Capitolo 34: Torta con gli Oreo

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Quando mi risveglio, mi accorgo che la mia testa è sopra a quella di Alex. Guardo l'orologio e constato che abbiamo dormito per un'ora abbondante. Siamo ancora vestiti entrambi con gli abiti della puntata: lui con una maglia nera, dei pantaloni bianchi e una giacchetta beige, io con dei jeans azzurro chiaro ed una camicetta bianca. La bandana nera, che lui ha in testa fin dall'inizio della registrazione, si è leggermente smollata per la strana posizione, in cui abbiamo sonnecchiato in quest'ora. Mi verrebbe quasi voglia di aggiustargliela, se non temessi di svegliarlo.

Osservo il suo viso angelico, mentre si gode il suo riposo. È molto più rilassato rispetto a quando è arrivato qui in camera mia e tutta la malinconia, che lo caratterizza sempre, ha lasciato spazio ad una pura e semplice tenerezza sul suo volto. Mi ritrovo a sorridere, mentre continuo a guardarlo, e penso a quanto sia bello anche ora. Questa cotta sarà davvero troppo complicata da gestire.

Mi giro, poi, verso l'altra parte del letto in cerca del mio peluche Sammy, che, come al solito, si trova al suo posto accanto al cuscino. Mi allungo piano piano per prenderlo sempre in modo da non disturbare la dormita del mio compagno e, quando riesco a raggiungerlo, ci trovo appicciato sopra un post-it:
"Sono entrata in camera prima per prendere una felpa e vi ho trovati così.
Vi avrei scattato una foto, se solo avessi potuto usare il telefono.
Voglio vedere se hai ancora il coraggio di dirmi che tiene più a Cosmary che a te dopo questo.
Adesso sei costretta a parlargli.
With love,
Aunt Scarola."
Mi viene da ridere per la chiusura del suo messaggio; l'anima british della mia compagnia di camera non smette mai di mostrarsi.

Se la mia amica fosse qui, le direi che, purtroppo, aveva ragione. Non riuscirei a dirle che lui tiene più a Cosmary che a me dopo la frase rivoltami da Alex prima: "Non pensi che, se avessi voluto parlare con lei, sarei già da lei in questo momento?" Dopo una settimana di distacco tra noi due, Alex era riuscito a tacere tutti i miei dubbi. Era venuto a cercare me, non lei. Cara Aunt Scarola, in questo momento sarei pronta a fare la dichiarazione, che tu desideri tanto.

Il mio turbinare di pensieri viene interrotto da Alex, che si rigira sulla mia spalla probabilmente alla ricerca di una posizione più comoda. Quando si riassesta, decido di passargli una mano fra i capelli per calmarlo nuovamente. Muovo la mia mano lentamente e piano piano ritorna quel viso angelico di poco prima. Dopo una decina di minuti che vado avanti in questo modo, lui si stropiccia gli occhi con la mano. Lentamente li apre e sbatte le palpebre più volte per riabituarsi alla luce.

"Ti ho svegliato? Non volevo..." Mi scuso, togliendo la mano dai suoi capelli.
"Ma va. Stai tranquilla. Ero sveglio da ancora prima che tu iniziassi a massaggiarmi i capelli. Ti ho lasciato fare perché mi metteva serenità." Mi fa sapere con la voce impastata di sonno.
Sono lieta nel sapere che ho ottenuto l'effetto da me voluto, cioè di riuscire a calmarlo almeno un po'.
"Ah, quindi, ti sei approfittato di me?" Scherzo.
"Praticamente sì."

Gli dò un pugno sul braccio.
"Ahia! Guarda che è pericoloso colpire chi si è appena svegliato. Potrebbe creare effetti indesiderati..." Mi fa presente, mentre finge di aver provato dolore per il mio pugno.
"Ah sì? Del tipo che effetti?" Domando, divertita.
"Del tipo questo." Mi risponde.
Dopodiché inizia a solleticarmi dai fianchi. Io prendo a contorcermi in modo strano, dato che patisco fin troppo il solletico, come lui ben sa. Mi ritrovo sdraiata sul letto e finisco per dargli un mezzo calcio per difendermi.
Lui si blocca per il colpo ed mi scuso: "Non volevo davvero... Mi dispiace..."
Subito dopo realizzo che sta solo fingendo perché ritorna immediatamente a ridere e a torturarmi. Dopo un paio di minuti decreta che sia abbastanza e mi lascia in pace.

"Grazie." Pronuncio un po' a fatica a causa di tutte le risate.
"Oh niente di che." Mi dice, mentre gli spunta un sorrisetto soddisfatto.
Gli dò una leggera gomitata.
"Vorrei che potesse essere sempre così." Aggiunge.
"Così come?"
"Così. Semplice, tranquillo, divertente."
Lo vedo rabbuiarsi leggermente.
"E, invece, com'è?"
"Dobbiamo parlarne per forza, vero?" Mi domanda per conferma e comprendo dalla sua voce quanto non vorrebbe affrontare questo discorso.

Quella macchia nera sul bianco [Alex Wyse-Amici 21]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora