Capitolo 67

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[ Billie ]

< Soprattutto io cosa? >
< Soprattutto tu non eri felice e non me lo hai mai detto >
< Di cosa parli? > ti chiedo interessata a capire il tuo ragionamento < Io ti ho sempre detto tut...>
< Smettila di mentire Billie > mi interrompi con le lacrime agli occhi, non penso che mi abituerò mai all'idea di vederti piangere, non se è a causa mia soprattutto < Io so cosa facevi >
< Di cosa st...>
< Io so che ti tagliavi Billie > alzi un po' la voce forse per reprimere quel tono isterico che sta per impossessarsi delle tue corde vocali e poi le lacrime iniziano a cadere copiose sul tuo volto.
< È successo poche volte > dico sconvolta senza capire come tu faccia a saperlo < Non te l'ho mai detto perché...perché...temevo la tua reazione >
< E di che cosa avevi paura? >
< CHE MI GIUDICASSI, VA BENE? > scoppio ad un certo punto accasciandomi sull'erba bagnata, non sono solo tue le lacrime questa sera, anche i miei occhi hanno deciso di rilasciarle costringendomi a coprirmi il viso per non farmi vedere.
< L'ho mai fatto? Ti ho mai giudicato? > mi chiedi mentre ti abbassi alla mia altezza sedendoti per terra senza pensarci due volte a bagnarti i vestiti.
Vorrei risponderti di no, che effettivamente non lo hai mai fatto e mai lo faresti ma sono troppo sconvolta per parlare e mi vergogno che tu abbia scoperto questo aspetto di me.
Tu però non sembri arrabbiata mentre mi cingi il corpo in un caldo e confortevole abbraccio, sento le tue labbra sussurrarmi parole dolci e le tue mani accarezzarmi i capelli che appiccicatosi alla fronte si sono completamente spettinati.
< Mi dispiace che tu ti sia sentita giudicata > mi sussurri continuando a stringermi < Avrei solo voluto saperlo, ti avrei potuta aiutare, lo sai? >
< E come? > ti chiedo tra un singhiozzo e un altro < Ero la tua roccia, dovevo essere io quella forte tra le due e non ti avrei mai fatta carico di un peso del genere >
< Sei stata tu a decidere di assumere quel ruolo, non te lo aveva mai imposto nessuno e forse tornando indietro avrei preferito che ti fossi sentita meno in dovere di proteggermi >
Rimaniamo in silenzio per un paio di minuti finché i miei lamenti non si placano e il mio respiro torna regolare, le tue braccia continuano a stringermi e solo ora mi accorgo che mi hai completamente avvolto in un abbraccio rinchiudendomi tra le tue gambe, sembro quasi un bambino tra le braccia della mamma e solo ora capisco che tra le due quella che doveva essere protetta non sei mai stata tu, tu sei sempre stata capace di farlo da sola ma io non posso dire la stessa cosa.
< È stato solo per qualche mese > inizio cercando di modulare l'intonazione della mia voce tanto per permetterti di sentire ma non troppo perché se solo la osassi alzarla di più so che scoppierei di nuovo a piangere < Il periodo precedente al rilascio dell'album, tutti avevano altissime aspettative su di me e io ogni notte piangevo perché non mi sentivo all'altezza. Ricordo che Finneas mi ripeteva costantemente quanto valessi e quanto fossi importante e meritevole e una serie infinita di aggettivi qualificativi che non so davvero da quale vocabolario li tirasse fuori > ridacchio leggermente forse per scaricare più la tensione che altro.
< Ma anche se lui mi stava vicino io mi sentivo piccola e senza talento, ricordo che una volta in bagno mi sono soffermata a guardare le lamette del rasoio di mio padre per così tanto che mi sono spaventata dei miei pensieri e sono corsa fuori piangendo. Giorno dopo giorno però la mia attenzione finiva per concentrarsi sempre su quelle taglienti lame di metallo finché un giorno non ho chiuso a chiave la porta e ho iniziato a farle scorrere sul mio braccio > sento che mi stringi più forte nel momento in cui faccio questa confessione e più butto fuori tutto questo schifo più mi rendo conto che se forse te lo avessi detto prima le cose sarebbero solo potute andare meglio.
< Sono andata avanti per un paio di mesi, lo facevo perché pensavo di meritarmelo, pensavo che fosse ingiusto che io avessi tutta quella fama e successo e neanche gliene fossi riconoscente dato che il mio umore era quello di una depressa patologica.
Inoltre in quegli ultimi mesi le cose stavano andando male anche con te, ci eravamo lasciate e poi siamo tornate insieme ma convivevo con la paura e l'ansia costante che tu mi potessi abbandonare di nuovo e forse non avevo neanche tutti i torti, mi tenevo dentro talmente tanti segreti che come potevo pretendere che tu mi fossi ancora fedele?
