Capitolo 10

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19:58
Candace avrebbe aspettato altri due minuti di orologio, poi si sarebbe alzata e avrebbe buttato ogni singola cosa presente sul tavolo nonostante le avesse appena comparate per Billie.
20:59
Odiava sprecare il cibo ma in quel momento si sentiva una tale rabbia dentro che niente avrebbe potuto frenare.
I burritos avevano un bellissimo aspetto e lei aveva fame da quel il pomeriggio ma si era ripromessa di non mangiare niente per godersi la cena con Billie, quante accortezze pensò, nei confronti di una che non si fa scrupoli a ritardare di un'ora e mezza senza avvisare.
21:00
Si alzò di scatto facendo cadere la sedia in legno sul pavimento provocando un tonfo sordo, iniziò a chiudere le confezioni di cibo che aveva accuratamente sistemato sul tavolo e proprio quando ormai aveva il piede sul pedale del bidone il campanello suonò.
Lasciò cadere tutto per terra e infuriata andò ad aprire la porta.
Forse Billie non si era neanche accorta di essere in ritardo perché appena entrò si fiondò sorridente tra le braccia della sua ragazza e le lasciò un paio di baci sul viso.
< Mi sei mancata tantissimo > le disse tra un respiro e un altro aspettandosi una reazione simile da parte di Candace che però non si manifestò.
Billie si tolse il cappello di lana gettandolo sul divano e sistemandosi i capelli guardò la sua ragazza con aria confusa < Tutto bene? >
Candace scoppiò in una risata isterica e incrociando le braccia rimase ferma immobile guardandola con odio < Davvero Billie? Davvero? >
< Cosa c'è? Mi sono dimenticata qualcosa? >
Candace imprecò sottovoce e fece passare le dita sulle sue sopracciglia in un gesto di stizza < Guarda che ore sono per favore >
< Hm non posso > sussurrò l'altra iniziando a capire cosa non stava andando < ho il telefono scarico >
Candace sorrise amaramente < Va bene, può succedere. Anche Finneas? E Claudia? E il tuo manager? So che sei stata con loro tutto il giorno quindi credo che ti saresti potuta ritagliare cinque secondi nella tua impegnatissima vita per mandarmi un messaggio e avvisarmi del tuo ritardo di un'ora e mezza, non pensi? >
Billie rimase in silenzio, aveva ragione non aveva scuse, ultimamente faceva fatica a separare carriera e vita privata, da una parte tutti le approvavano tutto, una risposta sgarbata veniva infatti vista come un segno di emancipazione, un dito medio veniva interpretato come coraggio e l'indifferenza come intelligenza ma nella realtà, quando tornava alla normalità tutto era diverso, le persone si ferivano davvero e ci rimanevano male.
< Hai ragione, ho completamente...scusa >
Candace sapeva che non era arrabbiata solo per questo episodio perché non era isolato, non era la prima volta in quella settimana che Billie faceva tardi senza avvisare e non era la prima in cui non le chiedesse come fosse andata la giornata o come stesse.
C'era molto di cui discutere ma la più piccola decise che quella serata c'era solo un argomento che avesse la priorità e certamente non si trattava della sua insofferenza dettata dall'assenza e dal poco tatto di Billie.
La più grande pensando di aver risolto si riavvicinò a Candace dandole un lungo bacio prima di appoggiarle le mani sui fianchi e spingerla verso il divano.
Era stanca e affamata ma come prima cosa aveva bisogno della sua ragazza che nel frattempo non sapeva cosa fare, le mancava Billie, dio se le mancava ma doveva parlarle urgentemente e quello non era il momento migliore per fare altro eppure i baci sul collo della mora la convisero a rilassarsi per quel breve momento.
Candace si stese sui cuscini trascinandola giù con sè finché Billie, con le ginocchia appoggiate al divano, cominciò a scendere con le labbra lungo il suo petto lasciando qualche morso di troppo.
Appoggiò di nuovo le fredde dita ai suoi fianchi muovendosi verso il basso fino a spostarle le mutande e raggiungere la sua intimità, Candace sussultò e anche se la sensazione principale che provava era un freddo pungente si sentì bruciare da fiamme ardenti l'intero corpo in mezzo secondo quando Billie, continuando a muovere ritmicamente il suo braccio, le si avvicinò sussurrandole < Mi sto facendo perdonare? >
La più piccola stava cercando di contenere i gemiti quando ad un tratto l'altra le afferrò il volto con la mano libera, sfortunatamente la toccò con un po' troppa forza nella guancia dove Thomas l'aveva colpita e che Candace aveva cercato di nascondere per tutta la sera tenendoci i lunghi capelli neri davanti, buon proposito che era comunque fallito infatti le scappò un piccolo gemito di dolore.
< Tutto bene? > chiese Billie fermandosi e guardandola con tenerezza.
< Si > mentì l'altra scambiandole un bacio veloce, non voleva che si fermasse proprio adesso ma la più grande capí che c'era qualcosa che non andava, Candace stava infatti girando la testa da un lato per nascondere una parte del viso evitando il contatto visivo con lei e lo cosa non era affatto normale.
Le spostò così i capelli rivelando una porzione di pelle rosso fuoco con tanto di un livido violaceo appena accennato.
< Candace? > chiese Billie prendendole adesso il volto con entrambe le mani < Cosa è successo? >
< Niente non...>
< Candace? > il suo tono era severo, lo sguardo furioso e la mascella contratta, aveva i nervi a fior di pelle nel pensare che qualcuno avesse osato toccarla ma soprattutto che lei stessa non se ne fosse accorta subito e se solo non l'avesse toccata non l'avrebbe probabilmente mai scoperto.
L'altra sospirò cosciente di aver appena terminato uno dei pochi momenti di intimità che era riuscita ad avere con Billie di recente e decise di parlare.
< Era il motivo per cui ho detto che volevo parlarti questa sera > sospirò.
La ragazza dai capelli verdi rimase immobile e in silenzio mentre l'altra parlava, non voleva perdersi un solo momento della spiegazione e inoltre piano piano il suo orgoglio ferito si stava torturando pensando a come lei volesse nasconderle quell'episodio.
< Ieri sera sono andata a quella festa di Micheal che ti dicevo > cominciò Candace partendo dal principio < e quando stavamo per andar...>
< Chi? > la interruppe bruscamente Billie.
Era più forte di lei ma per quanto volesse ascoltare la verità aveva necessaria urgenza di sapere chi fosse il responsabile di quell'azione.
< Cosa? >
< Chi é stato? Voglio il nome Candace >
< lasciami parlare > protestò la più piccola < così fuori contest...>
< Il nome! > urlò Billie con le lacrime agli occhi.
Le dava fastidio tutto.
Ogni cosa.
Sia che prima non glielo volesse dire.
Sia che lei stessa non se ne fosse accorta.
Sia che qualcuno l'avesse picchiata.
Sia che non fosse con lei quando è accaduto.
Sia che Candace non glielo avesse raccontato.
< Thomas > confessò l'altra < Thomas Novelle >
< È morto > disse semplicemente la mora alzandosi in piedi in un impeto di furia con l'intenzione di raggiungerlo immediatamente per spaccargli la faccia.
< No Billie! > la trattenne l'altra.
< No cosa? Vuoi farti trattare così dagli stronzi? >
< Ma perché non ascolti quello che ho da dirti! Non sono ancora arrivata alla parte importante! > le urlò sfogandosi completamente < NON ESISTI SOLO TU LO SAI QUESTO? NON ESISTI SOLO TU! Se mi vedi preoccupata e incazzata da tutta questa sera non è solo perché tu sei arrivata di nuovo in ritardo fottendotene di me ma perché c'è un problema più grave che non ha a che fare con il tuo cazzo di ego! Sembri uno stupido bad boy rancoroso, che cosa pensi di fare a Thomas eh? Pensi di andare lì e picchiarlo a tua volta? >
< Si > gridò l'altra in risposta < così la prossima vol...>
< così la prossima volta invece che avere solo un livido mi ritroverò anche un braccio rotto magari. Non si risponde mai alla violenza con altra violenza, mai, è da stupidi lo capisci? È da stupidi che non ragionano. Credi che potresti riparare un vaso rotto buttandolo nuovamente a terra? No, ecco perché la forza non é mai la soluzione >
< Vaffanculo > rispose Billie prendendo su le chiavi della Dodge Challenger per avviarsi verso casa, non voleva che finisse così la serata ma sapeva che se avessero continuato a discutere le avrebbe urlato addosso qualcosa di spiacevole e che certamente non pensava quindi per evitare di peggiorare ulteriormente decise di andarsene.
< Ah ma certo! > urlò Candace <Scappa dai cazzo di problemi come hai sempre fatto! >
Devi uscire.
Devi uscire.
Devi uscire.
Nonostante se lo ripetesse a macchinetta Billie non ci riuscì e continuò a risponderle.
< Quali sarebbero le altre volte in cui l'ho fatto? > le voci di entrambe ormai avevano raggiunto dei toni altissimi e se solo avessero avuto dei vicini più noiosi qualcuno sarebbe già venuto a lamentarsi.
< Hm sempre? "Oh scusa piccola ma sono troppo impegnata in questo momento, parliamone un'altra volta" "Sai cosa  amore? Non penso sia il momento sono troppo stanca" > disse Candace imitando la voce di Billie facendole assumere delle note troppo stridule e lamentose < Mi chiamassi almeno ancora amore! > urlò alla fine spingendo la ragazza più grande lontana da sè.
Billie non sapeva cosa dire.
C'erano troppi argomenti che erano stati lanciati e troppi a cui rispondere.
< Io ti chiamo ancora amore > disse alla fine con un tono molto più basso e la voce strozzata dal pianto.
< No > Candace alzò il viso < Non lo fai da un po', e se davvero non provi più questo va bene, però dimmelo chiaramente e vattene, abbi le palle per farmi sapere cosa provi per me e smettila di nasconderti dietro al lavoro >
La situazione era degenerata e la più piccola non volle sentire altro, si chiuse la porta di camera sua dietro alle spalle e aspettò di sentire il motore dell'auto di Billie allontanarsi da casa sua prima di buttarsi sul letto nel tentativo di sbollire la rabbia.
Non le aveva neanche parlato del ricatto di Thomas.

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