La mattina come promesso, quando Cirilla si svegliò Henry non era lì. Le aveva lasciato un bigliettino che recitava: "Mi è costato tutto il mio buon senso alzarmi da questo letto. Vederti così innocente mentre riposi tra le mie braccia è la cosa a cui ambisco di più quando ci sposeremo. H"
Era scritto in perfetto o quasi norvegese e Cirilla fu contenta di vedere che il principe faceva progressi con la lingua. Aveva iniziato che a malapena sapeva scrivere due frasi connesse, adesso era quasi fluente.
Cirilla si vestì, non si era portata nessuno della sua cerchia perché non desiderava strapparli dalla loro terra, già per lei era stato difficile. Doveva però trovare una dama personale e aveva intenzione di farlo oggi stesso.
Indossò un abito alquanto semplice, costituito da una sottoveste e una tunica ocra dalle maniche a campana. Si intrecciò i capelli in due lunghe trecce e le adornò con anelli che i ribelli le avevano regalato.
Un servitore venne a bussare alla sua porta annunciando che la donna che aveva incontrato al porto era venuta a vederla e che chiedeva di essere ricevuta. Cirilla si accomodò nel salottino e fece segno all'uomo di farla passare.
Cirilla si sistemò sulla sedia di legno massiccio di fronte al camino e attese che la donna si presentasse. Si era sistemata come meglio aveva potuto, pulendosi il viso e tutto, ma il vestito era stracciato sull'orlo e consunto in altri punti.
Le offrì dei pasticcini che accettò cercando di non sembrare troppo famelica nel divorarli.
"Qual è il vostro nome? Non ho mai avuto modo di saperlo."
"Catarina." Ammise la donna abbassando il capo e Cirilla le prese la mano incoraggiandola a non aver paura.
"Catarina, vi andrebbe di diventare la mia dama di compagnia? Non chiedo molto, riesco a fare quasi tutto da sola, ma per mantenere le parvenze, avrei bisogno di qualcuno che mi tenga compagnia quando necessario. Non potrò pagarvi come sua maestà la regina, tuttavia vi tratterò come meglio potrò."
La donna era sconvolta e la stava fissando meravigliata.
"Io maestà? Ma non posseggo alcuna padronanza in quelle che sono le capacità necessarie."
"Ve le insegnerò io, non ho molto altro da fare e per il resto, potete chiedere alle altre cameriere di aiutarvi. Qui sono molto sola." La voce di Cirilla si abbassò riempiendosi di tristezza. "La mia vecchia dama è ora al seguito della principessa Meria e non ho portato nessuno dalla mia terra. Però voi siete stata l'unica a mostrarmi un po' di accoglienza e voglio ricambiare con quello che posso il torto che avete ricevuto così non dovete più fare la fame. Permettetemi di ripagarmi, signora."
La donna cominciò a piangere e si gettò ai piedi di Cirilla piena di gratitudine. La ragazza le diede un paio di monete e le comandò di comprarsi degli abiti all'altezza della corte, che se qualcuno le avesse fatto resistenza, avrebbe mandato il principe direttamente a saldare il debito e non sarebbe stato gentile. Poi ordinò ad una delle guardie che doveva accompagnare fuori la donna, di seguirla fino al negozio in modo che sapessero che era protetta dalla famiglia reale e non l'avrebbero respinta.
Si sentiva già più motivata, così si sedette alla scrivania per stilare una lettera a casa.
Era stata produttiva e aveva già risolto un problema.
Dalla finestra delle sue stanze, notò la carrozza con il sigillo scozzese e abbandonò il calamaio a metà del foglio precipitandosi fuori dalla porta.
Non era modo di comportarsi così la regina arrivata alla fine delle scale si fermò quando incontro sua maestà la regina madre.
"Non dovreste correre a quel modo. Non sta ebbene." La ammonì fredda e lei annuì colpevole prendendo a camminare in maniera elegante.
Arrivarono alla porta e finalmente poté uscire alla luce del sole dove Meria stava venendo posata sulla sua sedia a rotelle. Il principe in persona l'aveva accompagnata, ovviamente scortati e non da soli come loro due.
Meria, a differenza sua aveva una certa reputazione da mantenere e sua madre si stava prodigando affinché nessuno la intaccasse. Cirilla era contenta così.
I capelli rossi erano acconciati in stile Mannese, notò Cirilla e pensò l'avesse fatto per farla piacere. Il sorriso che aveva sulle labbra, confermava che si era preparata apposta.
Cirilla attese che venisse lei al suo cospetto e si inchinasse per salutarla. Avevano entrambe un ghigno contento che mise tutti di buon umore.
"Vi trovo in salute, principessa. È ancora comoda la vostra vettura?" Cirilla la provocò e Meria si lasciò andare sulla sedia per guardarla meglio.
"Molto più confortevole dello stare in sella, tuttavia temo, non altrettanto meraviglioso." Scoppiarono entrambe a ridere. Poi Cirilla si congratulò con il principe scozzese che aveva lo stesso sguardo di quando Henry la guardava sul viso.
No, una proposta non doveva essere per nulla lontana.
Le ragazze lasciarono andare avanti gli adulti e segretamente legarono i mignoli tra loro in modo da viaggiare insieme. Alle spalle di Meria, C'era Margaret che era rimasta praticamente la stessa ma non aveva rivolto una sola parola alla regina. La guardava da lontano e ringraziava Mane per avergliela restituita sana e salva.
Non era ferita e stava bene.
Le sue preghiere continue avevano sortito l'effetto desiderato.
Cirilla non sapeva cosa dire a Margaret, non perché non fosse contenta di vederla, ma sapeva che dandola via in qualche modo l'aveva tradita e offesa e si sentiva in colpa adesso che la vedeva con la principessa così a suo agio a chiederle di ritornare.
Non poteva farlo.
Le aveva detto addio molto tempo fa e segretamente anche la donna l'aveva capito.
Non era arrabbiata, era solo ferita. La bambina che aveva cresciuto l'aveva messa da parte e vederla lì glielo aveva solo ricordato.
"Cirilla!" sussurrò Meria a bassa voce così che nessuno potesse udirla. "Ho da chiederti molte cose. Potremmo prendere il tè, magari nei prossimi giorni?"
"Cose di che genere?" le lentiggini di Meria divennero evidenti sotto il rossore delle sue gote e Cirilla comprese. Le passò una mano tenera sul capo e con dolcezza la rassicurò che avrebbero senz'altro parlato il prima possibile.
In quel momento, c'erano troppe orecchie indiscrete.
Dopo una serie interminabile di convenevoli e aver permesso alle loro altezze di cambiarsi in abiti per la cena, si sedettero a tavola molto tardi e affamati. Lo scozzese aveva chiesto a Cirilla della guerra e lei gli raccontò alcuni punti salienti che lo lasciarono senza fiato.
"Veramente ammirevole. Una donna così minuta che ha il cuore forte come la natura stessa." Si complimentò onestamente e Cirilla guardò Henry che la stava invece osservando adorante mentre veniva ricoperta di belle parole.
Sembrava fosse lui stesso il ricevente per come stava brillando.
Cirilla gli fece un occhiolino repentino e poi tornò all'ospite d'onore.
"Ditemi, regina Cirilla, è vero che avete accettato la mano di sua altezza?" volle sapere il principe Malcom e Cirilla confermò. "A quando il lieto evento?"
Tutti si volsero a guardare la regina che si era presa l'incarico di organizzare tutto. La donna deglutì elegantemente e poi disse: "Sicuramente un paio di mesi."
Henry aveva l'espressione fatta di morte pura sul viso. Era sconfortato e non sapeva come avrebbe tenuto le mani lontane da Cirilla per così tanto tempo. Non lo aveva mai fatto da quando si erano conosciuti, specialmente se erano nello stesso continente, sotto lo stesso tetto.
Era un suicidio.
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[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - Mature
RomanceSentiva il muro freddo alle spalle e le mani le facevano male per la presa ma stava godendo oltre ogni immaginazione e non solo per la bravura di Henry ma perché lo aveva dove desiderava e lui non si faceva problemi ad amarla d'innanzi a chiunque. S...