Capitolo 35

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Tre anni prima
Gennaio

Donovan non era come lo descriveva Candace, non era la definizione del ragazzo stronzo stereotipato, semplicemente come tutti conviveva con dei demoni che spesso lo portavano ad assumere comportamenti discutibili, come successe ad esempio quel freddo pomeriggio di gennaio.
Era a casa di Billie intento ad aspettarla mentre si preparava per uscire a cena, aveva prenotato in uno dei ristoranti preferiti della ragazza e voleva farle una sorpresa per celebrare il loro anniversario che si sarebbe tenuto di lì a pochi giorni, diversamente dal solito erano in anticipo e quindi non ci pensò due volte a decidere come avrebbe voluto impiegare quelle ore vuote prima dell'appuntamento.
Mentre la ragazza finiva di pettinarsi i lunghi capelli argentati appena piastrati lui la prese dolcemente per i fianchi ammirando il loro riflesso nello specchio di fronte, il sorriso di Billie si palesò in un attimo ma non era quello luminoso e innamorato di sempre, era più contenuto, più riflessivo, più cauto, forse se il ragazzo se ne fosse accorto non avrebbe portato a termine il suo intento ma in quel momento era concentrato su altro come sfilarle la maglietta velocemente prima che lei potesse fermarlo.
Quando Billie capì cosa il ragazzo volesse fare si ritrasse appena < Dai Don, non ora, ho appena finito di prepararmi >
< Appunto, sei più bella del solito > disse lui sorridendo maliziosamente mentre sfiorava con il pollice le labbra carnose della ragazza, vedendo un attimo di indecisione in lei si gettò a capofitto nella situazione attaccando il suo collo come se lui fosse un vampiro e lei la sua preda, morse la pelle candida cercando di marchiarla, fece scorrere la lingua ruvida su tutto il perimetro della clavicola e poi cercò nuovamente di farle scivolare di dosso quella maglietta forse troppo attillata per contenere il suo seno prosperoso, ma fallì di nuovo.
La mano di Billie si imponeva come a non volerlo far passare tra la bocca di lui e il suo corpo < Davvero Don scusa, non ne ho voglia >
Bastarono quelle parole per mandare fuori di testa il ragazzo < Stai scherzando vero? >
La piccola si strinse nelle spalle senza sapere cosa dire sperando che lui la potesse comprendere ma non lo fece.
< Sono settimane che mi eviti, che cazzo hai? >
< Dai...stai calmo >
< Stai calmo un cazzo! Abbiamo scopato due volte il giorno del tuo compleanno e poi più niente, cos'è? Non sei venuta? > domandò con una certa arroganza < Perché mi avevi detto che eri...>
< Si si > lo interruppe lei cercando di fargli abbassare la voce, c'era Finneas in casa e non voleva per nessuna ragione che sentisse quei discorsi così sgraziati e privi di valore morale, ovviamente gli aveva già raccontato tutto quello che era successo, oltre ad essere suo fratello era infatti anche il suo migliore amico, ma non voleva che assistesse a quella discussione dato che Donovan stava come sminuendo ciò che avevano fatto.
Per lei non era stata una semplice scopata, era stata la sua prima volta, aveva condiviso inesperienza, paura e sofferenza con lui e vedere che l'altro le considerava semplicemente "una volta" che dovevano antecedere ad altre e altre ancora la intristì.
Possibile che nessuno si godesse mai davvero i momenti? Possibile che quasi tutti pensassero sempre ad accumulare esperienze? Vite? Persone? Feste? Divertimenti? Possibile che non ci si soffermasse mai sul presente?
In realtà c'era una persona che lo faceva, quella persona che quando erano bambine e stavano giocando in riva al mare si era fermata un momento smettendo di ridere e scherzare e alla domanda preoccupata di Billie le aveva semplicemente risposto che si era arrestata perché stava cercando di imprimere nella sua memoria quel momento.
Quando pensò a Candace quel sorriso luminoso e carico di amore di sempre si palesò di nuovo.
< Cosa cazzo ridi? > sbottò Donovan spingendo appena la ragazza lontana da sè < Ti parlo di una cosa seria e mi ridi in faccia? >
< La finisci? > lo implorò lei, non aveva la minima voglia di litigare ma lo stesso non si poteva dire per il ragazzo, quando infatti sbottava non c'era più niente o nessuno che fosse in grado di fermarlo.
Donovan scosse la testa ghignando, non piaceva nemmeno a lui comportarsi così ma non era abbastanza forte per opporsi a quel grido che gli martellava i timpani imponendogli di mostrare la sua autorità < Sai cosa ti dico Billie? Vaffanculo. Si vaffanculo tu e i tuoi comportamenti da bambina, ho anche io le mie esigenze sai? E non posso permettermi di scopare una volta al mese e poi basta >
< Per te sono solo questo quindi? > ormai le lacrime che tanto si erano fatte attendere stavano varcando le palpebre della ragazza e prepotentemente scesero ad abbracciare le sue guance < Sono solo del sesso, senza quello sono da buttare >
< Certo come no, e io avrei aspettato un anno intero prima di farlo se così fosse stato? Non essere ridicola >
Quelle parole lo ferirono nel profondo anche se non glielo avrebbe mai rivelato, davvero quella ragazza era convinta di ciò che le sue labbra avevano appena sputato con quella arroganza? Sapeva che il mondo era una merda ma era anche sicuro di aver trovato in lei un piccolo rifugio a tutto quello schifo che silenzioso si trascinava dietro ogni singolo giorno.
< Allora qual'è il problema? > urlò lei noncurante del fatto che il fratello potesse sentirli, come se non lo avesse già fatto.
< Un anno. Un anno > disse Donovan esplicitando le sue parole con le dita alzando l'indice davanti alla faccia colma di dolore di Billie < Se non vuoi fare sesso significa che c'è un problema di fondo. Qual'è? >
La piccola chiuse gli occhi continuando a piangere.
In realtà non c'era stato il minimo problema fino alla sua festa di compleanno.
Quel giorno quando aveva condiviso con lui la sua prima volta credeva che tutto fosse stato speciale, che tutto fosse stato perfetto e che fosse davvero innamorata di lui ma quando poi Candace l'aveva toccata quella sera, si, semplicemente toccata, si era resa conto di essersi completamente sbagliata.
Aveva sentito più connessione in una semplice carezza sul viso da parte della ragazza che in un rapporto sessuale con lui ma come poteva spiegarglielo? Come poteva farglielo capire quando neanche lei stessa comprendesse cosa fosse successo.
Senza ricevere alcuna risposta Donovan uscì dalla porta del bagno sbattendola rumorosamente dopo aver gridato < È finita, non chiamarmi più, non ho tempo per le bambine >
Quello fu troppo anche per Finneas che, anche senza volerlo, aveva ascoltato ogni parola della loro discussione, fermò il ragazzo e lo avvertì di non farsi più vedere, nessuno poteva parlare così a sua sorella e farla piangere.
Donovan dovette frenare l'impulso di spaccargli la faccia e questa volta ci riuscì, guardò il ragazzo dai capelli rossi con una disapprovazione tale da mettere per un attimo a disagio persino lui, sempre così sicuro e fiducioso degli altri, si rammaricò pensando a quanto fosse geloso di quella protezione che lui stava esercitando nei confronti della sorella pensando a come nessuno lo avesse mai fatto per lui in passato, e probabilmente non sarebbe neanche successo in futuro.

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