato che alla fine quando ci si allontana si rimane separate. Per sempre. >
< Hai finito di dire cazzate? > mi chiedi con un'aria un po' arrogante e io sgrano gli occhi.
Da quando sei così diretta e cattiva?
Sono sempre stata io quella stronza.
< Quando hai citato quella frase ti sei dimenticata un pezzo, un pezzo fondamentale >
< E sarebbe? > domando curiosa che dopo tutti questi mesi siamo veramente qui a parlare di un film che ad entrambe ha fatto schifo.
< In fisica quantistica le particelle che hanno trascorso del tempo insieme quando interagiscono con il loro ambiente tornano ad essere indipendenti, separate e solo all'apparenza distanti l'una dall'altra...>
< È esattamente quello che hai appena detto > ti interrompo un po' infastidita per ricambiare la tua acidità di prima.
< Si ma posso finire? > chiedi e io ti lascio fare <...Ma il legame fra loro è così forte che appena succede qualcosa a una delle due l'altra lo sente >
Silenzio.
< Hai capito Billie? Il legame tra le due è così forte che appena succede qualcosa a una delle due l'altra lo sente > ripeti con il sorriso più fiero del mondo stampato in faccia.
< E quindi? > ti chiedo facendo veramente fatica a capirti < Cosa significa? >
< Oddio Bil! Significa che sto solo cercando di confermare la tua teoria! Tanto finiremo sempre per incontrarci in un modo o nell'altro e quando invece siamo distanti è come se non lo fossimo perché siamo sempre in grado di sentire cosa accade all'altra >
Chiudo un attimo gli occhi.
É forse questo il motivo per cui soffriamo sempre così tanto? Perché riusciamo a percepire a vicenda il dolore che proviamo ogni singola volta?
Riapro gli occhi.
E tu sei lì davanti a me che mi sorridi.
Questa scena mi sembra la cosa più giusta che io possa vedere, tu ed io, insieme, felici.
Hai ancora le mani in tasca e mi guardi con malizia accennando a un piccolo ghigno, vorrei parlarti e chiedere cosa stai cercando di fare ma sei tu la prima ad aprire bocca.
< Allora? > sussurri con la tua solita tranquillità ad un centimetro dal mio orecchio in un modo che non può non farmi girare la testa < quanto ti ci vuole per darmi un fottuto bacio? >
Spalanco gli occhi incredula mentre avverto una fitta al cuore, questa però è diversa da tutte le altre che ho provato recentemente, questa non ha il sapore di una coltellata e non fa così male, questa è dolce, delicata e appena mi investe una sensazione di calore si propaga in ogni centimetro del mio corpo.
Così decido di seguire il tuo consiglio e accontentarti.
Sposto la testa di lato e premo le mie labbra sulle tue afferrandoti i polsi, chiudo gli occhi mentre tu porti la mano sinistra sul mio collo fino a farla scivolare dietro alla mia nuca.
Non è mai cambiato niente ma allo stesso tempo è cambiato tutto, di la verità, questo bacio mi fa sentire esattamente come il primo che ci siamo date eppure noi siamo così diverse da quelle ragazzine impaurite e incerte in camera di Drew.
Tu sei la cosa più lontana che ci sia da quella bambina ubriaca che non sapeva nulla della sofferenza e io lo sono ancora di più da quella ragazza dai capelli azzurri che al contrario credeva di aver vissuto il proprio inferno personale a soli sedici anni ed era talmente indecisa e insicura della propria vita che non sapeva nemmeno cosa stava facendo.
Quando ti ho baciato per la prima volta ad esempio ero terrorizzata dall'idea che tu potessi non ricambiare, dal fatto che fossi una ragazza e io non dovessi provare queste cose per te o ancora che il mio fidanzato potesse scoprirlo.
C'erano mille motivi che mi gridavano di non farlo e io l'ho fatto, come oggi ho scelto di ascoltare ciò che volevo fare davvero e alla fine in entrambi i casi la risposta è stata poter appoggiare le mie labbra sulle tue.
Se all'ora, quando credevo di aver già affrontato guerre e esserne uscita perdente, ecco se all'ora avessi saputo cosa mi aspettava, forse avrei combattuto ancora solo per potermi ritrovare poi qui con te, anni e anni dopo.
La tua mano destra è ferma sul mio fianco sinistro mentre io faccio scivolare la lingua all'interno della tua bocca, ricambi lasciandoti guidare per tutto il momento.
Avverto un forte nodo in gola, il respiro corto e le labbra che continuano a incontrarsi generandomi una sensazione di calore al cuore.
Poi mi investe il panico.
< Hai a-ascoltato le parole della canzone prima? > chiedo leggermente tremante ad un paio di centimetri dalla tua bocca e tu ridacchi sulle mie labbra quasi io ti stessi facendo una domanda incredibilmente stupida.
< Si, fino all'ultima strofa >
< E allora, hai capito? > chiedo facendo un sospiro di sollievo ma tu non vuoi rendermi le cose facili.
Non mi hai mai reso le cose facili.
< Si che l'ho capito > bisbìgli appoggiando la fronte alla mia < però voglio che tu me lo ridica >
Nessun problema.
Tanto piano piano sto iniziando a imparare a parlare e quindi ti accontenterò.
Appoggio le mie mani all'altezza dei tuoi fianchi spostando leggermente il tuo corpo dal mio per permettermi di guardarti negli occhi, sei veramente mozzafiato questa sera mentre le guance appena un po' rosso e le lentiggini più che accennate per essere in autunno colorano il tuo viso.
< Ti amo > sussurro e respingo le tue labbra che si stanno avvicinando alle mie perché non ho ancora finito < Ti ho sempre amata dalla prima volta che ti ho baciata, da allora non ho mai smesso di farlo e se qualche volta mi è capitato di non fartelo capire beh...adesso ti giuro che mi impegnerò a farlo >
E sarà così.
Non passerà giorno in cui non ti dirò quelle due parole.
Magari arriverò persino ad abusarne.
Oppure se non le pronuncerò spesso saranno i miei gesti a comunicarle per me.
Sarà il tè che ti porterò la mattina perché so che il caffè ti fa schifo.
Saranno i biscotti che cercherò di preparare solo perché vedo quanto ti fa felice quando ti cucino qualcosa.
Saranno le canzoni che ti dedicherò, i testi che non ho mai fatto leggere a nessuno che ti canterò, i miei pensieri che ti riguarderanno.
Saranno i nostri sogni sulla lista dei desideri che piano piano verranno spuntati, uno ad uno.
E non so cos'altro ma basta che tu me lo chieda.
E io lo farò.








[Angolo autrice]
Poccoddio mancano due capitoli voglio piangere

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