Capitolo 24

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Billie si svegliò la mattina successiva con il sorriso tra le labbra e un senso di felicità che ultimamente non l'aveva più neanche sfiorata.
Il braccio di Candace le cingeva la vita e il corpo della ragazza era praticamente incollato al suo, pensò a quanto fosse piacevole tutto quello e in un breve lapsus aveva già programmato di alzarsi per andarle a preparare la colazione quando si rese conto che quella non era più la sua vita.
Candace non era più la sua ragazza e lei non doveva più fare niente del genere.
Imprecò contro sè stessa per ciò che aveva lasciato succedere la notte precedente e alzandosi il più delicatamente e silenziosamente possibile cercò i suoi vestiti, giacevano tutti nel salotto dove fortunatamente il signor Bennets ancora non aveva messo piede, eppure Billie lo sentì in cucina che trafficava con una scatola di cereali troppo pretenziosa che non aveva la minima intenzione di aprirsi.
Così, per evitare di essere scoperta, cercò di pensare a un altra via d'uscita oltre alla porta principale,dato che senz'altro sarebbe stata notata e non aveva la minima intenzione di spiegare al padre di Candace il perché stesse lasciando da sola sua figlia nuda nel letto senza alcun avviso o giustificazione.
Rientrò così nella camera della ragazza e aprendo la finestra per calarsi nel giardino guardò la scena, la più piccola dormiva profondamente, i capelli neri sparsi sul cuscino a formare come una corona e le braccia che stringevano la coperta come se volessero colmare l'assenza di qualcosa.
O qualcuno.
Non avrebbe voluto andarsene così e per un attimo ebbe un dejavu, quante volte l'aveva lasciata riposare e se ne era andata via prima a causa del suo lavoro, peccato che tutte le altre volte si sarebbero riviste di lì a breve mentre adesso, adesso non poteva fare lo stesso errore di nuovo.
Aveva rischiato la scorsa notte e non valeva la pensa che succedesse ancora, qualcuno le aveva già scoperte nonostante la loro discrezione e anche se Thomas aveva promesso di non dire nulla a nessuno, dato che stavano lavorando a un nuovo pezzo che avrebbe lanciato la sua carriera musicale, Billie si fidava ben poco di quel ragazzo.
E poi c'era il su manager pronto a distruggere tutto ciò che loro due si erano create, se solo avesse saputo che stavano ancora insieme dopo che anni prima le aveva intimato di far cessare quella relazione l'avrebbe probabilmente abbandonata, e lei non poteva permetterselo.
Si ripromise di non cadere più nelle solite tentazioni e in quell'abitudine così genuina che Candace rappresentava per lei anche perché non sarebbe stato giusto illuderla inutilmente, ma prima di andarsene si avvicinò al letto e le baciò le labbra.
< Ti amo >
Glielo aveva detto.
Si era appena ripromessa si lasciarla andare eppure il suo cuore non voleva ascoltare minimamente le sue ragioni.
Si impose e lasciò la stanza, saltò giù dalla finestra atterrando sul morbido prato che attutì la caduta e scavalcando il cancello salì sulla sua Dodge Challenger diretta a casa.
L'ultima cosa che vide prima di accendere la sua auto fu la moto di Candace parcheggiata sul vialetto e sospirando ripensò alle parole della sua ultima canzone e come la più piccola le avesse mal interpretate il giorno precedente, scosse la testa dandosi un leggero colpo sulla fronte.
Scegliere di amarla o di lasciarla.
Ieri le aveva detto che avrebbe scelto sempre e solo di amarla, ed era davvero così, non avrebbe mai potuto decidere di annullare i quei sentimenti nei suoi confronti ma allo stesso tempo doveva lasciarla andare e lo avrebbe fatto a partire da quel momento.
Spense il telefono e mise la macchina in moto partendo verso casa.
Questa volta era davvero finita.
Candace si svegliò diverse ore dopo a causa della notifica di un messaggio, prese il telefono e controllò chi fosse il responsabile della sua sveglia prematura.
Keith Davern:
- Hey Regina Etiope! Io ci sono ogni volta che vorrai vedermi, quindi scegli tu un posto e un orario che mi farò trovare lì :)
Candace avrebbe forse sorriso in un'occasione diversa ma non quando la ragazza di cui era innamorata stava dormendo a pochi centimetri da lei, così spense il telefono decidendo di pensare dopo a che scusa scrivergli per non dover uscire con lui e alzando il collo cercò Billie.
