Capitolo 4: Seguire il proprio cuore

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"Terra chiama Cesca." Carola mi sventola la mano davanti alla faccia, mentre siamo sedute a tavola a colazione.
"Ehm.. Sì.. Che cosa?" Domando confusa.
"Ti eri incantata." Spiega la mia amica "Sei ancora fra noi?"
"Purtroppo sì."
"E a cosa dobbiamo tutta questa negatività?" Mi chiede Christian, punzecchiandomi il fianco.
"Non so davvero chi scegliere come prof." Spiego, mentre rubo un biscotto dalla mano del ballerino, che mi fa una linguaccia in risposta.
"Ieri sera sembravi così intenzionata a seguire il tuo cuore." Lui imita la mia voce.
"Gne, gne, gne." Rispondo a monosillabi, mentre Mattia interviene in mia difesa, rubandogli un biscotto anche lui.
Chri se lo riprende, inzuppandolo nella sua tazza di latte e lasciando Mattia a bocca aperta.
Lui assume, all'improvviso, un tono serio: "Dovresti, però, seriamente ascoltare il tuo consiglio."
"Esatto." Carola concorda con lui prima di addentare una gocciola "Vedrai che tutto verrà da sé."
"O, al massimo, tiri una moneta." Suggerisce Mattia, provocando una risata fra tutti noi.
Nicol appare dal nulla, dicendomi: "Cesca, guarda che Maria ti sta chiamando."
"Ah, grazie." Rispondo.
Ingurgito velocemente il resto della mia colazione, mentre Chri mi dice: "Ahia! Aria di guai."
Carola gli risponde al posto mio, prendendogli dalle mani l'ennesima gocciola: "Ma smettila!"
Vado in quella che ho soprannominato sala comunicazioni e mi siedo sulle gradinate.
"Ciao Francesca, come stai?" Mi saluta la conduttrice di buon umore.
"Tutto bene, Maria. Grazie, e tu?"
"Io bene, grazie. Come immaginerai, oggi dovrai scegliere il tuo prof. Incontrerai prima Rudy, poi Lorella e, poi, avrai qualche ora per rifletterci. Va bene?"
"Si, va benissimo."
"Allora Rudy ti aspetta in aula 4; per incontrare Lorella dovrai andare, invece, in aula 5."
"Va bene, grazie."
"Grazie a te. Allora buona scelta!" Maria si congeda, lasciandomi sola.
Mi sistemo velocemente giusto per rendermi presentabile e, prima di uscire dalla casetta, Carola mi abbraccia, sussurrandomi all'orecchio che andrà bene in ogni caso, Dopo essere giunta agli studi, mi reco in sala 4.
Qui mi accoglie un Rudy Zerbi raggiante: "Buongiorno!"
"Buongiorno." Saluto cordiale.
"Come stai?"
"Ancora incredula."
"Non ti sembra vero quello che ti sta accadendo?" Mi chiede sinceramente interessato.
"Per niente. Passare dalla mia cambretta a qui è surreale. Non riesco a credere che stia succedendo davvero a me."
"Io, invece, non fatico a crederlo." Afferma con convinzione "Non dovresti essere da nessun'altra parte per quanto mi riguarda."
Oh, wow. Non sono mai stata brava a rispondere ai complimenti.
"Grazie davvero... La proposta di Hogwarts sembrava, però, allettante." Scherzo.
"Ah guarda. Io al massimo potrei essere Voldemort." Asserisce, indicando, nel mentre, la sua calvizie.
Io non riesco a non ridere.
"Beh il lato oscuro ha il suo fascino." Commento.
"Beh ovviamente." Concorda "Comunque, a parte gli scherzi, sentiti liberissima nella tua scelta."
"Grazie, grazie, grazie."
"Di niente, di niente, di niente." Mi imita, facendomi sorridere "Immagino che tu ti stia logorando dall'ansia, dato che ti sei definita una persona indecisa."
"Hai centrato il punto."
"Vivitela con serenità. La scelta verrà da sé." Prova a rasserenarmi.
"Grazie di tutto." Ripeto per l'ennesima volta "Ora credo di dover andare da Lorella."
"Certamente. Grazie a te. È stato bello conoscerti."
Saluto Rudy e, poi, mi dirigo in sala 5.
"Ciaooo!" Lorella mi saluta sorridente.
"Ciao, come sta?" Domando, prendendo posto su una seggiola.
"Oh no. Ti prego di darmi del tu." Precisa all'istante "Io, comunque, sto benone, grazie. Tu?"
"Al settimo cielo. Non mi sembra ancora vero tutto questo."
"Io sono sinceramente felice che tu sia nella scuola perché sei nata per essere qui."
"Grazie tante." Rimango senza parole come prima.
"Non devi ringraziarmi. È la verità. Si capisce che il palco è il tuo posto. Hai questi occhi che vivono, che parlano e si nutrono di musica. È la tua ragion d'essere."
"Oh wow. Non penso neanche di meritarmi queste parole."
"Te le meriti eccome. Quando suonavi quel pianoforte, mi hai totalmente incantata. Mi è sembrato di vivere la tua storia. Hai un'anima romantica, dolce e delicata."
Rimango a bocca aperta ma la richiudo subito per non farmi notare da lei.