Non ti dissi niente quando seppi che non saresti potuta venire in tour con me, non ti dissi nulla del fatto che ero preoccupata perché ero convinta che l'album non fosse finito anche se Finneas sosteneva il contrario e non ti dissi niente nemmeno della tristezza che giorno dopo giorno stava corrodendo le mie giornate fino a portarmi all'autolesionismo >
Finisco di parlare cercando una tua stretta di mano, trovo le tue dita e le stringo talmente forte da farti male, ne sono consapevole, ma al momento tutto ciò di cui ho bisogno è sentirti.
Ricordi i tagli sulla pelle chiara.
Bruciavano più di qualsiasi altra cosa avessi mai sperimentato e sintetizzavano l'odio per me stessa che avevo dentro, continuavo a colpire secondo dopo secondo finché non mi rendevo conto che sarebbe stato difficile nasconderli anche con i maglioni lunghi e cerotti.
Bastava sfiorare il mio braccio e le lacrime si palesavano prepotenti intimandomi di crollare e più queste scendevano sulle mie guance più mi rendevo conto di essere mortale.
< Perché credevi che l'album non fosse finito? > domandi timidamente lasciandomi qualche bacio sulla schiena mentre appoggi il viso sulle mie spalle e sorrido al pensiero che dopo tutto ciò che ti ho detto la tua attenzione sia rivolta a questo aspetto.
< Non lo so > confesso < sai quando hai quella sensazione, quella vocina nella testa che continua a ripeterti che manca qualcosa? Ogni volta che pensavo all'album risuonava nelle mie orecchie e non mi lasciava stare > ti sembrerò una pazza a parlarti così, ne sono consapevole ma adesso non ti voglio più mentire su nulla.
< Non te l'ho mai detto perché te odiavi quando mi sottovalutavo e senz'altro mi avresti ripetuto che era tutto perfetto e avrei dovuto smettere di autosabotarmi >
< Mi dispiace > sussurri < tornando indietro mi comporterei in modo diverso, tornando indietro farei tutto diverso >
< Tutto? >
< Beh se non proprio tutto...molte cose. Devo essere stata una pessima ragazza se neanche mi sono accorta che la mia fidanzata era arrivata ad un punto di sofferenza tale da credere che tagliarsi fosse l'unica soluzione >
Sei glaciale e incisiva nell'uso delle parole e mi piace.
Non mascheri ciò che è successo con finto buonismo e commiserazione ma facendo ciò di cui ho bisogno vai dritta al punto chiamando le cose con il loro nome.
< Hai fatto tutto bene invece > ti rassicuro.
< Oh no, non direi >
< Invece si > insisto cambiando posizione, sciolgo la tua stretta e mi giro verso di te in modo da poterti guardare in viso, la luna illumina i tuoi occhi dandogli una sfumatura argentata che non ti avevo mai visto indossare prima e non c'è neanche bisogno che ti dica che sei bellissima, vero?
< Hai fatto tutto bene > continuo < Ti ho poi mai detto come ho risolto la questione dell'album? >
Scuoti la testa senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi sinceramente interessata nello scoprire cosa ho da dirti.
< Alla fine mi sono accorta che mancava una canzone, solo una per completarlo e poi tutto sarebbe stato perfetto >
< Che canzone era? > chiedi e posso quasi giurare che l'attimo dopo che hai aperto bocca una folata di vento ti ha mosso i capelli facendo sembrare quest'immagine che ho davanti un estratto di una scena di un vero e proprio quadro impressionista.
< I love you > rispondo come se poi ci fosse davvero bisogno di questa puntualizzazione < Ed è vero >
Deglutisci mentre ti sposti dietro all'orecchio la stessa ciocca di capelli che la corrente d'aria gelata ti ha smosso, schiudi appena le labbra, quelle labbra che conosco perfettamente a memoria e molto timidamente accenni a una domanda < È vero cosa? >
< Che ti amo Cos > sussurro sorridendo, incredibile che dopo tutto il discorso che ti ho appena fatto io sia ancora in grado di sorridere < Ti amo >
Assumi un'espressione talmente dolce e imbarazzata che mi è impossibile non protendermi verso di te per baciarti e appena sfioro le tue labbra avverto una leggera scarica elettrica.
< Facciamo ancora scintille dopo tutti questi anni > commento con un ghigno stampato in viso.
< Perché, ti sorprende la cosa? > dici dopo un po' mentre continui ad accarezzarmi il volto guardandomi come se fossi la cosa più fragile e delicata a questo mondo.
< Hmm > ci penso un po' su < No, effettivamente no >






[Angolo autrice]

Aboliamo le fottute verifiche di lunedì perché io il weekend non sono psicologicamente pronta a ripetere trecento formule di fisica grazie.
Pocc🌚oddio

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