Quella macchia nera sul bianco [Alex Wyse-Amici 21]

Capitolo 26: La notte vola

"Ci prepariamo per una sfida di canto." Comunica Maria.
Capisco che è arrivato quel momento. Mi giro verso Alex e gli lancio uno sguardo di ammonimento. Lui mi annuisce, come per dirmi "Sì, lo so". Da quando abbiamo ripreso a parlarci, gli ho fatto una testa, tormentandolo con "Guai a te, se esci".
Il mio vicino di banco scende e colgo un misto di agitazione e di determinazione nel suo volto.

"Preciso che Alex non è stato messo in sfida da nessuno ma lo è perché è arrivato ultimo nella gara, giudicata da J-ax. Lo sfidante è una band." Spiega la conduttrice.
Entra il front man del gruppo dai folti capelli ricci; durante la settimana ho scoperto che Alex lo conosceva prima di entrare nella scuola ed ha anche detto che una volta era venuto casa sua. Io ero rimasta scioccata dalla coincidenza degli eventi.

Successivamente entra il giudice esterno, che chiede che si esibiscano entrambi su Iris. Esulto perché so quanto ad Alex venga bene ed è proprio lui a partire. Entra ancora una volta nel suo mondo ed io mi lascio cullare dalla sua voce calda, che trasmette serenità. Ritorno ad un paio di giorni fa, quando eravamo seduti insieme vicino al pianoforte. Come quella volta, canto con lui sul ritornello e sono abbastanza certa che un cameraman ne approfitti per riprendermi. Quando termina di esibirsi, penso "Grazie per questo momento di pace".
Tocca, poi, allo sfidante, che è abbastanza bravo e mi ricorda una vecchia versione di Marco Mengoni, ma per il mio gusto personale non è all'altezza del mio amico.

Dopodiché la giudice chiede loro di cantare i propri inediti. Alex canta Tra silenzi e, quando il pubblico gli applaude per dargli forza, mi unisco anche io. Mi sento più leggera quando realizzo che io e lui non siamo più quel quadro che man mano cade a pezzi. Mentre la band si esibisce, Alex si gira nella mia direzione ed io gli faccio un pollicione in su per indicargli che sta andando bene. Lui mi abbozza un sorriso ma comprendo che dentro di lui ci sia un uragano.

Prima che si arrivi al verdetto, Maria domanda a noi allievi: "Qualcuno di voi vuole dire qualcosa?"
Un sacco di mani si alzano e ciò dimostra quanto Alessandro Rina, nonostante il suo atteggiamento da "non voglio bene a nessuno", riesca a risultare essenziale per molte persone. Partono a parlare Lda, Albe, Serena e si passa, poi, a Rea e Nicol. Dopo tocca a Luigi, che lo definisce un fratello.
Successivamente ho la possibilità di spendere anche io due parole per lui: "Niente da togliere allo sfidante, che è veramente bravo, ma per me Alex è unico. Mi trasmette ogni volta che canta e sa dare un colore diverso ad ogni parola, che pronuncia. È, poi, una persona estremamente umana, con i suoi pregi e i difetti. Ha un modo di fare tutto suo ma è quasi impossibile non volergli bene."
Ad Alex fuoriescono le fossette, segnale che mi fa capire che sia in imbarazzo. Che avrò mai detto di tanto strano?

Non rimango sorpresa, quando lui vince la sfida. Subito dopo viene mandata la pubblicità e, appena raggiunge il banco, gli applaudo.
"E brava la mia Cavalletta!" Esulto.
"Era da un po' che non te lo sentivo dire." Scherza.
Pare quasi sollevato che sia tornata a chiamarlo in quel modo.
"Ti è andata bene che sei ancora qui, altrimenti avrei cominciato ad appellarmi a te con il soprannome di grillo." Lo minaccio scherzosamente.
"Non osare."
Ridiamo insieme. Mi mancavano questi momenti con lui.
Il resto del gruppo ci raggiunge e tutti prendono a congratularsi con lui. Quando ritornano al loro posto, lui ha solo il tempo per ringraziarmi delle parole, che gli ho rivolto prima.

Dopo la sfida di Dario, inizia la gara di noi cantanti, inaugurata da Lda, seguito da Tommaso. Quando, invece, Luigi canta Lady, fa ballare tutto lo studio. Scende, poi, Alex.
"Io già rido." Commenta Lorella.
Comprendo il suo stato d'animo perché è un po' lo stesso che ho io.
Alex, prima di partire, si sistema il nastro nero che si è fatto scendere sulle spalle e controlla che la camicia bianca, che abbiamo scelto assieme, sia a posto. Quando eravamo alla prova costumi, gli aveva detto che, vestito così, mi ricordava vagamente Harry Styles. Lui mi aveva consigliato di non azzardarmi a fare paragoni del genere.