"Ci tengo a dirti che io sarò contenta qualsiasi di noi due sceglierai perché, come ti ho già detto, l'importante è che un talento come il tuo non venga sprecato e che sia qui per crescere e migliorare. Sicuramente mi piacerebbe molto intraprendere un percorso insieme e spaziare fra i vari generi perché ti ci immagino a fare diversi stili ed esplorare diversi mondi, mantenendo, ovviamente, quella che è la tua matrice."
Io annuisco e ringrazio nuovamente.
"Hai parlato con la tua famiglia? Sono entusiasti che tu sia qui?" Cambia, poi, discorso.
"Non ho avuto esattamente ancora l'occasione... Mia sorella, però, era quasi più felice di me."
"Beh mi fa piacere. Sammy, invece, come sta?"
Non immaginavo che si ricordasse questo dettaglio.
"Super bene. Ha fatto delle gran dormite sul letto, che trova migliore di quello di casa mia." Mi accorgo solo dopo del tono serio, con cui ho pronunciato questa frase.
Lorella ride e mi dice: "Sinceramente lo invidio."
"A chi lo dici."
"Come ti stai vivendo questo dover scegliere dato che sei eternamente indecisa?"
Questa informazione deve essere rimasta impressa nella mente di molti evidentemente.
"Mi sta logorando l'anima. Non so come potrò arrivare a una decisione."
"Piccolo consiglio: segui questo." Mi indica il cuore con la mano "Quello non sbaglia mai."
Dopo questa sua affermazione mi rilasso un po' e, dopo che ci scambiamo ancora qualche parola, ci rendiamo conto entrambe di dover liberare la sala.
"È stato un piacere incontrarti, Cesca." Mi sorride "Posso chiamarti Cesca?"
"Certo che sì. Come ho detto, vale per gli Amici."
"Ecco, se mi fossi fermata alla battuta, probabilmente non ti avrei fatta entrare." Scherza.
"Neanche io mi sarei data un banco in effetti."
Ci salutiamo a vicenda e, dopo, faccio ritorno in casetta, dove regna un'atmosfera tutt'altro che serena. Raggiungo gli altri sulle scalinate della sala comunicazioni e viene mostrato sulla televisione una coreografia, che dovrà essere eseguita da Mirko. Maria domanda, al termine del video, a Carola e Serena il livello di difficoltà della coreografia. Loro rispondono entrambe che la tecnica non è troppo difficile ma viene lasciato buono spazio all'interpretazione. Mirko appare abbattuto e decidiamo, così, di lasciarlo in compagnia di Nicol e Carola per consolarlo.
Con Serena torno nella nostra camera e lei mi spiega cosa mi sono persa: "Mirko ha ricevuto una lettera della Celentano, che l'ha paragonato ad un ragno e che gli ha detto che da lei potrà ricevere voti solo fino a tre."
"Mh, ci è andata piano." Posso solo immaginare come si possa sentire Mirko.
"Ha anche aggiunto che io ho ricevuto un banco gratis da Todaro."
"Mi dispiace Sere. Non è assolutamente vero questo."
"Fa niente. Sapevo che non le sarei piaciuta." Percepisco l'amarezza nelle sue parole "Piuttosto raccontami com'è andata a te."
Capisco che non voglia approfondire il discorso Celentano e, perciò, decido di accantonare la questione, dando risposta al suo quesito: "È andata bene. Sono stati tutti e due così gentili e disponibili."
"Che ti hanno detto?"
"Mi hanno fatto un sacco di complimenti. Sono felici di vedermi nella scuola perché, secondo loro, questo è il mio posto. Abbiamo parlato di musica, di Hogwarts, della mia famiglia e di Sammy."
"Che cariniiii." Commenta "Ti sei fatta una mezza idea su chi scegliere?"
"Adesso sono ancora più confusa." Rispondo amareggiata.
"Sei nei guai, amica mia."
"Oh, lo so benissimo." Nascondo la testa sotto al cuscino.
Qualcuno bussa alla nostra porta.
"Che c'è?" Domanda la ballerina.
"Sere, sono Lda. Dobbiamo cucinare." Parla lui dall'altra parte.
Lei mi informa che si è offerta di preparare il pranzo per tutti insieme a Lda ed Albe.
"Avrai l'onore di assaggiare la mia cucina." Scherza.
"Sappi che sarò un giudice tremendo." Asserisco.
Ridiamo insieme e, poi, mi lascia da sola in camera. Mi rigiro nel letto, non sapendo che fare. Non ci è ancora permesso di utilizzare i telefoni e, dunque, non posso chiamare la mia famiglia. Mi riprometto che sarà la prima azione, che compierò, appena potremo usarli. Dalla noia riprendo in mano il bigliettino da parte di Alex e mi lascio scappare una risata. Ha sicuramente alleviato il mio senso di vergogna e dovrò di certo ringraziarlo per come si è posto nei miei confronti. Io, al posto suo, avrei risposto male appena mi fosse caduto il caffè addosso.
Dopo aver riposto il messaggio nella tasca dei miei pantaloni, prendo in mano la mia chitarra e comincio ad intonare versi sconnessi del mio inedito:

Quella macchia nera sul bianco [Alex Wyse-Amici 21]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora