Mi rigiro di continuo, non riuscendo a dormire. Un turbine di emozioni e pensieri continua ad invadermi la mente. Più mi autoimpongo di addormentarmi, più non ci riesco. Il continuare a ripetermi "Dai, Francesca, dormi che domani hai lezione" non porta da nessuno parte. Cambio nuovamente posizione nel letto ma neanche questa mi fa star comoda. Stringo ancora maggiormente Sammy ma nemmeno ciò mi aiuta. Alla fine decido di alzarmi e dirigermi verso la cucina, armandomi di torcia, coperta, carta, penna e Mp3. Mentre passo tra le varie stanze, cerco di non svegliare nessuna e cammino il più lenta possibile, attenta a non fare alcun tipo di rumore. Quando raggiungo la mia mente, mi sento meno sotto torchio. Sbadiglio e mi muovo pigramente verso il frigo, da cui raccatto una bottiglia d'acqua. Me ne verso un po' in un bicchiere e la sorseggio piano piano. È in questi momenti che mi manca il telefono; in nottate insonne come questa, normalmente mi sarei messa con il cellulare a girare sui vari social per ammazzare il tempo.
Osservo il foglio, che ho in mano e su cui sono scarabocchiate alcune parole sconnesse. È tutto il giorno che provo a buttare giù un discorso di senso compiuto senza arrivare ad alcun risultato. È possibile che sia bastato così poco per mandarmi in crisi? Ieri, visto che ormai sono già le due di notte, Maria ci ha chiesto di scegliere una canzone che rispecchiasse il nostro concetto d'amore e, poi, ci ha detto di scrivere almeno una decina di righe su cosa fosse quel sentimento per noi. È bastato questo a mandarmi in crisi; ogni volta che provavo a buttare giù due parole, il mio cervello andava nel vuoto più totale. Mi risolleva l'umore almeno il fatto che, se per scegliere la canzone avevamo solo un'ora, per scrivere il nostro discorso ci è stato dato un tempo di almeno due giorni. Non appena ho visto il brano, sapevo che avrei dovuto scegliere e, così, ho optato per All of me. È una delle mie canzoni preferite di sempre e non saprei usare un altro termine per descriverla se non amore. Riconoscere il significato di esso tramite le parole di un'altra persona è stato semplice ma, quando è toccato a me, è arrivata la parte difficile. Rimiro il foglio e vorrei strapparlo. Mi irrita non riuscire a concludere niente, come mi irrita dover sempre fare tremila problemi per tutto. Alcuni miei compagni hanno completato il loro discorso in un quarto d'ora ed io, dopo di più mezza giornata, sono ferma senza essere arrivata a niente.
Sbuffando, decido di uscire per prendere una boccata d'aria; può essermi, magari, d'ispirazione. Mi avvinghio nella mia coperta e mi siedo sotto al porticato. Contemplo il silenzio di questo momento, silenzio che non ho quasi mai la fortuna di avere. È tutto buio se non fosse per la piccola luce emanata dalla mia torcia. Mi viene subito a domandarmi come stia la mia famiglia in questo momento a Genova. Staranno senza ombra di dubbio tutti dormendo, fatta eccezione, forse, per Fede, che, a volte, passa anche le nottate infrasettimanali a vedere serie tv o a leggere fan fiction su Wattpad. Provo nostalgia di tutti loro e vorrei poter condividere con loro ogni attimo di questa meravigliosa esperienza.
Mi prendo, poi, uno spavento, quando qualcuno apre all'improvviso la porta, che dà sul giardino.
"MA CHE COSA?" Mi esce una voce un po' troppo alta.
Sobbalzo sul posto, alzando le mani in alto come reazione istintiva.
"Scusami..." Alex sussurra "Non avevo idea che ci fosse qualcun altro sveglio."
Ha un'aria assonnata, che fa pendant con il suo pigiamone grigio e la coperta sulle spalle. È la prima volta che ho l'occasione di vederlo con i capelli fuori posto. Ha, inoltre, in mano una serie di fogli. Lui si avvicina a me, dopo aver richiuso la porta dietro di sé.
"Che ci fai qui?" Mi domanda.
"Ho deciso di intraprendere una gita esplorativa." Ironizzo.
Che cosa sarò mai venuta a fare in giardino secondo lui?
"Questa te la faccio passare. Problemi di insonnia anche tu?"
"Già."
Non ho granché voglia di parlare, specialmente da stanca.
Lui nota il pezzo di carta, che tengo in mano, e mi domanda: "Posso darci un'occhiata?"
"È personale."
Rimaniamo zitti per almeno un paio di minuti e questa volta lui sembra patire il silenzio, che già in passato c'era stato tra di noi, poiché riprende a parlare: "Ti hanno mai detto che, quando non dormi, sei scorbutica?"
Sì, fin troppe volte. È una delle frasi che mi hanno rivolto maggiormente nella mia vita.
"Bel modo di approcciare un discorso." Commento sarcastica.
"E chi ti ha detto che avessi quell'intenzione?"
"Colpita e affondata." Ammetto la mia sconfitta.
Lo vedo accennare un sorrisetto.
"Vado a farmi un po' di camomilla. Ne vuoi un po'?" Mi domanda gentile.
Io annuisco. Dopodiché si alza lentamente e si reca in cucina. Presa dalla curiosità, sbircio i fogli, che si è portato dietro dalla sua camera e che ha appoggiato al divanetto. Sono i testi delle sue assegnazioni, che comprendono il medley, che mi avevo già mostrato, e una canzone di Harry Styles, Falling. C'è, poi, un pezzo foglietto, che cattura tutta la mia attenzione. L'incipit suona in questo modo: L'amore è quella macchia nera sul bianco. Quella differenza...
"È personale, non lo sai?" Mi interrompe nella lettura, cogliendomi nel sacco.
Questo ragazzo, se dovesse fallire nel mondo della musica, potrebbe avere una carriera da tiratore di frecciatine.
Rimetto subito il pezzo di carta, dov'era prima, e mi scuso: "Mi dispiace. Non volevo..."
"Oh sì che volevi, proprio come io volevo leggere il tuo." Mi impedisce di terminare la mia frase.
Mi porge una tazza di camomilla, avvisandomi che è estremamente calda. Io comincio a soffiarci sopra e lui mi segue a ruota, facendolo sulla sua.
"Allora Harry?" Chiedo, attendendo che la bevanda si raffreddi.
"Ora tutt'a un tratto sei diventata socievole?"
"Ti hanno mai detto che, quando non dormi, sei più spocchioso?"
"Spocchioso." Scandisce lentamente l'aggettivo "Che parola buffa."
Passano alcuni secondi di silenzio.
"Comunque, come hai potuto constatare, curiosando fra le mie cose, Lorella mi ha dato proprio Harry."
Vorrei prenderlo a pesci in faccia per il suo sarcasmo.
"Comunque" Deve accorgersi della mia occhiataccia "Mi piacciono un sacco le sue canzoni. Sono felice di poter cantare un suo pezzo, che, tra l'altro, è anche il mio preferito della sua discografia."
Questa sua affermazione mi sblocca un ricordo di me e Carola che, durante i casting, vediamo un video di Alex su Tiktok, dove interpretava proprio Falling. Come passa velocemente il tempo...
"È sicuramente uno dei suoi brani più riusciti." Commento.
"Non sapevi fossi una fan." Sembra rimanerne sinceramente sorpreso.
"Ogni ragazza di questo secolo è passata prima o poi per la fase Styles."
Comincio a sorseggiare la camomilla, scottandomi lievemente. Alex, ridendo sotto ai baffi, non si esime dal ricordarmi che lui mi aveva avvisata.
"Come ogni allieva di Amici si innamora perdutamente di Sebastian." Continua con l'ironia.
Ancora con questa storia? Deve essersela legata al dito. Da quando ha saputo della coreografia, mi ha punzecchiato ancora di più con questo tipo di battute.
Io non rispondo alla sua provocazione e mi limito a guardarlo male.
"Ok, me la sono meritata." Afferma, alzando le braccia verso il cielo come in segno di resa.
Tenta anche lui bere dalla sua tazza ma ricade nel mio stesso errore.
"Chi è che avevi avvisato, scusa?" Uso il suo stesso gioco.
Lui non dice nulla ma la sua faccia è divertita.
"Allora canzone preferita di Harry?" Mi chiede.
Prima di dare un primo sorso, che va a buon fine, rispondo con sicurezza: "Two Ghosts. È in assoluto il migliore."
A lui sembra andare di traverso il suo primo sorso.
"Eresia. Se c'è una canzone migliore, quella è di certo Falling." Ribatte con convinzione.
"Two Ghosts." Vado avanti per la mia strada, mentre avverto un piccolo brivido lungo il corpo per un leggero venticello, che ha iniziato a soffiare all'improvviso.
"Falling." Insiste.
"Two Ghosts."
"Falling."
"Two Ghosts."
"Falling."
"Two Ghosts."
"Falling."
"Falling." Ripeto per farlo cadere nel mio tranello.
"Two Ghosts." Ci casca in pieno.
Lui si rende immediatamente del suo sbaglio e scoppiamo entrambi a ridere animatamente. Temo quasi che, così facendo, svegliamo gli altri.
"Siamo due testardi." Arriva a questa conclusione.
"Non posso darti torto."
Ci scappa ancora una risatina.
"Puoi leggerlo, se vuoi." Gli dico, porgendogli il mio foglio sul che cos'è l'amore.
"Non voglio costringerti."
Dimostra ancora una volta la sua educazione.
"No, no. Va bene tanto sono un insieme di parole senza senso."
Lui prende in mano il fogliettino e si concentra su quello che ha davanti, leggendo con attenzione ciò ho scritto.
"Perché i due orologi?"
Resto zitta per una quantità di tempo inesorabile. Dovrei confidarmi con lui? Stiamo legando di più ma non saprei. Sono pensieri che per ora sono solamente stati nella mia mente e che non sono riuscita nemmeno a mettere nero bianco. Mi ricordo, allora, del consiglio di Seba di far uscire le mie emozioni così, poi, da stare bene.
