Capitolo 64

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[ Candace ]

Ho atteso questo giorno per due settimane, è stato difficile spiegare a Kendall perché il 15 di dicembre fosse cerchiato in rosso nel calendario ma sono riuscita a trovare una scusa e adesso che sto salendo le scale di questo favoloso hotel il mio ragazzo é decisamente l'ultimo dei miei pensieri.
Il messaggio che mi hai inviato diceva di trovarci nella stanza numero 8 del Four Season Hotel alle 19:30 di questo giovedì sera ed eccomi qui in un leggerissimo anticipo ad aspettare davanti alla porta indecisa se bussare e scoprire se tu sei già arrivata.
Guardo una delle enormi vetrate poste alla fine del corridoio e osservo gli immensi palazzi che fronteggiano questo edificio, fuori è buio e le luci delle case sono accese, chissà cosa starà facendo la gente lì dentro, è ora di cena quindi forse molti staranno mangiando nelle loro piccole sale da pranzo oppure qualcuno ha persino cercato di destreggiarsi nella nobile arte del cucinare.
Ne dubito, conosco pochissimi americani che sappiano anche solo come si sbuccia una carota quindi li riesco proprio a vedere, anche se ci separano spesse mura e centinaia di metri di vuoto, i loro sacchetti di Taco Bell e Subway ormai vuoti buttati nella spazzatura.
Mentre sono assorta nei miei pensieri sento una forte stretta all'altezza della vita che mi obbliga forzatamente a girarmi e anche se indossi un berretto di lana e una semplice mascherina nera riconoscerei le sfumature dei tuoi occhi tra mille gocce di oceano.
< Mi sei mancata così tanto, cazzo > dici liberandoti da quegli accessori che ti sei senz'altro messa per evitare di attirare l'attenzione su di te, certo adesso che non hai più le radici dei capelli tinte di verde il tuo aspetto è un po' più normale ma questo non significa che puoi girare liberamente per strada come se fossi una persona qualunque.
< Come stai? > mi chiedi accarezzandomi i capelli ma non ho la minima intenzione di risponderti adesso.
< Non sprechiamo tempo a parlare per favore > ti dico buttandomi sulle tue labbra.
Poco più di due settimane senza sentire il loro sapore, è stato uno strazio lo sai?
< Candace! > Gridi spostandoti subito da me e poi allungando il collo prima a destra poi a sinistra ti accerti che nessuno ci abbia visto ma non hai nulla di cui preoccuparti, il corridoio dell'hotel è vuoto.
< Puoi almeno aspettare che entriamo in camera? >
< E tu puoi essere un po' meno bella per favore? > Ti chiedo ironicamente ed ecco che torna il tuo sorriso, giri la chiave e non appena ci chiudiamo la porta alle spalle ti prendo per la vita sbattendoti al muro.
< Scusa > sussurro sul tuo petto < Mi sto facendo un po' prendere >
< Scusati solo perché hai ancora i vestiti addosso > adesso sei tu che mi provochi e dopo prometto che te lo lascerò fare, ma non ancora perché è il mio momento per dirigere i giochi.
Ti bacio di nuovo in maniera aggressiva, sei cambiata dagli anni scorsi, l'ho capito quando due settimane fa ho cercato di fare qualcosa di nuovo e tu lo hai più che apprezzato, non ti sarebbe mai piaciuto un approccio del genere anni fa mentre adesso che ho appena iniziato ti sento già gemere mentre sussurri il mio nome.
Amo le tue maglie oversize, le amo davvero ma è arrivato il momento che quella che stai indossando oggi ti venga tolta, le mie dita sono veloci e le tue braccia si appoggiano alla parete per permettermi di sfilarla più velocemente.
Ti sei messa tu in questa posizione ma ho intenzione di approffitarmene così stringo forte i tuoi polsi con una delle mie mani mentre con l'altra cerco di slacciarti il reggiseno, l'impresa mi richiede qualche secondo di troppo e la cosa ti fa sorridere tra le mie labbra ma ridi meno nel momento in cui la mia bocca si avventa sul tuo seno.
L'altra volta l'avevo un po' trascurato devo essere sincera e credo che sia giunto il momento di farmi perdonare.
La tua pelle è talmente chiara che riesco a intravedere le sottili vene azzurre, sembri fatta di porcellana incredibilmente delicata e preziosa, quasi mi sento un po' in colpa a essere così sgraziata ma i continui gemiti che emetti anche quando ti sfioro appena mi fanno capire che sto facendo la cosa giusta.
I miei denti afferrano un po' di quella pelle, arrivo con la lingua fino al tuo capezzolo sinistro e, sempre applicando pressione sulle tue braccia affinché tu non ti muova da quella posizione, lo succhio facendoti urlare.
I tuoi occhi atterriti indicano che forse sei andata un po' troppo oltre < Cazzo! >
< Perché? > Ti chiedo dispiaciuta che tu ti debba autocensurare < non c'è nessun ragazzo che potrebbe coglierci in un adulterio qui dentro quindi...>
< Si ma mi hanno comunque riconosciuta nella hall e non voglio che pensino che io sia solita prendere delle stanze per scopare con qualcuno >
