Capitolo 34

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< Non lo dici sul serio > chiese con un filo di voce.
< Invece si > Billie la guardò con gli occhi che avevano assunto le sembianze di due sottili e fulminanti lingue di fuoco < Con tutto il mio cuore, te lo posso giurare >
< Mi spieghi cosa vuoi da me > la più piccola alzò le braccia al cielo < Hai fatto tutto tu, te ne rendi conto vero? >
< Mi stai dando la colpa? >
< Cosa? > domandò incredula la mora < Io...Billie...tu...>
< Se riesci a parlare ovviamente >
< Vaffanculo! Fai la stronza? Mi comporterò da stronza anche io e ti dirò tutto quello che ti meriti di sentire! > urlò Candace esasperata da quella situazione < Fai schifo come persona Billie! Fai veramente schifo, ti ho amato davvero e...> si interruppe, avrebbe voluto dire la verità cioè che la amava ancora ma l'altra non si meritava quel sentimento così puro e genuino.
< Ti ho amato una volta > riprese Candace con più calma deglutendo il boccone amaro < E tu te ne sei approfittata. Io avrei fatto di tutto per te te ne rendi conto? Ogni singola cosa e tu hai abusato del tuo potere >
< Il mio potere? > Billie ingrossò la voce esagerando la frase appena pronunciata dalla ragazza.
< Si, il tuo fottuto cazzo di potere che hai sempre avuto nei miei confronti >
< Io non...>
Candace si mosse per la prima volta da quando avevano iniziato quel litigio e avvicinandosi a Billie le puntò il dito indice sul petto < Stai zitta! Non osare dire che non lo avevi, quando mi chiamavi correvo da te e poi il giorno dopo sparivi come se non fosse accaduto nulla, ho rischiato di rovinare una delle poche cose buone che mi siano successe nella mia vita per le tue stronzate >
< Una delle poche cose buone? > Billie ridacchio ma non c'era una sola sfumatura di felicità in quel suono che presto scomparve lasciando spazio al rumore della notte che veniva accarezzata dal vento.
Quel posto era stato magico fin dal primo istante in cui lo avevano scoperto, di giorno spesso pieno di turisti e fin troppo chiasso ma la sera si trasformava, nonostante illuminasse la città più viva di tutta l'America non si sentiva un solo singolo suono da lassù.
Erano assenti i rumori delle macchine, dei clacson, la musica delle discoteche, il parlottare e le urla della gente, sembrava come di essere rinchiusi in una bolla non corrispondente alla realtà, ed era magico.
< Keith mi ama > disse Candace guardando Billie negli occhi, non voleva farla ingelosire, non aveva più intenzione di comportarsi da ragazzina, il suo unico intento era quello di far capire alla più grande che non aveva bisogno di lei, non più < Mi ama davvero senza vergognarsi e aver bisogno di nascondermi e io sono felice >
< Keith > ripetè a bassa voce Billie schioccando la lingua, che nome stupido.
La più grande sostenne lo sguardo smettendo di assumere comportamenti ironici e aggressivi, per un attimo tornò quella di sempre facendo trapelare anche quel briciolo di anima ancora presente in lei che sapeva di non poter odiare Candace < E tu lo ami? >
Glielo chiese con un filo di voce e un tono dolce, gentile, quello che usava la mattina appena sveglia per domandarle cosa preferisse mangiare per colazione o dove preferisse trascorrere la giornata, quel tono comprensivo e disinvolto che amava ripetere il nome di Candace in ogni situazione, quando parlavano, quando scherzavano, quando facevano l'amore e persino quando le diceva di amarla tra un sussurro e un bacio che sapeva di felicità.
A Candace sanguinò il cuore rendendosi conto per la millesima volta che non poteva e mai avrebbe potuto andare oltre a Billie anche se ci avesse messo tutte le forze e tutta la volontà che aveva.
< Sì > mentì inchiodando il suo verde in quel blu oggi triste e scuro.
< non ti credo >
< Non è un problema mio, e forse neanche tuo. Hai detto che mi odi, giusto? > Candace alzò le spalle e abbassò lo sguardo, non poteva mentirle guardandola in faccia, l'altra lo avrebbe capito così senza darle la possibilità di replicare cercò ancora quel poco rancore che aveva nei confronti di Billie per lanciarglielo addosso nella speranza di infervorirsi di nuovo contro di lei e provare la stessa rabbia che sentiva prima < Devi lasciarmi stare, devi andartene e smettere di seguirmi proprio quando sto cercando di andare avanti >
Il cuore di Billie si riempì, se Candace la stava implorando di non farsi più vedere perché altrimenti non sarebbe riuscita a dimenticarla significava solo che ancora stava pensando a lei e che ancora tra loro due c'era una possibilità, così invece che allontanarsi avanzò verso la piccola.