Allontano allora da lui lo sguardo e prendo a spiegare: "Perché l'amore è quell'orologio che segnerà sempre l'ora da noi non voluta, ricordandoci che siamo sempre in ritardo, con il rintocco del persona giusta ma momento sbagliato. Ma l'amore è anche quell'orologio che, una volta tanto decide di darti una gioia, è segnare l'ora tanto aspettata con il rintocco della persona giusta e momento giusto."
"Perché l'uguale e il diviso?"
"Perché l'amore si presenta con regole e situazioni simili per tutti ma è al tempo stesso è così diverso ed unico per ognuno di noi."
"Perché il mondo?"
"Perché l'amore è universale. È amore quello che posso provare per mia mamma, mia sorella, il mio cane, per il mio pupazzo, per la mia migliore amica, per l'amico che non vedo da anni, per un altro uomo, per un'altra donna, per una persona transessuale e così via."
"Perché il fulmine e il sole?"
"Perché, come viene da secoli a questa parte, l'amore arriva quando meno ce lo si aspetta, come un fulmine a ciel sereno."
"Perché l'albero?"
"Perché l'amore è la nostra linfa vitale quotidiano. Noi viviamo, respiriamo e ci nutriamo d'amore."
"Perché il motore di una macchina?"
"Perché l'amore è il motore fondamentale del nostro mondo, che gli permette di andare avanti."
"Perché l'infinito?"
"Perché l'amore è ogni cosa. Anche l'odio è semplicemente mancanza d'amore. L'amore è essenzialmente tutto."
Quando termina l'interrogatorio, mi giro verso Alex, che mi porge un pezzo di carta, dicendomi: "Prego."
Quando lo apro, scopro che ha preso di tutte le mie parole dette alle sue varie domande con la mia penna, che ha ancora in mano. Rialzo lo sguardo verso di lui e mi fissa dritta negli occhi, come non aveva mai fatto prima d'ora. Resta in questo modo per qualche secondo di troppo, poi riabbassa lo sguardo, come sentendosi a disagio.
"Ora tocca a me." Mi comunica.
Mi mette in mano il foglio, che avevo intrapreso a leggere prima.
"L'amore è quella macchia nera sul bianco.
Quella differenza che rende unica ogni briciola sui momenti del tempo.
Quel leggero soffio di vento che accosta la porta della stanza.
Quel profumo che spruzzi ogni mattina prima di uscire.
È tutto quello che vedi senza vedere.
L'amore nasce semplicemente da noi, dalla nostra concezione di tutto.
Nasce nel nostro lasciarci andare, nel nostro arrenderci alla bellezza.
Nasce da due occhi e non finisce più.
È quello che non vedi ma che vedi allo stesso tempo.
Quello che sai di aver calcolato perfettamente ma, in qualche modo, il risultato esce sempre sbagliato.
L'amore è un controsenso semplicemente perché con la nostra combinazione delle parole senso non ha.
Sempre nel silenzio delle cose."
Rimango senza parole, quando termino di leggere. Non avevo mai realizzato quanto Alex fosse profondo.
Questa volta sono io che, senza volere, lo fisso per qualche secondo di troppo e riabbasso lo sguardo verso terra, non appena me ne rendo conto.
Cala il silenzio fra di noi per almeno una decina di minuti, forse perché non abbiamo più niente da dirci, ma dopo lui mi sorprende. Dopo essersi ripreso il suo foglio, me ne mette in mano un altro. Io li apro e leggo ad alta voce "Tra silenzi". Comprendo all'istante che si tratta del testo del suo nuovo brano.
"Avevi detto che volevi che fosse una sorpresa..." Affermo confusa.
"Mi sembravamo nel mood adatto per la canzone." Spiega, facendo spallucce.
"Letta non renderebbe. Perché non la canti?"
Lui pare rimanere spiazzato dalla mia proposta ma acconsente. Inizia, allora, con voce bassa e delicata e io vengo cullata dalla dolcezza del suo testo. Sbadiglio qualche volta e d'istinto mi avvicino alla sua spalla, come ero abituata a fare con Leo, quando cantava per me a quest'ora della notte. Alex non si ritrae e mi accoglie calorosamente. A fine canzone, riesco solamente a dirgli "È bellissima. Davvero." prima di cadere nel sonno, ancora appoggiata a lui.ANGOLO AUTRICE
✨ Buongiorno a tutti✨
Pubblico alquanto di fretta perché sono sul treno. Spero vi piaccia perché mi sono impegnata particolarmente nel scriverlo.
Riguardo ai daytime, che ne pensate del rapporto tra Alex e Cosmary?
Al prossimo capitolo,
Alyssa💙
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Quella macchia nera sul bianco [Alex Wyse-Amici 21]
Fanfiction"Noi siamo un unico controsenso." Lo guardo ancora una volta negli occhi. Alex sospira, avvicinandosi sempre più a me: "L'amore è un controsenso." Mi risuonano, in quel momento, le sue parole di molti mesi fa. "L'amore è quella macchia nera sul bian...