Vuoto.
Il letto era vuoto, il piumone disordinato lasciava scoperta una porzione di materasso ormai fredda, la stessa sulla quale la ragazza più grande si era addormentata tra un bacio e una carezza.
Candace si alzò e scoprendo di essere completamente nuda cercò i suoi vestiti che andò immediatamente a recuperare in salotto, non c'era traccia di suo padre eppure doveva essere senz'altro passato da lì per uscire per andare al lavoro e quest'immagine fece colorare le guance della ragazza di un rosso accesso, ma ben presto il sentimento che primeggiò non fu più l'imbarazzo ma la pura e irrefrenabile delusione.
Dov'era Billie?
I suoi vestiti non c'erano e con essi nemmeno un biglietto o un messaggio che avrebbe potuto spiegare dove fosse finita.
Era come se si fosse smaterializzata nel nulla, come se la serata precedente non avesse mai avuto luogo eppure i segni dei morsi sul collo di Candace dicevano l'esatto contrario.
Prese il telefono e cominciò a chiamarla, non si sorprese affatto nel sentire la voce dell'altra che annunciava che aveva chiamato la segreteria telefonica ma non si scoraggiò, partendo con un sentimento di preoccupazione finì con uno di collera capendo perfettamente che l'altra non aveva fatto altro che usarla di nuovo per poi dimenticarsi di lei, cosa che evidentemente le riusciva piuttosto facile.
Avrebbe davvero voluto che ci fosse una spiegazione diversa a quello, avrebbe davvero voluto che Billie la chiamasse dicendole che era dovuta scappare urgentemente ma che la amava e che quella sera si sarebbe fatta perdonare, eppure l'unico suono che proveniva dall'altro capo del telefono era quella voce metallica tipica delle registrazioni.
Il suo telefono sarebbe rimasto silenzioso per tutta la mattina se non fosse stato per un altro messaggio da parte di Keith.
Keith Davern:
- Beh se sei così indecisa scelgo io. Oggi alle 4 al Broadstairs Park, che ne dici?
Candace non rispose di nuovo ma questa volta Billie si.
La più piccola si sentí momentaneamente spaesata, non aveva preparato alcun discorso perché era sicura che l'altra non le avrebbe mai risposto e invece l'aveva sorpresa.
< Devi smetterla di chiamarmi Cos >
L'aveva sorpresa per circa mezzo secondo.
Candace rimase senza parole, non poteva essere la stessa ragazza che meno di dieci ore prima aveva detto di non riuscire a stare senza di lei, non poteva essere la stessa ragazza che l'aveva baciata in quel modo, che le aveva dedicato una canzone e che...
< Hai fatto tutto questo perché volevi scoparmi un'ultima volta? > glielo disse con la voce aspra colma di rabbia e disgusto.
< Ti prego non chiamarmi più, non stiamo insieme >
< Mi sembra ovvio > commentò la più piccola con ancora più aggressività di prima anche se di ovvio non c'era niente, formalmente si erano solo prese una pausa e mai definitivamente lasciate < Anche se ieri hai dimostrato l'opposto >
< Ieri non ti ho fatto intendere nulla del genere > la voce di Billie era strana, troppo diplomatica per lei e troppo formale, aveva lo stesso tono di quando ci si rivolge scocciati e annoiati ai Call Center per intimargli di smettere di chiamare < E adesso se vuoi scusarmi sono impegnata >
Il consueto e ripetitivo bip annunciò la fine della telefonata.
Candace scagliò il telefono sul pavimento e sentendosi subito in colpa per quel gesto lo andò immediatamente a raccogliere accorgendosi con non poco dispiacere di aver rotto il vetro.
Cercò di calmarsi facendo grossi respiri finché davvero il suo battito cardiaco non rallentò.
Poi si guardò allo specchio.
Gli occhi rossi.
Il volto stanco.
Il naso fremente.
I capelli disordinati.
Non poteva più permettere a Billie di ridurla così, non più.
Riprese nuovamente in mano il cellulare digitando sulla tastiera attenta a non tagliarsi a causa delle crepe sullo schermo e inviò il messaggio
Candace:
- Ci sto, vediamoci lì.

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