Il volto era fiducioso, maturo, pacifico e gli occhi puri, realisti e raffinati, adesso ogni suo muscolo esprimeva calma, ogni suo movimento tranquillità e ogni parola amore < Ho sbagliato > glielo disse avvicinando la mano al suo viso consapevole che l'altra l'avrebbe spinta via ma invece non successe, così approfittando di quella situazione passò le dita sul contorno del volto salendo su per soffermarsi sugli zigomi < Hai ragione, sono stata una stronza e adesso voglio essere sincera con te Cos >
Candace rimase ferma immobile con il capo inclinato senza emettere alcun suono tendendo le orecchie per ascoltare ogni parola che Billie stava per pronunciare.
< In questo periodo non so mai cosa voglio, mi sento invasa da mille personalità differenti che mi dicono sempre qualcosa di diverso e faccio fatica a scegliere ciò di cui davvero ho bisogno. Scelgo la mia carriera? Oppure di amare te? È meglio pensare alla mia reputazione o a ciò che desidero di più? E cos'è che desidero di più soprattutto? >
Candace sospirò, non pensava che Billie stesse vivendo questo conflitto interiore, forse lo supponeva sì, ma in quel momento quando l'altra le aprì il cuore confessandole ogni cosa si capiva perfettamente quanto la più grande fosse bloccata.
Non era stata cattiveria la sua ma solo confusione anche se questo non cambiava e giustificava le cose dato che Candace aveva comunque sofferto, come mai prima d'ora.
Questa una volta che Billie finì il suo discorso le prese la mano e la spostò dal suo viso facendola ricadere lungo il fianco della ragazza, non poteva cedere di nuovo a quelle voci nella sua testa, voci che stavano diventando urla e le gridavano di scegliere la ragazza, di amarla e lasciare Keith che anche se dolce, comprensivo e buono non poteva mai, mai e poi mai essere lei.
< Dovresti andare Billie > sussurrò Candace senza guardarla negli occhi.
< No >
< Ti prego >
< Non posso >
< Billie > la mora sospirò < faresti meglio ad...>
< Dimmi che non mi ami più > chiese la più grande alzando la voce come a volerla sfidare < Dimmi che sei innamorata di lui tanto quanto lo eri di me >
Candace scosse la testa.
< Forza dimmelo, e me ne vado te lo giuro > Billie sentì le lacrime giungere impudenti e sgodevoli sotto le sue palpebre dalla paura che l'altra potesse farlo davvero, che davvero le potesse dire quelle cose, probabilmente l'avrebbe distrutta, il suo cuore avrebbe smesso di battere in quel preciso istante decretando la sua fine, ma Candace rimase ancora in silenzio.
< Fallo! > fu un urlo questa volta, un urlo di pura disperazione che vomitava tutta la frustrazione e il disagio che aveva passato, nessuna traccia di quella tenera e dolce voce comprensiva e forse fu proprio il tono così alto che fece risvegliare l'altra ragazza.
Candace alzò finalmente la testa puntando i suoi occhi in quelli di Billie che appena si specchiarono nel profondo verde della piccola spalancò la bocca.
Erano lacrime.
Grosse e copiose lacrime solcavano le guance di Candace, gli occhi rossi e bagnati colmi di dolore parlavano per lei senza bisogno che esplicitasse nulla, stava piangendo e mai prima d'ora Billie l'aveva vista in quelle condizioni, mai.
< Non posso dirtelo va bene? > urlò Candace.
< Stai...>
< Non posso mentirti Billie, non potrei mai > sussurrò con un filo di voce con la speranza che forse l'altra potesse non sentirla.
< Stai piangendo? >
La più grande sconvolta le afferrò di nuovo il viso, questa volta con entrambe le mani non curante del fatto che prima l'avesse respinta e guardandola negli occhi sorrise per la prima volta in quella serata.
< Ti amo ancora > sussurrò Candace continuando a piangere < E adesso che te l'ho detto vattene e non trattar...>
Billie non aspettò un solo secondo di più, avvicinò il volto a quello dell'altra ragazza baciando le sue labbra bagnate, sapeva di sale e dolore, era un sapore nuovo che mischiato a quello familiare della piccola colmava il suo cuore rotto che ormai aveva capito cosa voleva.
Voleva proteggerla.
Doveva proteggerla.
Candace era fragile e innamorata e aveva ragione, le aveva sempre dato troppo potere ma adesso lei non se ne sarebbe approfittata di nuovo, lo poteva giurare.
Doveva essere la sua salvezza, il suo eroe e non la sua distruzione.

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