< Beh ma è quello che fai > sorrido.
< Si Candace ma loro non devono saperlo! >
Loro.
È sempre stata una questione di loro tra noi.
Loro non devono scoprirci.
Loro non possono sapere di noi.
Loro mi tratterebbero in modo diverso se solo ne venissero a conoscenza.
Che poi chi cazzo sono questi loro me lo devi spiegare.
Ignoro quella vocina nella mia testa che mi dice che forse dovrei preoccuparmi dato che anche se sono passati poco più di due anni gli scenari sono sempre gli stessi di quando ci siamo lasciate e tornando a concentrarmi sul tuo seno lascio un altra scia di morsi finché in una zona particolare non mi ci soffermo per forse troppo tempo.
Mi dici di smettere e quando non lo faccio cerchi di spostarti, le tue braccia si staccano dalla parete facendo cadere lungo il mio fianco la mia mano che stava stringendo i tuoi polsi.
< Cosa succede? > Chiedo mentre ti vedo preoccupata a ispezionarti la pelle.
< Cazzo Candace >
< Cosa?>
< I succhiotti? Davvero? Abbiamo sedici anni? >
Non ci avevo pensato ti devo dire la verità, forse perché negli ultimi anni ogni volta che ho avuto un rapporto con qualcuno non mi sono mai dovuta preoccupare a pensare di non lasciargli dei segni perché non c'era nulla di segreto da nascondere in quelle storie.
< Scusa > sussurro sinceramente dispiaciuta ma per fortuna la mia bocca non ha fatto molti danni, la tua pelle infatti rimane ancora candida e bianca se non contiamo quel leggerissimo alone rossastro all'altezza del seno.
< Si vede appena > provo a giustificarmi.
< Si ma anche se è solo accennato credo che il mio ragazzo vorrà delle giustificazioni >
Il tuo ragazzo.
Giusto che ne hai uno.
Anche io tecnicamente ma se vuoi sentire un segreto non ci vado a letto da quando ci siamo baciate poco più di due settimane fa.
Spero che anche tu faccia lo stesso ma a giudicare dalla preoccupazione che hai nel pensare che lui prima o poi ti vedrà nuda e quindi si accorgerà del mio passaggio forse mi sto sbagliando.
< C'è una soluzione > propongo.
< Il fondotinta > intervieni tu < però non è così grave dai, un paio di giorni e sparirà spero >
< Non intendevo il fondotinta >
< E cosa intendevi? >
< Non fare sesso con lui >
Sospiri e inclini appena la testa di lato, mi stai guardando con quegli irresistibili occhi da cucciolo come se la richiesta che ti ho appena fatto fosse assurda.
Mi allontano di qualche passo, non so perché lo sto facendo, tutto ciò che so è che un'ondata di gelosia ma ha appena invaso il cuore nonostante sia stata io la volta scorsa a mettere in chiaro di non sapere cosa siamo io e te quindi non posso pretendere che tu molli tutto e tutti solo perché sono tornata.
< Cos...> Sussurri mentre annulli la distanza che avevo appena creato e prendendomi per mano mi dai un lungo bacio < Non pensiamo a lui, va bene? >
Difficile dirlo, difficile pensarlo e ancora meno farlo ma va bene, ti accontenterò.
Fingerò che non ci sia anche questo elemento a disturbarmi e reprimeró ancora una volta questo sentimento di gelosia che provo ogni volta che qualcuno vicino a te ti dimostra troppo affetto.
Ho finito per due anni di essere felice e averti dimenticata quindi posso fare anche questo.
Stai per tornare a baciarmi ma ti blocchi fissandomi il busto e sorridendo mi prendi in giro < Davvero? >
< Davvero cosa? > Chiedo sorpresa che tu sia veramente riuscita a liquidare la conversione sul tuo ragazzo così in fretta.
< Davvero al nostro appuntamento che sapevi perfettamente sarebbe finito in una camera d'hotel a scopare hai indossato una camicetta? >
< E cosa c'è di male? >
< Beh forse solo il fatto che ci metterò una vita per sfilarti ogni singolo bottone? Non pensi genio? >
Sei così bella.
Sembri davvero più grande e matura di quanto ti ricordassi, certo sono passati un paio di anni quindi lo sei davvero ma non so se sia questo cazzo di nuovo taglio di capelli che ti fa sembrare un angelo sceso direttamente dal paradiso oppure io che ogni volta che ti guardo non riesco a non vedere il ritratto della perfezione.
Ma di cosa stavamo parlando? Ah giusto, la mia camicetta.
Se vuoi conosco un modo più semplice per togliermela.
Afferro il colletto e tirando con tutte le mie forze strappo il tessuto riuscendo a liberarmi da quell'indumento in mezzo secondo, non me ne frega un cazzo della camicia, avevo solo bisogno che ti mi guardassi proprio nel modo in cui stai facendo ora.
I tuoi occhi sono spalancati in un moto di stupore misto ad ammirazione, la tua bocca è aperta e l'esclamazione che fai è inequivocabile.
< Smettila di guardarmi così oppure...>
< Oppure cosa? > Mi chiedi mordendoti il labbro inferiore.
Stiamo scherzando?
Nessuno è preparato ad una cosa del genere.











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